Mercoledì 12 Marzo 2025
GIORGIO CACCAMO
Cronaca

Il figlio fu vittima dei clan. Denuncia della mamma-coraggio: "Certa antimafia ci uccide ancora"

Claudio Domino aveva 11 anni e subì un agguato nel 1986: sarebbe stato un testimone scomodo (involontario). Ma oggi la madre Graziella Accetta accusa chi si è arricchito con il "business della lotta alla criminalità"

Graziella Accetta; dietro di lei una foto del figlio Claudio Domino, ucciso nel 1986

Graziella Accetta; dietro di lei una foto del figlio Claudio Domino, ucciso nel 1986

E se “antimafia“ fosse un plurale e non un singolare? Cioè: non c’è solo una antimafia. C’è l’antimafia dei ricchi e l’antimafia dei poveri. C’è l’antimafia del "dolore" e l’antimafia del "piedistallo". Le virgolette sono di Graziella Accetta. Che certamente non può essere tacciata di essere anti-antimafia, visto che i clan le uccisero, il 7 ottobre 1986, il figlio Claudio Domino, 11 anni.

Solo che oggi Graziella Accetta, che rappresenta quell’antimafia del dolore che non ha fatto carriera né si è arricchita con il "business" (ancora virgolette sue), denuncia proprio chi con la lotta – o meglio, sulla lotta – alla criminalità "si è creato un posto di lavoro". Chi specula con B&B, vendendo gadget, organizzando tour, "per poi raccontare con il sangue degli altri storie romanzate per attirare la loro attenzione". "Loro" sono i ragazzi delle scuole, a cui invece "bisogna raccontare solo la verità nuda e cruda". E quindi Graziella dice "basta".

Claudio fu ucciso probabilmente perché testimone scomodo (e involontario) di un omicidio di mafia o di un traffico di droga. Gli spararono mentre giocava in strada a Palermo con gli amici. Chiesero "chi di voi è Claudio Domino?" e gli spararono un colpo di pistola calibro 7.65 in mezzo agli occhi. Ecco perché ancora oggi Graziella e il marito Antonio ricordano che "l’antimafia è dolore, non è ricchezza né piedistallo". Con una preghiera: "Non uccidete di nuovo i nostri martiri per prendere in giro le persone... Un giorno sarete al loro cospetto e spero possiate guardarli in faccia".

È un fiume in piena, Graziella: "Quando qualcuno dice che lo fa senza scopo di lucro, ma solo perché “vuole sconfiggere la mafia e fare testimonianza e memoria“, permettetemi di dubitarne: chi vive di pensione o di lavoro non si può permettere dieci e più viaggi l’anno. Io vivo di una sola pensione, quella di mio marito. Non ho mai preso un euro e quando vado a fare testimonianza fino a quando la faccio in Sicilia non prendo un euro; se esco fuori chi mi vuole ospitare mi manda il biglietto aereo, vitto e alloggio dove gli pare purché sia pulito e dignitoso. Il nostro gruppo si è imposto di non avere soldi nelle mani. Mai".

Non parla mai dei famigerati "professionisti dell’antimafia" di sciasciana memoria, la critica è casomai ad affaristi e speculatori. Chi vuole davvero fare “testimonianza e memoria“ dovrebbe ripensare che i martiri come Claudio Domino "sono stati uccisi da gente senza onore e si sono sacrificati per consegnare ai nostri giovani e alle generazioni future un mondo migliore e libero". Gratis, pagando con la vita.