Roma, 27 maggio 2023 – Chi l’ha detto che la matematica è una scienza esatta? C’è almeno un caso in cui i numeri sono spesso un’opinione: la politica, soprattutto quando ci sono di mezzo le elezioni. Nessuno perde mai davvero. Però su un punto, cioè su un numero, tutti sono sempre d’accordo: "Il vero vincitore è l’astensionismo". In questo caso, la matematica è un’opinione esatta. Domenica e lunedì, in 41 comuni italiani (sette sono capoluoghi di provincia, uno, Ancona, di regione), 1.340.688 elettori dovranno scegliere il proprio sindaco al ballottaggio.
Tra le caratteristiche dei ballottaggi c’è proprio quella dell’astensionismo: tra il primo e il secondo turno delle comunali, mediamente, si perdono per strada 15 punti di affluenza. E allora c’è chi ha azzardato l’ipotesi estrema: aboliamo il ballottaggio. A dirlo è stato Roberto Calderoli, l’uomo delle riforme del centrodestra. Il motivo? La gente ha già votato una volta, non capisce perché tornare a farlo due settimane dopo e alla fine vince chi sa mobilitare gli elettori. Il Pd, ovvio, non ci sta.
Per ora, fino a riforma contraria, i ballottaggi ci saranno. Ad Ancona il centrodestra prova a strappare il comune al centrosinistra (sarebbe storico), a Vicenza il candidato Pd non vuole il sostegno dei big del partito, a Siena e Pisa il centrosinistra vuole cancellare l’onta di 5 anni fa e riprendersi le ex roccaforti (ma a Pisa l’uscente di centrodestra non ha vinto al primo turno per soli 15 voti), a Terni duello interno al centrodestra, a Brindisi resiste una delle poche alleanze Pd-M5s, e così via.
Ah, in realtà si voterà anche per il primo turno in Sicilia (c’è Catania, decima città d’Italia per abitanti) e Sardegna. Nella irredimibile e gattopardesca Trinacria, laboratorio politico, non è neanche detto che si andrà ai ballottaggi. Dal 2019, infatti, la regione si è dotata di una sua legge elettorale che dà la vittoria già al primo turno se si ottiene più del 40% dei voti. Guarda caso, quello che vorrebbe anche Calderoli...