Giovedì 14 Novembre 2024

Onlus Ics: “Le minacce a musulmane in burkini sono perseguibili penalmente. La convenzione europea dice no a limitazioni all'abbigliamento per motivi religiosi”

Il presidente Gianfranco Schiavone: "I fatti accaduti al bagno 'Il Pedocin' di Trieste sono di eccezionale gravità”

Una donna in burkini

Una donna in burkini

rieste, 14 agosto 2023 - Le minacce subite dalle donne musulmane al mare a Trieste sono perseguibili penalmente, e in mancanza di pericoli, seguendo la convenzione europea non si possono imporre limitazioni all'abbigliamento per motivi religiosi, ha sottolineato Gianfranco Schiavone, presidente del Consorzio italiano di solidarietà (Ics), che ha quindi invitato le donne oggetto delle minacce a rivolgersi agli uffici della Onlus, impegnata nell'accoglienza dei richiedenti asilo, per un confronto finalizzato alla loro tutela.

"I fatti accaduti al bagno 'Il Pedocin' di Trieste, dove si sono verificate esplicite minacce verso un gruppo di donne mussulmane che facevano il bagno in mare coprendo il proprio corpo, sono di eccezionale gravità e le condotte illecite messe in atto, sanzionabili sul piano penale, andrebbero perseguite senza indugio", ha sottolineato Schiavone, che ha invitato anche le "cittadine coraggiose che sono state testimoni delle minacce di rendersi disponibili come testimoni".

Il presidente di Ics ha anche voluto ricordare dal punto di vista legale che "non è possibile imporre alcuna limitazione all'abbigliamento per motivi religiosi in base all'articolo 9 della Convenzione europea dei diritti dell'Uomo. L'utilizzo di abiti durante il bagno in mare non comporta infatti alcun pericolo né per la sicurezza, né per la salute pubblica e costituisce dunque espressione di una libertà inviolabile tutelata dall'ordinamento giuridico".

Schiavone quindi ha ricordato che il compito di uno stato democratico è "la difesa dei diritti delle persone e della loro libertà e tutte le società moderne e avanzate si caratterizzano per proteggere in maniera decisa ogni forma di diversità e di convivenza tra diverse culture e tradizioni nel rispetto dei valori costituzionali".

Inoltre "non sussiste dunque alcun obbligo di adeguarsi a presunti 'abitudini' e prassi locali, come impropriamente sostenuto da diversi esponenti politici e persino dal sindaco di Trieste che, nello svolgimento della sua carica istituzionale, è invece chiamato a garantire la sicurezza e l'incolumità delle persone in ogni luogo".

Quindi, ha continuato Schiavone, di conseguenza "non sussiste alcuna possibilità di introdurre alcun regolamento che vieti l'utilizzo di 'burkini' e di altre forme di copertura del corpo". In conclusione Schiavone: "Ics richiama con forza il Comune di Trieste, titolare dello stabilimento balneare, ad adottare tutte le misure di vigilanza necessarie a tutelare la sicurezza e l'incolumità delle bagnanti e a vigliare contro ogni condotta violenta".