di Marianna Vazzana
Bufera social e mediatica sulla vicenda del piccolo Enea, lasciato il giorno di Pasqua nella Culla per la vita alla Clinica Mangiagalli del Policlinico di Milano, contemporanea ’ruota degli esposti’, con accanto una lettera della mamma. Polemiche soprattutto per il video-appello pubblicato sui social da Ezio Greggio che si rivolge alla donna invitandola a tornare sui suoi passi e offrendole aiuto. A infiammare gli animi è un aggettivo: l’attore e conduttore tv dice che il neonato "merita una mamma vera, non una mamma che poi dovrà occuparsene ma non è la mamma vera". Quel "vera" scatena le critiche di centinaia di genitori adottivi, ma non solo.
Il neonato, che ha circa una settimana di vita, è affidato temporaneamente al Policlinico: prima di avviare il procedimento di adottabilità devono trascorrere 10 giorni, termine utile per il riconoscimento. Nel frattempo decine di famiglie si offrono di adottare il piccolo inviando mail all’ospedale e offrendo disponibilità sulle pagine web della Mangiagalli, senza sapere che esiste già un elenco dal quale il Tribunale potrà attingere.
"Il bimbo è bellissimo, sta bene, e con altri amici siamo pronti a dare una mano alla sua mamma: torna e ti prometto che non sarai sola", sottolinea Greggio, che nel 1994 ha fondato l’associazione che porta il suo nome per l’aiuto ai bimbi nati prematuri. In una foto di gruppo sul sito, a fianco del conduttore sorride Fabio Mosca, direttore della Neonatologia e della Terapia intensiva neonatale del Policlinico che si sta occupando del piccolo insieme al suo staff. Il professore ha parlato di "sconfitta a livello sociale, perché in qualche modo non siamo stati in grado di intercettare una madre in grande difficoltà".
Fuoco alle polveri dopo il video di Greggio. “Italia adozioni“ ritiene "inaccettabili e indegne le parole con le quali chiude il suo appello: si è reso conto che ha dichiarato che esistono genitori di serie A, quelli biologici, e genitori di serie B, quelli adottivi?". Tra i numerosi commenti, quello di una mamma adottiva: "Lo dica a mio figlio che non sono vera". Su Twitter risponde anche il fotografo milanese Andrea Cherchi, adottato quando era piccolo: "Quindi ho vissuto per 50 anni con due genitori che non erano veri? I miei genitori adottivi sono stati, sono e saranno sempre i miei veri genitori".
Greggio ha poi chiarito in un secondo post che "l’appello era rivolto a una madre che probabilmente con l’aiuto di qualcuno che l’aiutasse a superare le difficoltà economiche, o personali o familiari, non sentendosi più sola, potrebbe ripensare alla sua scelta. Nessuna polemica verso quelle fantastiche mamme e famiglie che adottano i bimbi abbandonati e garantiscono loro amore e futuro".
Ma la retromarcia sembra peggiorare lo strappo. Sono tanti gli interrogativi che affiorano. Fondazione Arché è una onlus che si prende cura di bambini e famiglie vulnerabili: "Perché la lettera della madre è arrivata alla stampa? Perché personaggi pubblici, professionisti dello spettacolo, ritengono opportuno prendere enfaticamente posizione su temi così complessi e intimi? Oltre al rischio di gaffe s’irretisce la predisposizione a rivolgersi alle culle per la vita. E si lede la privacy di un bambino". Tra i “comprensivi“, la comunità Superpapà, 327mila iscritti su Facebook: "Sicuramente Greggio fa uno scivolone quando parla di ’mamma vera’ ma le intenzioni sono nobili".