Martedì 3 Settembre 2024
ANDREA GIANNI
Cronaca

Strage di Paderno, il magistrato Ciro Cascone: “Violenze fuori da ogni schema. Ma un recupero è possibile”

L’ex procuratore: esplosioni imprevedibili, il malessere giovanile non c’entra. "Quando uscirà dal carcere potrà ancora rifarsi una vita, bisogna tentare"

Il magistrato Cascone: "Da Novi alla tentata strage. Violenze fuori da ogni schema. Ma un recupero è possibile"

Il magistrato Ciro Cascone ha alle spalle vent’anni di esperienza nella giustizia minorile a Milano

Milano – Il ricordo di Ciro Cascone, ex procuratore per i minorenni di Milano, magistrato con alle spalle vent’anni di esperienza nella giustizia minorile, torna a un caso seguito in passato, quando un ragazzo tentò di uccidere i genitori, per fortuna senza riuscirci. Agì dopo una festa di compleanno, senza alcun movente, con inquietanti analogie con la strage familiare di Paderno Dugnano.

Quali considerazioni si possono fare sul triplice omicidio?

"Quando l’ho saputo sono rimasto attonito, sbigottito. Sono episodi che escono da ogni schema logico, che non si possono incasellare. Non si può neanche parlare di un generico malessere dei giovani, perché ho toccato con mano, con la mia esperienza di magistrato, che anche la più grave situazione di disagio può portare ad azioni violente ma non di questo tenore".

È possibile prevenire simili esplosioni di violenza?

"Proprio per il fatto che escono da ogni schema, per la totale assenza di un movente processuale, sono azioni imprevedibili, nelle quali entra in gioco l’insondabilità della mente umana. Sono casi che capitano ogni vent’anni, penso ad esempio a Pietro Maso o ad Erika e Omar. Si possono cogliere analogie con le stragi nelle scuole che periodicamente avvengono negli Stati Uniti, con la differenza che in Italia è più difficile procurarsi armi da fuoco. Come è possibile cogliere i segnali? Come si fa a prevenire? Di chi è la colpa? Facendo un discorso generale, possiamo solo abituare i giovani al dialogo, insegnare empatia e umanità. Invece c’è un’assuefazione, un’abitudine alla violenza. Noi, però, non dobbiamo rassegnarci".

Il 17enne che ha ucciso i genitori e il fratellino ha spiegato che si sentiva oppresso, avrebbe agito per liberarsi da un peso. Come legge queste parole?

"Probabilmente, come è successo in casi analoghi, queste persone agiscono credendo di trovarsi in un videogioco, con una sorta di lucida follia. Poi, però, si ritorna alla realtà, e non riescono a trovare una spiegazione per quello che hanno fatto. Non si può parlare di uno stato di malessere, perché il disagio porta magari a scappare da casa, non a sterminare la famiglia. Chi uccide spesso la fa per un delirio di onnipotenza, che svanisce quando è troppo tardi per tornare indietro".

Un altro omicidio privo di movente, pur con contorni totalmente diversi, è quello di Sharon Verzeni. Coglie analogie fra i due casi?

"Ci sono analogie proprio nell’assenza di ogni motivazione, di delitti senza alcuna logica, della banalità del male. Ricordo, tra i casi di cui mi sono occupato, quello delle Bestie di Satana. Anche lì si uccideva con una facilità disarmante".

Quale condanna rischia un minorenne accusato di triplice omicidio?

"L’ergastolo non è applicabile ai minorenni, e probabilmente in questo caso ci sarà anche la richiesta di una perizia psichiatrica. Considerando la diminuente della minore età, e la possibilità di uno sconto per il rito abbreviato, quel ragazzo potrebbe tornare libero in un’età in cui avrà ancora la possibilità di rifarsi una vita".

Sarà possibile, secondo la sua esperienza, ricominciare?

"Erika si è rifatta una vita, ma ha sempre avuto accanto il papà. Bisogna capire il percorso che questo ragazzo potrebbe affrontare. Qualcuno può pensare che in questo caso bisogna buttare via la chiave, invece penso che un tentativo di recupero va fatto".

Quale ruolo ha giocato la pandemia nell’amplificare le fragilità dei giovani?

"Durante e subito dopo il Covid c’è stato un aumento di suicidi, gesti di autolesionismo. La pandemia ha provocato danni sulla psiche dei più giovani ma più ci allontaniamo da quegli anni più viene meno un effetto diretto. Restano gli strascichi".