In Iran era bastato un ricciolo fuori posto a "offendere la morale pubblica" e a mandare in confusione gli ayatollah. Il pescivendolo di settanta anni Sadegh Boughi, per tutti "zio Sadegh" o "Booghy" (megafono), ha osato fare di peggio: si è messo a cantare e ballare tra i banchi del mercato della città di Rasht, trascinando su Instagram e TikTok diverse centinaia di imitatori scatenati.
La danza della felicità. I clienti accorrevano, applaudivano, si univano. Filmavano e pubblicavano sui social network la prova che, anche sulle strade di una provincia a nord del Paese imbavagliato dal fondamentalismo religioso, ci si può godere la vita in modo libero. Può esserci qualcosa di più pericoloso e illegale per un regime che considera la musica dissoluta e inaccettabile e chi si diverte un dissidente?
I video hanno infastidito l’autorità: chiusi tredici negozi e molti account sui social network con rimozione dei contenuti, arresto di Booghy (poi rilasciato) assieme a una dozzina di emuli. Ai media locali il vice comandante della polizia della provincia di Gilan ha spiegato quale sia la colpa di "zio Sadegh": il filmato dei suoi balletti pieni di fervore ha "contenuto criminale" in quanto "viola la morale pubblica" e "infrange le norme".
E così l’allegro ambulante, che si era allenato per anni urlando a squarciagola allo stadio, è diventato l’involontario eroe anti regime degli iraniani: la sua sgangherata coreografia si è trasformata in un inno alla gioia e alla condivisione. Voleva solo promuovere i suoi pesci sul territorio che produce il miglior caviale del mondo, è andato oltre aprendo la strada a una nuova forma di disobbedienza civile. Un’esplosione di vitalità, dal Mar Caspio in giù.
Le città iraniane stanno godendosi il loro carnevale di Rio: bambini, anziani, uomini e donne ballano e cantano in pubblico fregandosene della polizia morale. Sono troppi, l’opera di repressione è complicata. "Non potete rubare la nostra felicità" è il grido di battaglia che unisce tutto l’Iran. Tema strepitoso, al centro della riflessione filosofica fin dall’antichità: "l’eudaimonia" (in greco) per Socrate era conoscenza, per Platone giustizia, per Aristotele vita secondo ragione e per Epicuro assenza di angoscia. La dichiarazione d’indipendenza degli Stati Uniti nel 1776 è fondata sul suo perseguimento. Altre Costituzioni, fra cui la nostra, si limitano (si fa per dire) a vita, libertà e uguaglianza e delegano la ricerca della felicità all’ambizione individuale.
In Iran è vietato anche solo provarci (una risata vi seppellirà) e ci voleva un pescivendolo per capire che forse insieme si può.