Bologna, 19 giugno 2023 – Patrick Zaki ha consegnato la sua tesi di laurea all’Università di Bologna (è iscritto al Master Gemma, corso di studi di genere e delle donne, ndr) e ora si appresta a chiedere al procuratore generale egiziano il permesso di poterla venire a discutere personalmente. Zaki, che è rimasto in carcere per 22 mesi ed è imputato per un articolo del 2019 in cui prendeva le difese dei copti (la minoranza cristiana d’Egitto), in questo momento è libero, in attesa del processo, ma non può lasciare il suo Paese.
Patrick, la presentazione della tesi di laurea magistrale è uno dei suoi sogni. Di cosa tratta?
"Del ruolo dei media e di come affrontano i problemi delle minoranze. È un lavoro che arriva dopo quattro anni dall’inizio di un lungo e faticoso percorso".
Ha avuto problemi per l’invio?
"No, ho seguito la procedura che è propria di tutti: è stata presentata on line come fanno tutti gli altri colleghi".
Quando è fissata la discussione?
"L’amministrazione universitaria mi ha avvisato che la data prevista potrebbe essere il 4, il 5 o il 6 luglio".
Lei non può viaggiare all’estero. Come pensa di fare?
"Presenterò subito una nuova richiesta al procuratore generale egiziano per chiedere il permesso di potermi recare a Bologna, per discutere la mia tesi e partecipare alla cerimonia di laurea. Naturalmente sono pronto a ritornare in Egitto prima di ogni impegno relativo ai miei processi che sono previsti per luglio".
Ci sono buone speranze?
"No, ma non voglio perderle completamente. Ho deciso che ogni volta che si presenterà l’occasione, avanzerò la mia richiesta. Tutto questo accade in concomitanza con la sessione del Comitato nazionale di dialogo per discutere delle libertà accademiche. Sono in Egitto, non ho intenzione di trasferirmi in un altro Paese e questo le istituzioni statali lo sanno".
Se tornerà a Bologna, quale sarà la prima cosa che farà?
"Andrò in piazza Maggiore perché mi manca tantissimo. Poi subito dalla mia professoressa Rita Monticelli (una delle relatrici della tesi) e dai miei amici che sono ancora lì a Bologna e sono tantissimi".
Li ha sentiti ultimamente?
"Sì, ogni settimana per il lavoro della tesi. Siamo sempre in contatto e tutti loro vogliono sapere ogni novità che mi riguarda: sperano che questa situazione si risolva definitivamente".