Lunedì 25 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Cronaca

Il branco di Caivano. Arrestati nove ragazzini. C’è anche il fidanzato di una delle due cuginette

Accusati di stupro: sei minori e due maggiorenni in carcere, uno in comunità. Il Gip: "Crudeli e senza scrupoli, minacciavano le vittime di diffondere i video". .

Il branco di Caivano. Arrestati nove ragazzini. C’è anche il fidanzato di una delle due cuginette

Il branco di Caivano. Arrestati nove ragazzini. C’è anche il fidanzato di una delle due cuginette

Nove misure cautelari: sette per minori (sei in carcere, uno in comunità) e due per over 18, accomunati da un comportamento "brutale", "crudele" e dalla "totale assenza di pietà". Così li descrive il Gip. Le viscere nere del Parco Verde di Caivano vomitano una conferma: lo stupro e le violenze contro le due cuginette di 12 e 10 anni non erano un fatto isolato. No, era un comportamento ripetuto, diretto a sottomettere e a dominare le bambine, umiliarle ("noi siamo i caprai e voi le pecore") e magari piazzare sul web i video hot (almeno cinque) delle loro bravate. Con molto coraggio e vincendo i condizionamenti di un ambiente ostile (due degli arrestati sono rampolli di camorristi), le due ragazzine hanno riconosciuto uno per uno i loro aguzzini, ricostruendone il ruolo. Uno di questi, era anche il fidanzatino, minorenne, della dodicenne: costringeva la sua ‘amata’ a sottostare alle sue voglie. E se si fosse ribellata, avrebbe usato il bastone o pugni e calci.

C’è un episodio, contenuto nelle ordinanze cautelarI, che è particolarmente agghiacciante. Agli inizi di luglio, uno degli arrestati avrebbe invitato la dodicenne a casa sua e le avrebbe chiesto di spogliarsi. Al rifiuto, l‘avrebbe costretta a un rapporto sessuale. Non contento della violenza, aveva preso il telefonino e fatto partire una videochiamata alla chat degli amici. Poi avrebbe avvicinato lo smartphone al corpo della ragazza, in modo che venisse inquadrata in volto durante le violenze. Il commento dei sodali allo "stupro in diretta" erano risate e battute divertite all’amico affinché continuasse a fare i suoi comodi, altrimenti "lo diciamo al padre". Dopo il rapporto sessuale, ha riferito la ragazzina, sarebbe rientrata la madre dell‘indagato, che avrebbe solo ‘consigliato’ il figlio a lasciar perdere perché era piccola.

Pochi giorni dopo, lo stesso ragazzo avrebbe invitato nuovamente in casa la ragazzina con la scusa di un chiarimento. Ma, al rifiuto di avere un rapporto sessuale, l‘avrebbe violentata di nuovo e, anche in quel caso, avrebbe ripreso il rapporto sessuale col telefono cellulare. È solo un brandello del calvario sofferto dalle due bambine del Parco Verde. Una via crucis iniziata mesi prima al "Delphina", il centro sportivo abbandonato, poi in villa comunale dove qualcuno aveva addirittura creato una sorta di tenda per rendere possibile i rapporti sessuali. Quando la cosa è esplosa perché il fratello di una delle due bambine aveva avuto un sms, le cuginette hanno iniziato a raccontare l’orrore, ripercorrendo tutta la loro sofferenza con l’aiuto di psicologhe infantili.

Intanto erano scattate le indagini, affidate ai carabinieri dal tribunale dei minorenni di Napoli, che aveva disposto l‘allontanamento da casa delle due piccole vittime. "I video realizzati durante gli stupri mostrano la crudezza con cui venivamo trattate dal branco le due vittime, minacciate e trattate alle mercé di cose", hanno scritto i magistrati. Dalle chat, dai messaggi e video recuperati da telefoni e computer è venuto fuori, infatti, il quadro raccapricciante degli abusi. Costante degli stupri erano i video che riprendevano le violenze anche in diretta. L’intento era triplice: ricattare le vittime obbligandole al silenzio, avere un ricordo delle ‘bravate‘ commesse e, infine, tentare di spuntare un po’ di soldi, vendendo i filmati ai pedofili, frequentatori della rete.