di Antonella Coppari
Nel giro di Giorgia Meloni lo ammettono, anche se a mezza bocca: "Gli è sfuggita un po’ la frizione, ha usato una formula infelice e la premier, certo, non condivide". Di questo, si può essere sicuri. Una frase come quella pronunciata ieri da Francesco Lollobrigida: "Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica", lei non l’avrebbe mai detta. Tanto più ora, vorrebbe che le parole fossero pesate attentamente, senza irritare Sergio Mattarella e il neonato feeling con il Colle, né il consesso internazionale, con Bruxelles che vuole dare più fondi all’Italia per l’emergenza migranti, come annuncia il commissario al Bilancio, Johannes Hahn.
Se per scrivere gli emendamenti al decreto Cutro (tra le novità, l’attivazione di un presidio medico del 118 sull’isola di Lampedusa entro sei mesi dal varo della legge, oltre all’affidamento della gestione dell’hotspot alla Croce rossa ) il governo ha impiegato tempi biblici, tanto da far slittare l’inizio del voto in Senato ad oggi, è proprio per misurare ogni parola. Ma una cosa sono i documenti, una cosa i discorsi: lo stato maggiore di FdI ha già dimostrato di non ragionare troppo prima di parlare.
Così, dal congresso della Cisal, il ministro dell’Agricoltura si lancia in una perorazione a favore della natalità che degenera in quella formula che ricorda deliranti fantasie di complotto in voga nella destra estrema: "Per incentivare la natalità bisogna costruire un welfare che permetta alle coppie di lavorare e avere una famiglia, non possiamo arrenderci all’idea che gli italiani non facciano figli, e quindi dobbiamo ricorrere agli immigrati". Le reazioni sono immediate, corali, indignate. La leader del Pd, Elly Schlein è forse la più dura: "Quelle parole – osserva durante la protesta contro il dl Cutro – dette peraltro nel giorno in cui Mattarella visita Auschwitz sono disgustose. Ci riportano agli anni ‘30, hanno il sapore del suprematismo bianco". A bersagliare il ministro è un plotone foltissimo: "Siamo a livelli brutali", dice Romano Prodi. "È propaganda razzista", incalza M5s. E Carlo Calenda (Azione), critica "la pericolosa involuzione per l’Italia". Molti segnalano l’assonanza tra la formula di Lollobrigida e la teoria del ’piano Kalergi’ secondo cui sarebbe in atto un gigantesco complotto orchestrato dal finanziere ebreo George Soros per sostituire la popolazione europea con asiatici e africani. È impossibile credere che fosse questa l’intenzione di Lollobrigida, ma l’affinità c’è.
Spinto dalla premier dopo ore di martellamento, il ministro registra un video in cui accusa la sinistra di sollevare "polveroni" e ribadisce di aver voluto sottolineare l’urgenza di ovviare al problema della denatalità. Poi però si lancia in una definizione dell’etnia che non ha nulla a che spartire con ’piani Kalergi’ di sorta, ma conferma la visione di una comunità etnica basata su vincoli identitari. Del resto, sia pure con maggiore cautela, lo stesso tema aveva affrontato Meloni a Rho proponendo come rimedio il lavoro femminile.
Stretto tra la competizione con la Lega da un lato e gli economisti dall’altro che segnalano l’impossibilità di finanziare lo stato sociale senza immigrati, FdI si trova in un vicolo cieco. Dalla contraddizione tra propaganda e realtà nascono certi incidenti.