Mercoledì 17 Luglio 2024
DAVID ALLEGRANTI
Cronaca

Il caso Sollicciano. Non tutti i giudici sono uguali:: "Carcere invivibile"

Dopo i ricorsi rigettati nei mesi scorsi, un’ordinanza di segno opposto. La magistrata Susanna Raimondo accoglie il reclamo di un detenuto:. "Condizioni degradanti che compromettono il diritto alla salute".

Il caso Sollicciano. Non tutti i giudici sono uguali:: "Carcere invivibile"

Il caso Sollicciano. Non tutti i giudici sono uguali:: "Carcere invivibile"

La magistratura di sorveglianza non è tutta uguale. Il che è un bene, ma significa anche che un detenuto può essere fortunato o sfortunato. Dopo molte cattive notizie sul fronte del carcere, oggi QN ve ne può dare una positiva. Susanna Raimondo, magistrata del Tribunale di Sorveglianza di Firenze, ha appena accolto il reclamo di un detenuto del carcere di Sollicciano, presentato lo scorso 7 marzo grazie alla collaborazione de L’Altro Diritto, ordinando all’amministrazione penitenziaria e alla direzione dell’istituto di provvedere all’immediata ripresa di una serie di interventi già programmati, da terminare entro 60 giorni. In caso di inerzia dell’amministrazione, una volta passati i 60 giorni, il detenuto dovrà essere trasferito non in un’altra cella o in un’altra sezione, ma "in un diverso istituto ove siano garantite le minime condizioni di vivibilità". Con l’ordinanza si dice che Sollicciano non è un carcere in cui un ristretto possa vivere in condizioni accettabili. Il detenuto in questione lamentava, oltre alla mancanza di acqua calda nella cella, la presenza di umidità e muffa da infiltrazioni d’acqua, "che in caso di precipitazioni atmosferiche provocavano gli allagamenti degli ambienti", nonché la presenza di topi, pidocchi, zecche e cimici nei letti. L’ordinanza è molto dettagliata e dà conto delle gravi problematiche del carcere di Sollicciano: "Le condizioni possono considerarsi severamente critiche".

E poi: "Non vi è dubbio che sono assolutamente legittime le denunce relative alle annose problematiche circa le carenze igienico-manutentive dell’istituto. È comprovata la massiccia presenza di infiltrazioni d’acqua, a volte di veri e propri allagamenti, di umidità, di muffe e distacchi di intonaco in numerosi ambienti della casa circondariale". Al detenuto, "a causa delle condizioni degradanti dell’istituto, è gravemente compromesso il diritto alla salute e il diritto a una detenzione rispettosa del senso di umanità e della propria dignità". Le infiltrazioni piovane anche all’interno della cella con caduta di residui di intonaco sui letti configurano "trattamenti inumani e degradanti", lo stesso vale per la presenza di insetti e parassiti.

"Il provvedimento è importantissimo", dice il filosofo del diritto Emilio Santoro, fondatore de L’Altro Diritto: "Per il dettaglio della documentazione esaminata sulle condizioni di Sollicciano e del rigore della motivazione, riafferma la serietà della magistratura di sorveglianza fiorentina: i detenuti di Sollicciano, a dispetto della recente ordinanza che scherniva uno di loro, affermando che pretendere di avere l’acqua calda vuol dire confondere il carcere con un albergo, ora sanno che possono contare su ‘un giudice a Berlino’". L’ordinanza "documenta le condizioni inaccettabili dell’intero carcere e impone che, in mancanza di un loro risanamento, la detenzione non possa avvenire a Sollicciano ordinando all’amministrazione penitenziaria di far eseguire la pena in un carcere diverso. L’affermazione è importante e dovrebbe costringere l’amministrazione a bloccare ingresso di nuovi arrestati e condannati. Ora è ufficiale che se si manda qualcuno a Sollicciano gli si infligge intenzionalmente un trattamento inumano e degradante". A Santoro "rimane una sola perplessità: la giudice dà 60 giorni all’amministrazione per svolgere i lavori di adeguamento del carcere e nulla dispone sulla messa in sicurezza del detenuto ricorrente in questi 60 giorni".