AVETRANA (Taranto)
Valentina Misseri si ‘allinea’ all’autoaccusa del padre Michele: "Non ho dubbi, a uccidere Sarah è stato lui. La voleva violentare, lei si è ribellata e lui l’ha strangolata. L’ha voluta zittire per sempre". Valentina, in un’intervista al programma di Rai3 Farwest condotto da Salvo Sottile, ribadisce con foga: "Mio padre ha ucciso Sarah, ne sono strasicura". Parole-fotocopia con quelle del genitore che, a Le Iene in onda stasera, racconta come si è consumato il delitto in quel torrido 26 agosto 2010 nella villetta di Avetrana, omicidio per il quale sono state condannate all’ergastolo Sabrina Misseri e Cosima Serrano. ‘Zio Michele’ è un uomo libero, dopo aver scontato 8 anni per soppressione di cadavere, ma non è stato ritenuto responsabile dell’omicidio, nonostante in più occasioni abbia dichiarato: "Sono io l’assassino". La sua confessione, in passato cambiata diverse volte, non è stata ritenuta credibile dai giudici, che hanno puntato sulla colpevolezza di Sabrina.
Una valutazione che non collima con quella di Valentina che esprime forti dubbi sulla correttezza delle indagini e del processo che hanno portato alla condanna di madre e sorella. Sostiene, infatti, che ci siano state "forzature" degli inquirenti. "La prima versione di mio padre ha, invece, un senso logico e lineare", dichiara. E con chi immagina che la morte di Sarah sia la conclusione di un complotto familiare ordito da Cosima e Sabrina in un contesto di gelosia nella famiglia, la figlia maggiore protesta: "È la sceneggiatura di un film, priva di reale fondamento". In realtà una serie tv ’Avetrana – Qui non è Hollywood’ è stata annunciata da Disney e andrà in onda dal 25 ottobre, suscitando disappunto nel sindaco di Avetrana, Antonio Iazzi, che non esclude azioni legali per vietare l’uso del nome e l’accostamento alla tragedia. Ma la vicenda continua a tenere banco in tv tanto che, dopo l’intervista di Valentina, stasera sarà ‘zio Michele’ a conquistare il teleschermo. Nell’intervista a Le Iene l’uomo descrive con dovizia di particolari le fasi del delitto, compreso il momento in cui avrebbe tentato di abusare della nipote e il successivo omicidio per impedirle di raccontare l’accaduto.
Misseri giustifica le numerose versioni differenti fornite negli anni affermando di essere stato manipolato dagli inquirenti, che lo avrebbero costretto a cambiare le proprie dichiarazioni. Non solo: racconta di essere stato abusato da bambino, con la complicità del padre. "Quando avevo 6 anni mio padre mi portò in una masseria a fare il pastorello. Lì mi hanno violentato. Non l’ho mai detto a nessuno".
Nino Femiani