Treviso, 6 luglio 0224 – L’autopsia cambia il caso di Alex Marangon. Il barman 25enne di Marcon (Venezia) trovato morto nel fiume Piave dopo aver partecipato a un rituale sciamanico all’abbazia di Santa Bona a Vidor (Treviso) aveva numerose ferite in testa. Verosimilmente provocate da un oggetto contundente.
L’autopsia
L’autopsia eseguita dal medico legale Alberto Furlanetto della procura di Treviso, e da Antonello Cirnelli, perito della famiglia della vittima (presenti anche i carabinieri), punta quindi a una causa di morte diversa rispetto a quella che si era immaginata fin qui, quando si parlava di un suicidio, ora pista esclusa, o di un incidente. Per l’esito degli esami tossicologici, che potrebbero chiarire la sua situazione mentale dopo l’assunzione dell’ayahuasca (decotto psichedelico a base di diverse piante amazzoniche, ndr), si dovranno invece attendere ancora una decina di giorni.
La scomparsa
Marangon era sparito nella notte tra sabato 29 e domenica 30 giugno, durante il rituale a pagamento (200 euro la quota di iscrizione) per festeggiare il Sol de Putamayo organizzato da Andrea Gorgi Zuin, noto come "Zu", e la compagna Tatiana "Tati" Marchetto. Il suo corpo è stato trovato due giorni dopo su un isolotto del fiume Piave a Ciano del Montello, in provincia di Treviso. Oltre alle due pozioni dell’allucinogeno vietato dal ministero della Salute, Alex – sofferente di asma – per alleviare il disagio si sarebbe sottoposto anche a un’iniezione di veleno di rana amazzonica sapo/kambo, altra pratica curativa sciamanica.
Le prime ipotesi
Le prime ipotesi puntavano sulla caduta accidentale in acqua dovuta allo stato confusionale oppure all’assalto di qualche animale selvatico, ma qualcuno potrebbe anche averlo gettato nel fiume già cadavere, magari perché spaventato per l’inaspettata morte del ragazzo.
L’indagine ora punta a chiarire cosa sia successo nella notte in cui Marangon è sparito dall’abbazia. I due organizzatori avevano invitato uno sciamano direttamente dal Sudamerica. E a quanto pare quando Marangon si è allontanato dalla chiesa sconsacrata Tati e Zu lo hanno seguito per cercare di recuperarlo. In più, tra la sua scomparsa e l’allarme dato alle 6 del mattino ci sono tre ore di tempo in cui non si sa bene cosa sia successo a Santa Bona.
Il legale: “Chi sa parli”
Ora gli investigatori escludono che il giovane si sia auto-inferto le ferite alla testa, così come che a provocarle sia stata una caduta accidentale. Adesso parte la caccia “all’oggetto contundente" che ha provocato la morte di Alex a soli 25 anni. E l’inchiesta potrebbe puntare all’omicidio. "Una storia molto fitta in cui chiediamo che chi sa parli", ha detto Stefano Tigani, legale dei familiari di Alex.