Lunedì 4 Novembre 2024
Davide Nitrosi
Cronaca

Oriundi e passaporto italiano, i sindaci sul piede di guerra: "Così è a rischio la democrazia"

Val di Zoldo, 1.700 residenti all’estero, meno di tremila abitanti. Il primo cittadino: "Le pratiche bloccano gli uffici"

I sindaci sul piede di guerra : "Così è a rischio la democrazia"

Val di Zoldo, 1.700 residenti all’estero, meno di tremila abitanti. Il primo cittadino: "Le pratiche bloccano gli uffici" .

Val Di Zoldo (Belluno), 4 novembre 2024 – Meno di tremila residenti, ma oltre 1700 iscritti all’Anagrafe dei residenti all’estero (di cui almeno 700 sudamericani). Val Di Zoldo, piccolo Comune bellunese, è uno dei casi più clamorosi. Ma non l’unico in Veneto. Il sindaco Camillo De Pellegrin, alla guida di una giunta civica, è però in prima linea contro le distorsioni dello Ius sanguinis. "Ne parlo da 6 anni, ho evidenziato le falle di questa legge. Sono arrivato ad appendere anche la bandiera brasiliana nella facciata del Municipio per protesta".

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Siete il caso limite?

"Ci sono Comuni messi peggio. Prenda Soverzene: 360 abitanti, 900 iscritti all’Aire. È un problema nazionale. Accade in Molise, in Piemonte con gli immigrati argentini, in alcuni Comuni della Lombardia".

Nostalgia delle radici?

"Mah, in realtà c’è un problema di criminalità organizzata. Cinque anni fa si è presentato qui da noi un tizio a chiedere la cittadinanza per lui e tanti altri parenti: era ricercato a livello internazionale per traffico di armi. Dietro a chi ha un legame vero con la terra d’origine ci sono altri che hanno interessi diversi. E si infanga così la parte buona".

Crede che il fenomeno sia stato sottovalutato?

"É stato ignorato, ma è la madre di problemi, o comunque è uno dei grandi problemi italiani. Ci sono pericoli, come ha dimostrato il caso dei cittadini di origine libanese che hanno ottenuto il passaporto italiano a Caracas e che, si è scoperto poi, erano Hezbollah".

Non si può fare di tutta l’erba un fascio.

"Infatti. Esiste sicuramente un vero legame con l’Italia da parte degli oriundi, ci sono gemellaggi, iniziative di fraternità. Ma ormai si fa fatica a distinguere. Migliaia di cittadinanze nuove incidono anche sul quorum elettorale".

Se venissero in massa nei vostri piccoli Comuni eleggerebbero il sindaco.

"Sindaco o no, uno Stato di diritto non deve neppure prendere in considerazione la possibilità che accada una distorsione delle regole democratiche".

Distorsione della democrazia?

"Guardi, gli effetti distorsivi sono tanti. Oltre ad un corpo elettorale influenzato da un’alta percentuale di elettori che vivono all’estero, la cittadinanza italiana alla fine così viene svilita, magari facendo scadere il valore del nostro passaporto. Poi pensiamo alla possibilità di fruire della sanità pubblica senza avere mai contribuito alla spesa. Ma anche i possibili abusi sulle pensioni".

Dietro questo fenomeno ci sono lobby di interesse?

"Ci sono centinaia di agenzie che si occupano della cittadinanza Ius sanguinis, organizzano tutto, viaggi inclusi in Italia. Gli interessi sono enormi".

Dal punto amministrativo i Comuni riescono a gestire tutte le richieste di cittadinanza?

"Questo è un altro problema. Noi abbiamo 500 pratiche da trascrivere all’anagrafe. Gli avvocati ci chiamano tutti i giorni per sapere a che punto siamo. Ma il mio Comune deve garantire prima i servizi alla comunità che vive qui".