![Il governo incontra le Regioni: nuove misure in stand by. Ma Forza Italia frena. Scotti (Fimmg): "Noi dipendenti pubblici? Si perde il rapporto con i pazienti". Il governo incontra le Regioni: nuove misure in stand by. Ma Forza Italia frena. Scotti (Fimmg): "Noi dipendenti pubblici? Si perde il rapporto con i pazienti".](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/NWZlNDJiMWEtYjE0Mi00/0/i-medici-di-famiglia-in-trincea-contro-la-riforma-non-siamo-degli-impiegati.webp?f=16%3A9&q=1&w=1280)
Il governo incontra le Regioni: nuove misure in stand by. Ma Forza Italia frena. Scotti (Fimmg): "Noi dipendenti pubblici? Si perde il rapporto con i pazienti".
"Penso che alla base di tutto vi sia, da parte di alcune Regioni, una tensione legata alla necessità di realizzare gli obiettivi del Pnrr ovvero la gestione delle Case di comunità, progetto che questo governo ha ereditato da scelte precedenti ma rispetto al quale siamo ormai impegnati con l’Europa. La mia impressione è che il governo, con questa riforma, stia cercando di capire come dare una soluzione alle Regioni. Ma così facendo riduce ulteriormente l’attrattività verso questa professione". Il segretario generale nazionale della Federazione dei medici di medicina generale (Fimmg), Silvestro Scotti, boccia in toto la bozza di riforma della Medicina generale che prevede il passaggio dei medici di famiglia al rapporto di dipendenza diretto con il Ssn.
Pensa che questa riforma, alla fine, si farà?
"Si sta scrivendo tutto e il contrario di tutto, addirittura che ci sia un documento firmato dal ministro della Salute. Io ho avuto modo di parlare con il ministro, il quale sentendo parlare di ‘riforma Schillaci’ mi è sembrato anche abbastanza irritato. Come Fimmg non possiamo accettare una soluzione disruptive, come quella che viene oggi portata alla discussione pubblica, senza affrontare prima tutta una serie di temi pratici. Una soluzione proposta senza aver coinvolto i professionisti".
Dopo la firma dell’accordo, un anno fa, perché le Case di comunità non stanno partendo?
"Perché l’accordo è fermo alla programmazione delle Regioni che devono fare la mappatura degli ambiti territoriali carenti: non l’hanno fatta per dieci mesi e non la stanno facendo. E mentre noi aspettiamo questa programmazione, mentre aspettiamo questa riforma, i medici che vanno in pensione come saranno sostituiti?".
Quali effetti avrebbe il passaggio dei medici di famiglia a un rapporto di dipendenza?
"Il primo è la fine del rapporto fiduciario con il paziente. La gente pensa che i medici di famiglia lavorino tre ore, sfido a venire nel mio studio per capire quando inizia e quando finisce una giornata. Come dipendente come organizzo l’assistenza domiciliare? Come faccio a garantire una reperibilità telefonica? Io rispondo sempre al telefono, anni fa una mia paziente mi ha inviato un referto di un esame mentre ero in vacanza ad agosto: l’ho aperto e ho visto che aveva 7 di emoglobina e sono subito intervenuto. Il vero investimento che oggi serve è quello sulla prevenzione primaria e secondaria e sugli stili di vita. Su questo riesce ad agire un medico che è inserito nella comunità, conosciuto dal paziente".
Un medico impiegato avrebbe un rapporto impersonale con i pazienti?
"Sì, perché sostanzialmente la dipendenza creerà turni orari con un medico a richiesta che amplificherà ulteriormente il meccanismo consumistico che già oggi, purtroppo, sta mandando in burnout la medicina generale. Il tema è poter avere la ricetta a qualunque ora, poter avere una risposta, rispetto a un soggetto che non è acuto e in emergenza, a qualunque ora".
L’attività dei medici di medicina generale verrà ridotta a una sorta di call center?
"Vogliono un ‘medico squillo’ e andando in questa direzione lo avranno. Sarò l’ultimo dei romantici, ma io come medico voglio continuare ad avere una capacità di decisione che mi consente di agire in maniera corretta sul piano dell’appropriatezza clinica grazie alla mia conoscenza del paziente".