Martedì 25 Marzo 2025
ROMA
Cronaca

Il Papa è tornato a casa

Bergoglio si affaccia dal Gemelli. A sorpresa parla e saluta la folla. .

Bergoglio si affaccia dal Gemelli. A sorpresa parla e saluta la folla. .

Bergoglio si affaccia dal Gemelli. A sorpresa parla e saluta la folla. .

di Nina FabrizioROMASono le 12 e 01, quando Papa Francesco appare finalmente da un balconcino del policlinico Agostino Gemelli e il mondo lo rivede dopo sei settimane. Seduto sulla carrozzina, vestito di tutto punto con la talare bianca e lo zucchetto al suo posto sul capo, Francesco muove prima un poco le mani, prende di nuovo le misure con la folla, e fa innanzitutto il gesto dell’ok mostrando il pollice all’insù. Non ha i naselli al naso che indosserà subito dopo ma si sente fiducioso. Al suo infermiere personale, Massimiliano Strappetti che gli allunga il microfono, fa un cenno di assenso: ha intenzione di parlare. "Buongiorno a tutti e vedo questa signora con i fiori gialli, è brava".

La tensione nel piazzale si scioglie in risate e applausi. È tutto. Il Papa viene tirato indietro in una scena che ricorda quasi l’ultimo Angelus di Giovanni Paolo II proprio dal Gemelli per intensità drammatica. L’esito però stavolta è nettamente diverso. Francesco è in una condizione fisica discreta. La voce è flebile ma è già migliorata rispetto a quella strozzata e debolissima dell’audio diffuso durante la degenza. Certo, il volto è tirato e anche fisicamente appare ancora piuttosto gonfio nonostante la perdita di peso osservata nel corso del ricovero. La mobilità fortemente ridotta ha comportato un accumulo di liquidi importante. Francesco viene quindi posizionato nella sua 500 bianca targata SCV 01321, dove sempre Strappetti si premura di rimettergli i naselli al naso per l’approvvigionamento di ossigeno.

L’auto del Papa scortata dalla polizia, muove dal garage del Gemelli, percorre lentamente tutta la pedana verso l’uscita principale per lasciare il tempo al Papa di salutare con la mano ma sempre da dentro e con il finestrino ben tirato su. Arriva fino quasi in Vaticano, all’ingresso di servizio del Perugino ma ecco subito il primo braccio di ferro con lo staff. Vuole andare a Santa Maria Maggiore, la basilica che custodisce l’icona mariana della Salus populi romani, quella dove si reca prima e dopo ogni viaggio. Francesco la spunta e il corteo torna indietro, si rinfila per le strade della Capitale, raggiunge la basilica nella zona dell’Esquilino. Qui Francesco riesce a compiere l’omaggio anche perché i fiori gialli agitati nel piazzale del policlinico dalla ormai a tutti nota signora Carmela, vengono presi in consegna dai gendarmi e dati proprio al Papa che a santa Maria Maggiore li lascia come gesto di devozione alla Vergine.

Il corteo di auto vira di nuovo verso il Vaticano dove il Papa fa infine rientro a Santa Marta accolto dal decano del Collegio cardinalizio, il cardinale Giovanni Battista Re. Per ora, Francesco si butta il Gemelli alle spalle. Nel testo scritto per l’Angelus diffuso in mattinata aveva spiegato di aver sperimentato "la pazienza del Signore, riflessa nella premura instancabile di medici e sanitari". Il testo ha toccato anche l’attualità: "Mi ha addolorato la ripresa di pesanti bombardamenti israeliani sulla Striscia di gaza, con tanti morti e feriti. Chiedo che tacciano le armi subito e si abbia il coraggio di riprendere il dialogo, perché siano liberati tutti gli ostaggi e si arrivi a un cessate il fuoco definitivo".

Inizia ora, con la convalescenza a Santa Marta, una nuova fase del pontificato.