Lunedì 23 Dicembre 2024
CLAUDIA MARIN
Cronaca

Il governo e gli adolescenti a rischio. Bellucci: "Educatori nei quartieri disagiati"

La vice ministra Maria Teresa Bellucci (Politiche sociali): oltre alla certezza della pena bisogna prevenire gli abusi. "I social e Internet impattano sulla capacità dei ragazzi di distinguere il mondo virtuale da quello reale".

Maria Teresa Bellucci, viceministra al Lavoro e Politiche Sociali

Roma, 28 agosto 2023 – "Le violenze di questi giorni per mano di ragazzi che in branco aggrediscono e violentano giovani e giovanissime ragazze, filmando e diffondendo tali vergognosi atti, vantandosi di quanto fatto in modo marcatamente esibizionista, impongono – esordisce Maria Teresa Bellucci, viceministra del ministero del lavoro e delle politiche sociali, una lunga esperienza di psicoterapeuta alle spalle – una seria riflessione e un intervento tempestivo".

Porno e violenza appaiono sempre più amplificati dai social. Quanto è pervasiva questa correlazione soprattutto per i più piccoli?

"Il mondo virtuale e le nuove tecnologie sono una grande opportunità evolutiva ma come tutte le invenzioni dell’uomo dipende da come vengono usate e, in ragione di ciò, la storia ci insegna che contengono anche grandi rischi. I pericoli sono ancora maggiori quando tali cambiamenti tecnologici epocali sono messi nelle mani dei più piccoli e dei giovani".

Con quali effetti?

"Impattano inevitabilmente con la loro crescita e formazione, incidono sulla capacità di distinguere tra vita reale e virtuale e sulla gestione di comportamenti ed emozioni. Da qualche anno assistiamo alle sfide degli orrori ingaggiate attraverso i social e vediamo bambini di 9, 10 o 11 anni praticarsi atti di autolesionismo fino a togliersi la vita gettandosi dall’ultimo piano di un palazzo o impiccandosi, così come, da diverso tempo sappiamo che su Internet girano video di violenze inaudite su minori attraverso la messaggistica istantanea, o ancora, come sul web avvenga la vendita di droghe legali e illegali".

Periferie e degrado, come nel caso di Caivano e Palermo, fanno da ulteriore detonatore?

"Quando tutto quello che abbiamo indicato si combina a contesti di disagio, assenza dell’attenzione di adulti responsabili o di povertà educativa, il mix diventa esplosivo e la deriva incontrollabile come tragicamente evidenziano gli stupri di gruppo di Palermo e di Caivano".

Governo e istituzioni come possono reagire e affrontare questa emergenza?

"Come viceministro è mia volontà lavorare sempre più in tal senso, fermamente convinta che la materia delle politiche sociali, a me delegata dal presidente Meloni, e il contrasto della povertà educativa non siano da fondarsi sulla mera assistenza ma sul diritto di ogni persona, e delle nostre comunità, ad una vita sana con opportunità di crescita e la presenza di un aiuto che favorisca il cambiamento e alimenti l’amore e il rispetto del prossimo".

A quali strumenti operativi fa riferimento?

"Sono fermamente convinta che la strutturazione di equipe multidisciplinari e servizi territoriali che vedano la presenza di psicologi, pedagogisti, educatori professionali e assistenti sociali, in rete anche con il Terzo Settore, ancor più in contesti disagiati e di emarginazione, possano sostenere il compito della scuola ma anche delle famiglie nel promuovere la consapevolezza di sé, il rispetto dell’altro e la gestione della frustrazione e delle emozioni, come la rabbia, così da riempire il vuoto esistenziale con presenza, attività educative e culturali, relazioni sane".

La via maestra, dunque, è quella della prevenzione per realizzare forme di inclusione sociale?

"Non esistono ragazzi nati cattivi ma certamente esistono ragazzi che compiono atti mostruosi. Penso che, oltre alla certezza della pena per questi gesti gravi e ignobili, il compito delle istituzioni, insieme al Terzo Settore e ai diversi professionisti in materia di politiche sociali, sia quello di intervenire tempestivamente e attivare reali azioni educative di inclusione sociale e promozione di stili di vita sani". C’è "anche" il nodo fondamentale delle risorse per intervenire.

"Penso che il Piano nazionale di inclusione sociale e lotta alla povertà 20212027, con parte dei suoi 4 miliardi di euro, e la Child Guarantee, debbano puntare ad affrontare questo tema e il cambio di paradigma delle politiche sociali".