Roma, 22 settembre 2023 – Undici anni dopo la scomparsa di quegli occhi azzurri, azzurri, "giustizia è stata fatta", scrive la cugina di Maria Ragusa sui social. "Ora il marito ci dica dove sono i suoi resti", aggiungono gli avvocati della famiglia. Solo quelli, purtroppo, perché il corpo – lo hanno sancito più volte i giudici – è stato distrutto dal marito Antonio Logli condannato a 20 anni per l’omicidio della moglie e la distruzione del suo cadavere. Mercoledì la Corte di Cassazione ha dichiarato "inammissibile" il ricorso proposto dalla difesa di Logli contro l’ordinanza della Corte di appello di Genova, che aveva rigettato la sua richiesta di revisione della sentenza di condanna. Tradotto, non ci sarà un processo bis, almeno per il momento. Perché dallo studio legale Vernazza, che ha difeso l’ex dipendente comunale in questi ultimi passaggi, sono "convinti della fondatezza" dei nuovi elementi.
La testimonianza di due detenuti ai quali Loris Gozi (ritenuto il super testimone di questo caso), confidò di avere mentito quando disse di avere visto Logli in auto vicino alla sua abitazione la sera in cui Roberta svanì, una freddissima notte di gennaio. Avvistamenti, false piste, manifestazioni per la verità. Di Roberta, 45 anni, mamma di due figli, ai quali era "attaccatissima", che gestiva, anche lei, l’autoscuola della famiglia Logli, ora chiusa, non si è saputo più nulla. Al suo posto hanno parlato i suoi diari, i suoi sfoghi. Roberta sospettava che il marito la tradisse.
E quella notte, fra il 13 e il 14 gennaio, secondo la ricostruzione fatta più volte in aula e dai Tribunali, la donna scoprì che l’amante del marito era Sara Calzolaio, la baby sitter dei bambini. Così, in preda alla rabbia e alla delusione, uscì dalla casa di Gello, frazione di San Giuliano Terme. Poi, il nulla. Ma come la uccise il marito? I giudici di legittimità, come quelli di merito, non rispondono a questa domanda. Gli ermellini raccontano così quei momenti: "Abbandonato il luogo (la strada, dove Gozi aveva visto litigare un uomo con una donna, ndr) in tutta fretta, (Logli) l’aveva condotta in altro luogo" "ignoto per poi sopprimerla con modalità anch’esse non potutesi accertare". Nei momenti e nei giorni successivi, "i comportamenti anomali" di Logli che, con le testimonianze, hanno incastrato l’uomo. "Sono innocente", ha ribadito anche dal carcere dove si trova dal 2019. Quanto ancora dovrà restare detenuto?
"Per ogni sei mesi di pena si concedono 45 giorni di sconto per buona condotta – commenta l’avvocato Nicodemo Gentile dell’associazione Penelope che ha seguito i cugini di Roberta nella vicenda giudiziaria –. Non avrà un fine pena lunghissimo: dopo un certo periodo potrà cominciare a chiedere i permessi premio, ad accedere al lavoro esterno". "Ma resta l’accusa per un reato terribile, Roberta è stata vittima della lupara rosa". L’altra domanda insistente è dove siano ora i suoi resti. "Non lontano dalla sua casa, è là che abbiamo chiesto di cercarli".