Roma, 5 novembre 2024 – Enigma Harris contro certezza Trump. L’elezione di uno dei due candidati avrà importanti ripercussioni sulle due guerre in corso. In Ucraina, quasi, sicuramente Donald Trump farà valere il suo rapporto di amicizia con Valdimir Putin a favore di una soluzione diplomatica del conflitto. Il ché equivale a brutte notizie per Kiev. Difficilmente il tycoon accetterà di proseguire con gli aiuti come quelli stanziati fino a questo momento. L’Ucraina, dunque, sarà costretta ad accettare condizioni che potrebbero rivelarsi inique, anche per quanto riguarda il suo ingresso nella Nato. Harris dovrebbe agire in una maggiore ottica di continuità con la linea Biden. La stessa vice presidente ha più volte manifestato il suo sostegno a Kiev, lasciando intendere che questo non subirà cambiamenti nel caso venisse eletta alla Casa Bianca.
Molto più complicata la situazione in Medioriente. Donald Trump è convinto di poter porre fine alle ostilità ingaggiando una soluzione pacifica che comprenda tutti i Paesi dell’area. Ma le condizioni, rispetto al suo primo mandato presidenziale, sono cambiate. E prima è più che ipotizzabile che lasci a Netanyahu il potere si muoversi come vuole nella regione. Il numero uno di Tel Aviv è determinato a portare avanti le operazioni militari sulla Striscia di Gaza e nel sud del Libano.
Una situazione che rimane incandescente potrebbe tornare utile a Trump anche per un altro motivo: contrapporsi in modo muscolare all’Iran. Come noto, la Repubblica Islamica rappresenta per il tycoon una minaccia di prima grandezza. Israele potrebbe essere il casus belli per neutralizzarla. In secondo luogo, Trump dà troppo per scontato l’appoggio del resto del mondo arabo, soprattutto con il Golfo, che si era rivelato molto reattivo con la sottoscrizione degli accordi di Abramo, ma che potrebbero rifiutare soluzioni che non tengano in sufficiente conto le richieste del popolo palestinese, per giunta dopo mesi sotto i bombardamenti. Molto più difficile prevedere cosa farà Kamala Harris. La candidata democratica deve dare ascolto al suo elettorato, ma anche a una parte del suo partito molto sensibile a quello che sta succedendo a Gaza. È quindi probabile che sarà molto meno accondiscendente rispetto al suo predecessore.