
Manuela Bianchi, nuora di Pierina Paganelli, con l’ex amante Dassilva
e Lorenzo Muccioli
Per mesi, hanno coltivato in segreto la loro storia d’amore. Ora sono uno contro l’altra, un duello a distanza giocato su dichiarazioni opposte che cozzano tra di loro. Botta e risposta tra Louis Dassilva, unico indagato per l’omicidio di Pierina Paganelli (avvenuto a Rimini il 3 ottobre del 2023) e Manuela Bianchi, nuora della vittima ed ex amante del 35enne senegalese. Ieri Louis si è sottoposto ad un lungo interrogatorio in carcere, durato quasi sei ore, alla presenza del gip Vinicio Cantarini e del pm Daniele Paci. Al centro le dichiarazioni rese da Manuela il 4 marzo scorso, prima come persona informata sui fatti e poi come indagata per favoreggiamento. Bianchi ha affermato di aver incontrato Louis, la mattina del 4 ottobre del 2023, nel garage sotterraneo di via del Ciclamino.
Dassilva, sostiene Manuela, le avrebbe detto "che c’era una persona a terra tra le due porte tagliafuoco e di andare a chiamare il ragazzo moldavo. Avevo capito che lui l’aveva già vista. Però lì per lì non ho capito altro ed il suo consiglio era di passare di lì e di stare zitta e di non dire che l’avevo vista". "Ci sono delle cose che lei può sapere solo perché gliele ha dette l’assassino oppure era lì mentre uccidevano sua suocera": questa una delle considerazioni fatte dal pm Paci nel corso dell’interrogatorio di Manuela. La quale, a quel punto, sembra ritrattare la sua versione, collocando Louis sulla scena del crimine contrariamente a quanto fatto in precedenza. "Lui era molto nervoso, mi comunica che aveva visto che c’era una persona e che l’avrei trovata lì per terra, io sono rimasta un po’ così perché non capivo cosa stesse dicendo e poi mi ha fatto segno di stare zitta e che ci saremmo visti di sopra". E ancora: "Se lui me lo avesse detto, io avrei forse riferito subito a voi che era stato lui. Io il dubbio che fosse stato lui l’ho sempre avuto", ha aggiunto Manuela, sostenendo inoltre che Dassilva le avrebbe detto di abbracciare il ragazzo moldavo del primo piano per sviare i sospetti dalla loro relazione.
Una serie di affermazioni che ieri sono state però smentite categoricamente dal 35enne. "Il nostro assistito – ha detto l’avvocato Riario Fabbri che, insieme al collega Andrea Guidi difende l’indagato – ha confermato la versione dei fatti che ha sempre fornito. Una versione che collide con quella recentemente fornita dalla signora Bianchi". Ora la palla passa al gip Cantarini, chiamato a decidere sulla richiesta di scarcerazione avanzata dal pool difensivo di Dassilva.