Sabato 10 Agosto 2024

Il futuro di San Siro. Inter e Milan a Sala:: "Valutiamo l’acquisto". L’incontro a settembre

Ma i due club non chiudono alla costruzione di un nuovo impianto. Critiche al sindaco da FI: gestisce la struttura come se fosse sua.

Il futuro di San Siro. Inter e Milan a Sala:: "Valutiamo l’acquisto". L’incontro a settembre

In foto lo stadio Meazza, noto anche come San Siro,. dalla zona in cui si trova

di Giuliana Lorenzo

e Marianna Vazzana

È ufficiale: Inter e Milan stanno pensando (anche) di comprare San Siro. L’ipotesi che finora aleggiava, adesso è messa nero su bianco nella lettera che il sindaco di Milano Giuseppe Sala ieri ha ricevuto dai due club i quali, "insieme a un team di advisor tecnici e legali – fa sapere il Comune – stanno valutando gli aspetti tecnici e finanziari, prendendo in considerazione ipotesi relative all’acquisto o al diritto di superficie dello stadio e delle aree di pertinenza". Tradotto: le squadre tengono aperte tutte le porte. Un fronte è quello del “nuovo stadio“. Anzi dei nuovi impianti da realizzare fuori Milano, visto che vanno avanti gli iter per i progetti a Rozzano e a San Donato, mentre non è accantonata neppure l’ipotesi iniziale presentata nel 2019, che prevede la costruzione di un San Siro bis nell’area del Meazza. A complicare la situazione, però, è il vincolo storico sul secondo anello che scatterà nel 2025.

Ora entra in gioco ufficialmente anche la valutazione dell’acquisto di San Siro e aree limitrofe o del diritto di superficie. Anche nel valutare l’ipotesi del piano di fattibilità della ristrutturazione presentato da WeBuild (che prevede circa quattro anni di lavoro mantenendo però le squadre a giocare a Milano), le società avevano dato il via all’analisi solo nel caso potesse essere presa in considerazione quantomeno la cessione dei diritti di superficie del terreno attorno. Il prossimo step sarà l’incontro previsto tra l’Amministrazione comunale e le squadre nella seconda settimana di settembre.

Dal Milan confermano che tutto è ancora aperto, "stiamo lavorando in parallelo – spiega la società – seguendo, su richiesta del sindaco Sala, l’ipotesi di ristrutturazione dello Stadio San Siro (abbiamo fatto le prime verifiche dal punto di vista economico – finanziario) e continuando con l’iter per sviluppare il progetto a San Donato. Sono due ipotesi che viaggiano in parallelo. Non abbiamo pensato alla questione del vincolo, questa è una lettera in cui ci rendiamo disponibili a valutare". A San Donato, nell’area scelta dai rossoneri, è già stata avviata la bonifica del terreno e prosegue l’iter burocratico. I campioni d’Italia dell’Inter sono sulla stessa linea. "I club – spiegano i nerazzurri – nella lettera tengono aperte tutte le strade. Tutti gli scenari sono possibili, c’è ancora in ballo la costruzione del nuovo stadio accanto a San Siro con la riqualificazione del Meazza".

Una partita che accende anche le polemiche. Dal centrodestra arrivano attacchi al sindaco, “colpevole“ di aver gestito la situazione "come se lo stadio fosse di sua proprietà", sottolinea Alessandro De Chirico, consigliere comunale di Forza Italia. Bipartisan è la richiesta di coinvolgere il Consiglio comunale, "l’unico competente a esprimersi sulla fattibilità dell’operazione di vendita o della cessione del diritto di superficie", commentano Riccardo Truppo ed Enrico Marcora (Fratelli d’Italia). Alessandro Giungi (Pd) ha "fiducia che il Consiglio comunale venga coinvolto, quantomeno a livello di informazioni, nel processo di interlocuzione con le squadre". Per Enrico Fedrighini, consigliere ambientalista del gruppo misto, "è il momento di dare vita a una Spa pubblica, a maggioranza di quote del Comune di Milano, con Inter e Milan al 49%. Il modo migliore per gestire un bene pubblico nell’interesse di tutti i cittadini".

Ricapitolando, sono tre i possibili scenari: un nuovo stadio accanto a San Siro con la riqualificazione di quest’ultimo, la ristrutturazione dell’impianto con la possibilità di acquistare lo stadio e gli spazi circostanti e la creazione delle nuove strutture nell’hinterland.