Venerdì 30 Agosto 2024

I fantasmi della piazza: "La notte del delitto c’erano 3-4 persone"

I residenti: litigi, spaccio, risse, noi abbiamo paura

I fantasmi della piazza: "La notte del delitto c’erano 3-4 persone"

Il memoriale con fiori e messaggi nel luogo dove è stata accoltellata a morte Sharon Verzeni, la notte tra il 29 e il 30 luglio

TERNO D’ISOLA (Bergamo)

Erano 3 o 4 in piazza Sette Martiri, la sera del 29 luglio. Lo ha raccontato il pizzaiolo Mohamed: dopo l’uccisione di Sharon si è "smaterializzato" uno dei frequentatori abituali, una presenza fissa nel centro di Terno d’Isola. Il sagrato, la chiesa di San Vittore Martire. Tre, quattro persone possono sembrare un numero esiguo in un luogo che di giorno è il centro, il piccolo cuore di una comunità di 8mila abitanti, e che la sera si trasforma in una specie di angiporto, di spaccio e risse.

"Ma non c’è da meravigliarsi", precisa una negoziante della piazza: "Si vede che quella sera gli spacciatori si erano già ritirati e i loro clienti erano andati a infrattarsi. Una volta c’era un giorno fisso per lo spaccio: il giovedì. I pusher si presentavano con lo zainetto e cominciava il movimento. Adesso sarà cambiato. Qui, di pomeriggio, arriviamo a contare anche trenta o quaranta persone, perché viene gente da altri paesi. Quel giorno sarà stato lo stesso. Tutti in piazza nel pomeriggio e via la sera, tranne quelli che si fermano a dormire in macchina perché non hanno casa". Una cliente: "Spacciano ancora, anche all’angolo della telecamera, quella che sicuramente ha ripreso la povera Sharon mentre dalla piazza imboccava via Castegnate".

Possibile che nessuno di voi della piazza sia uscito, quella sera, per la passeggiata digestiva del dopo cena, per una chiacchiera con un amico, per cercare un po’ di refrigerio dall’afa? Dal tavolino di un bar arriva una risposta corale. "Quale passeggiata? Il pomeriggio alle cinque comincia il giro. E chi esce più? Adesso tutti a dire che dopo l’omicidio la gente ha paura. Non è vero. La gente aveva paura anche prima, anche tre mesi fa, anche un anno fa. Immagini di trovarsi in mezzo a quelli che litigano, si inseguono con un machete, si tirano i sampietrini".

Anche se la piazza è invasa da giornalisti e telecamere, in pochi notano il passaggio di un personaggio entrato da comprimario nell’enigma orobico, incoronato da una breve ma per lui indigesta notorietà. È il pensionato di 76 anni, residente in via Castegnate, che si è ritrovato indagato per falsa testimonianza. In un primo tempo aveva dichiarato che, mentre Sharon veniva accoltellata a morte, stava dormendo. I carabinieri gli avevano messo davanti il fotogramma di una telecamera che lo aveva ripreso mentre, a mezzanotte e 50, l’ora dell’omicidio, era sul balcone a fumare una sigaretta. Aveva ammesso allora che sì, in effetti era sul balcone senza riuscire a realizzare ciò che era successo, era stato operato per due volte di cataratta, portava un apparecchio acustico. Allora, la bufera è passata? "Altro che bufera, sono stato denunciato. Ma io non ho mai detto che dormivo. Aspettavo mia moglie, mia figlia e il bambino. Sono arrivati. Abbiamo fatto il bagno al bambino. Ho fumato. Dopo mi sono messo a dormire. Ma dopo, solo dopo".

Andrea Gianni

Gabriele Moroni