Le urla strazianti e disperate di una donna che, mezza nuda e imbrattata di sangue alle 7 del mattino si trascina fuori dalla sua camera d’albergo e supplica aiuto ai vicini e a un’addetta alle pulizie. Nella stanza il cadavere del suo compagno, l’ex campione inglese di rugby Ricky Bibey, 40 anni. Al primo piano dell’Hotel ’Continentale’ – location incastonata a trenta metri dal Ponte Vecchio – accorrono dipendenti, soccorritori del 118, polizia. Davanti a loro si disvela uno scenario raccapricciante: un corpo a terra, è il cadavere di Bibey, sangue quasi dappertutto, la donna imbrattata, sotto choc, disordine ovunque quasi fosse passato un tornado. È finita in tragedia la vacanza fiorentina, qualche giorno, fors’anche per possibili affari immobiliari, della coppia di Manchester arrivata al ’Continentale’ appena poche ore prima. L’ex rugbista morto, la sua compagna di 44 anni in gravi condizioni a Careggi, operata per una lacerazione. Ha ecchimosi e segni marcati sul collo.
È ricoverata in codice rosa, come le donne che subiscono violenza di genere. Il pm Ester Nocera e il capo della Mobile Andrea Di Giannantonio si mantengono prudenti. La prima ipotesi di una certa fondatezza è quella di un atto di sesso estremo finito malissimo. Nella stanza sono stati sequestrati alcuni oggetti.
Lui, però, perché e come è morto? "Forse infarto" dice qualcuno. A quarant’anni, il fisico ancora aitante da sportivo: certo, se emergesse che Bibey era compromesso da sostanze, lo scenario potrebbe mutare.
Qualcuno butta lì la possibilità che sia soffocato. Il medico legale, Martina Focardi, non azzarda. Il corpo dell’ex professionista della lega inglese tra il 2000 e il 2010 non presenta segni apparenti di violenze, al più della colluttazione tra la coppia intenta a fare il ’gioco’. Eppure c’è da far luce su più aspetti. Risposte nette si avranno da autopsia e accertamenti tossicologici, istologici, alcolemici. Nessun chiarimento su cosa è accaduto in quella stanza è arrivato dalla donna: soccorsa in stato di semi incoscienza, sedata, si è risvegliata, è andata sotto i ferri, ne è uscita fuori pericolo, di nuovo sedata. La polizia sperava di sentirla subito, al più tardi oggi: potrebbe essere ancora presto. Sesso portato all’estremo, fino alla violenza, magari sotto l’effetto di farmaci particolari, o droghe.
"Non c’è mezzo elemento che possa far pensare alla presenza in quella camera di un’altra, o di altre persone, partecipanti al ’gioco’ finito male. Né a un’aggressione violentissima", dice una fonte qualificata della Questura. Né mancano pare dalla stanza, sequestrata, gli effetti personali dei due, preziosi o soldi. Venerdì sono rientrati in camera da soli, nessuno che li accompagnasse: ne è sicura la polizia che ha sentito i receptionist. Che abbiano incontrato qualcuno salendo in camera? Molto difficile. Non ci sono ’evidenze’. Ma, avvisata con un fax l’ambasciata inglese a Roma, non si è trascurato niente. Il sopralluogo della Scientifica è proseguito fino a pomeriggio inoltrato.
Giovanni Spano