Con la vittoria di Elly Schlein si riapre il cantiere dell’alleanza con voi?
"Il nostro auspicio è che con questo passaggio il Pd possa fare chiarezza, imboccare una strada precisa e liberarsi da certe ambiguità del passato e del presente – avvisa Mariolina Castellone, Vicepresidente del Senato, influente dirigente del Movimento - Il M5S ha sempre detto che non ne fa e non ne farà una questione di volti, ma una questione di temi per noi prioritari nell’interesse dei cittadini. L’elezione della Schlein fa ben sperare, ma dovremo verificare i fatti".
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Su quali fronti si potranno misurare i riavvicinamenti?
"Mi auguro che convergenze possano essere trovate e approfondite su diversi temi difesi e sviluppati dal Movimento: un’autentica tutela dell’ambiente, che non sia salottiera o di facciata, ma ponga l’Italia nella condizione di vincere le sfide della transizione ecologica e di sfruttarne tutte le opportunità economiche; l’introduzione del salario minimo, senza diversivi o scappatoie; il contrasto al precariato e ai bassi redditi che affliggono l’Italia da 30 anni; un approccio di politica economica orientato agli investimenti, contrario agli attuali rigurgiti austeritari del centrodestra, che preveda uno Stato non invadente ma presente, soprattutto quando si tratta di sostenere cittadini e imprese; la necessità di incrementare gli investimenti pubblici in sanità e istruzione, le infrastrutture del Paese a più alto ritorno per la collettività, come ha dimostrato la pandemia".
Sul salario minimo e sul Superbonus farete fronte comune?
"Sono due tra i temi per il M5S imprescindibili. Sull’introduzione del salario minimo da 9 euro lordi l’ora il Pd deve fare definitiva chiarezza e liberarsi una volta per tutte da sofismi che lo hanno portato ad essere più che altalenante. Sul Superbonus mi pare che i Dem stiano riconoscendo la follia governativa della cancellazione dello sconto in fattura e della cessione dei crediti fiscali. Si tratta di un meccanismo economico vincente, individuato per primo dal M5S, che ha dimostrato di saper generare ingente liquidità a beneficio del sistema economico".
Sulla politica estera e sulle armi all’Ucraina vi aspettate che la Schlein possa ritrovarsi con voi?
"Anche qui la nostra speranza è che adesso il Pd possa contribuire alla messa a fuoco di una questione da subito posta in evidenza dal M5S: l’escalation militare non porta da nessuna parte e deve lasciare il passo a un impegno negoziale, pur nella consapevolezza delle enormi difficoltà che questo sforzo diplomatico comporta. Nelle ultime settimane, tra l’altro, i due capi di stato maggiore della Difesa americano e italiano, rispettivamente Mark Milley e Giuseppe Cavo Dragone, hanno condiviso perplessità sulla continuazione di questo conflitto, lanciando un messaggio chiaro alla comunità internazionale".
È ipotizzabile un coordinamento delle vostre opposizioni a livello parlamentare?
"Vedremo, si parte dai temi. Il modus operandi viene dopo e se ci sono le premesse potrà essere declinato con fluidità".
Non temete che il Pd della Schlein possa essere anche un vostro concorrente diretto? Alle europee si vota con il proporzionale.
"Guardi, noi non temiamo concorrenze. Sulle battaglie che facciamo da anni, spesso in solitaria, siamo semplicemente pronti e molto ben disposti a unire i nostri sforzi a quelli di tutti coloro che avranno intenzione di convergere con nettezza, trasparenza e intransigenza sui pilastri di una visione di Paese diametralmente opposta a quella coltivata in questi pochi mesi di Governo dal centrodestra".