Chiamale, se vuoi, polemiche. A volte feroci, a volte costruttive, a volte distruttive. Una giornata faticosa e impegnativa anche in Rete per Carlo Calenda che, dopo l’accordo con il Pd, ha dovuto fronteggiare molti utenti sui social senza peli sulla lingua.
"Agli amici del “dovevamo rompere“, credetemi, mi viene piuttosto naturale. Ma se ci sono le condizioni per costruire, si costruisce". Il leader di Azione ribatte così via Twitter ai follower che ieri hanno criticato l’accordo elettorale raggiunto con il Pd.
"Con Bonelli Fratoianni Speranza Orlando Provenzano eccetera che cosa costruisci?", risponde Francesco Di Santo. Ed ancora Paolo Marongiu: "Ma che condizioni vuoi che ci siano con Liberi e Uguali, Sinistra Italiana, Verdi e Di Maio? Carlo permettimi di dire che oggi (ieri per chi legge ndr) la scelta presa ha tolto una speranza a molti elettori".
E poi ecco che qualcuno ci va giù durissimo, pronosticando un futuro non facile, ammesso che ci sia, per la formazione politica dell’europarlamentare: "Per 15 collegi? Fossero stati 30 avremmo apprezzato. Ps: mi creda, Azione oggi è finita perché quel progetto, dentro al minestrone con Luigi Di Maio e Andrea Orlando non ha senso e non ha nessuna visibilità. E non sa quanto mi dispiace".
È la volta di Maia che si dice profondamente delusa (e usa il “tu“ verso il suo leader): "Che delusione sei, Carlo… mi ero iscritto ad Azione per ben altre prospettive… Siete come gli altri… Punto", la triste conclusione.
Quasi tutti i commenti sono dello stesso tenore? In maggioranza sì, ma c’è anche qualcuno che apprezza la mossa politico-elettorale di Calenda sottolineando: "Francamente questa è la migliore notizia che sento dalla crisi di governo. In bocca al lupo", scrive, contento, Spoopy.
Massimiano esprime un concetto che si richiama alla legge elettorale: "Ha fatto bene. Si chiama #realpolitik. E si chiama anche #rosatellum. Se vincete, tutti porteranno a casa qualcosa. Quando ci si deve alleare e ci sono sbarramenti e sistemi misti, è così che bisogna fare".
Ovviamente qualcuno dichiara che può scordarsi il voto: "Mi avevi convinto. Ma darti il voto adesso dopo questo non accordo ma tradimento non ha senso. Il mio voto dove c’è Speranza non ci andrà mai. Saluta tutti – è la conclusione irritata – e buona ammucchiata".
C’è anche chi punta il dito sul tipo di alleanze: "Tutto bello – dice un’appassionata di politica calendiana – però qualcuno spieghi perché lasciare fuori Italia Viva considerato che parlate esattamente la stessa lingua".