Roma, 10 gennaio 2020 - Hotel in zona Bastille, Parigi. La signora lo conosce, c’è già stata altre volte e l’ha scelto proprio perché, tra l’altro, offre un requisito: i bambini non sono ammessi. Ma, una volta arrivata a destinazione, scopre che c’è una festa ebraica in un’ala dell’albergo, con famiglie al completo e, ovviamente, bambini. Gridolini di gioia, pianti, piccoli che scorrazzano da una parte all’altra dell’hotel, una discreta confusione. Così, venuta meno la condizione richiesta, alla cliente viene rimborsato il soggiorno per quella notte. Con tante scuse. Una prassi consolidata in mezzo mondo, da Parigi, a Cuba, da Madrid ad Aruba. Il fenomeno ‘childfree’, nato in Usa, si è diffuso un po’ ovunque complice anche il numero sempre crescente di coppie senza figli per scelta e di famiglie single che in Italia, stando agli ultimi dati sono il 21,5% del totale.
In Italia il caso è scoppiato in modo fragoroso quattro anni fa con il caso del ristoratore di Roma che fuori dal suo locale espose un cartello che recitava testuale: "Non è gradita la presenza di bambini minori di cinque anni a causa di episodi spiacevoli dovuti alla mancanza di educazione". Molte discussioni, tante ragioni diverse da ascoltare e da mediare. Una soluzione viene dalla Germania dove il proprietario di un ristorante a Binz, sull’isola di Rügen, sulla costa tedesca del Mar Baltico, accoglie nel suo locale gli under 14 ma solo fino alle 17, poi diventa riservato agli adulti in cerca di tranquillità, silenzio o romanticismo. Nel nostro Paese la situazione è a macchia di leopardo ma si cominciano a vedere siti internet che propongono hotel e ristoranti ‘adults only’ "per scoprire – si legge - la frontiera delle vacanze no kids".
Sono nati così, tra polemiche e tifoserie, ristoranti, hotel e bed and breakfast, resort, stabilimenti balneari e termali ‘childfree’. Non solo. A non ammettere i bambini ci sono anche negozi e voli aerei come quelli diretti per strutture che sposano questa filosofia, molti, ad esempio, per alcune isole della Grecia come Creta e per le Canarie. Negli Stati Uniti si è cercato anche di introdurre sui voli aerei la regola "un passeggero-un posto" per dissuadere la mobilità infantile. Anche paesi tradizionalmente molto attenti ai più piccoli come quelli del Nord Europa – in Svezia moltissime strutture non accettano clienti under 12 – hanno accolto questa nuova ‘tendenza’ e sono comparsi, a cominciare da Berlino, decine di alberghi e caffè kinder verboten, vietati ai bambini.