Mercoledì 25 Dicembre 2024
GIOVANNI ROSSI
Cronaca

Il giornalista che commosse l’Italia. Franco Di Mare non ce l’ha fatta. Annunciò in tv di avere un tumore

Inviato di guerra della Rai, aveva 68 anni. Confidò di essersi ammalato respirando amianto nei Balcani. L’accusa a Viale Mazzini di averlo lasciato solo. Pochi giorni fa il matrimonio con l’amata Giulia.

Il giornalista che commosse l’Italia. Franco Di Mare non ce l’ha fatta. Annunciò in tv di avere un tumore

"Non si guarisce". Il mesotelioma causato dall’esposizione all’amianto "può avere un’incubazione lunghissima, fino a 30 anni, e quando si manifesta è troppo tardi". Obiettivo e credibile anche su se stesso. A 68 anni, 20 giorni dopo aver rivelato in tv il suo tumore, Franco Di Mare lascia il mondo che da giornalista ha raccontato. Tra conflitti e tragedie. Ma anche in studio, da conduttore, o nei libri, a partire dall’autobiografico Non chiedere perché. Se ne va così un pezzo recente di storia della Rai. Uno di famiglia, quella allargata dell’Italia davanti alla tv.

Debutta giovanissimo all’Unità, redazione napoletana. Il balzo a Roma è un attimo. A trent’anni è già inviato e poi caporedattore. Il passaggio alla Rai, nel 1991, lo catapulta in video. Prima al Tg2 e poi, dal 2002 al Tg1, copre da inviato tutti i principali teatri di crisi internazionali. Le guerre dei Balcani tra Bosnia e Kosovo gli danno la prima notorietà e una figlia, Stella, adottata a Sarajevo ad appena 10 mesi (non a caso, in queste ore anche i giornali bosniaci ricordano il suo legame profondo con la città). Lui cita Hemingway: "In guerra si incontra bella gente: al di là delle bombe, del rischio che corri, c’è anche solidarietà tra i colleghi e tra le persone". Va dappertutto: mezza Africa (Ruanda, Etiopia, Eritrea, Somalia, Mozambico, Algeria), Medio Oriente (guerre del Golfo), e ancora Afghanistan e Americhe, tra calamità naturali e falliti colpi di Stato. Da autentico polivalente, spazia dalla cronaca alla politica alla cultura. Intervista Tony Blair, Shimon Peres, Jacques Chirac, Yasser Arafat, Condoleezza Rice, Thabo Mbeki, Nagib Mahfouz, Amos Oz, Jorge Amado, Eli Vizer. Mai dimentica il suo Sud, firmando documentari sui clan mafiosi di Campania, Puglia, Calabria e Sicilia. L’interconnessione delle mafie lo porta a indagare in Germania, Russia e Bulgaria, ma anche alle Isole Cayman per il crac Parmalat.

Il 2003 segna l’avvio di una seconda carriera televisiva. Da conduttore e poi da dirigente. Guida Uno Mattina Estate, Uno Mattina week end e poi dal 2004 Uno Mattina. Dal 2005 al 2009 ecco Sabato e domenica. Nel 2019 diventa nuovo vicedirettore di Rai 1. Nel 2020 assume la direzione di Rai 3. A 40 anni dalla strage di Ustica, conduce lo speciale Volo Itavia 870. È anche il volto di Frontiere che dal 2016 conduce fino al 2023, già prepensionato.

Buca sempre lo schermo quella sua presenza volitiva con riconoscibilità di voce e di stile, con sguardo partecipe, mai freddo. Così succede anche il 28 aprile quando, coi tubicini del respiratore nel naso, appare da Fabio Fazio a Che tempo che fa, sul Nove, denunciando la sparizione dei vertici Rai di fronte alla sua richiesta di stato di servizio per l’ipotesi di esposizione all’amianto nei teatri di guerra. Commozione e solidarietà sono enormi. Viale Mazzini corre ai ripari. "Dopo la sua denuncia, abbiamo avuto un colloquio dolce e affettuoso – racconta il d.g. Roberto Sergio –. Avevamo condiviso la sua drammatica situazione, oltre a risolvere alcune questioni che la Rai aveva il dovere di risolvere. Uno straordinario uomo Rai". "Sensibile", "colto", "rigoroso", "attento", "garbato", "esemplare". Messaggi di unanime cordoglio arrivano da tutta la politica e dai colleghi di reti e testate. La famiglia ringrazia per la straordinaria ondata di affetto. Tra tanti ricordi brilla l’attestato di ’servizio pubblico’ reso dall’oncologa Federica Grosso: "Franco, con la sua testimonianza, ha acceso i riflettori su questa malattia". Un tumore raro solo ai fini della ricerca. Ma duemila diagnosi all’anno, "solo in Italia", non sono poche.

Francesco Di Mare detto Franco lascia la moglie Giulia, conosciuta al servizio catering di Saxa Rubra e sposata pochi giorni fa dopo nove anni insieme, la figlia Stella, due sorelle e il fratello Gino che sui social lo saluta così: "Ciao Fra’, con te va via un pezzo di me". Funerali lunedì alle 14, alla Chiesa degli Artisti.