di Elena G. Polidori
L’ultima “vittima“ è stata la fontana della Barcaccia di piazza di Spagna a Roma, già presa d’assalto nel 2015 dai tifosi del Feyenoor. Ma prima ancora c’era stato l’assalto all’ingresso di Palazzo Madama, sede del Senato e ancora prima, a Firenze, il blitz a palazzo Vecchio, con il primo cittadino, Dario Nardella, accorso di persona a fermare i vandali. E come dimenticare, tempo addietro ormai, gli atti dimostrativi sulla Primavera di Botticelli agli Uffizi o sulle balaustre della Cappella degli Scrovegni.
Ma ora il tempo degli imbrattatori, i cosididdetti eco-attivisti che negli ultimi tempi si sono fatti notare anche in Italia con flash mob che hanno preso di mira opere d’arte, sembra volgere alla fine. Ieri il consiglio dei ministri ha approvato un ddl, proposto dal ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che punta a punire chi compie atti di "distruzione, dispersione, deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici".
"Gli attacchi ai monumenti e ai siti artistici producono danni economici alla collettività – ha spiegato Sangiuliano – per ripulire occorrono l’intervento di personale altamente specializzato e l’utilizzo di macchinari molto costosi. Il ripristino della facciata del Senato è costato 40 mila euro. Ebbene, chi danneggia deve pagare in prima persona. A seconda della gravità della fattispecie, si va da un minimo di 10 mila a un massimo di 60 mila euro. Tali somme si aggiungono a quelle cui verranno eventualmente condannati a pagare i trasgressori in sede penale o civile". Rientrano nella fattispecie di "atti vandalici" anche i tifosi scatenati e i turisti maleducati, ad esempio arrampicandosi sui monumenti o tuffandosi nelle fontane. Le sanzioni amministrative sono immediatamente irrogabili dal prefetto, sulla base delle denunce dei pubblici ufficiali.
Ma sull’iniziativa è arrivato subito il fuoco di fila delle opposizioni, che hanno bollato le misure come un nuovo caso “rave“ e accusano l’esecutivo di voler fare propaganda. "Siamo al grottesco – ha attaccato il Pd –. La maggioranza, di fronte all’incapacità di gestire i dossier più importanti, dal Pnrr alle migrazioni, è costretta ogni giorno a inventarsi qualcosa per coprire i propri fallimenti". "Prosegue la politica della distrazione di massa", sostengono invece i 5 stelle.
"L’invenzione di nuovi reati è il rifugio degli incapaci" ironizza anche la senatrice dem Cecilia D’Elia, così come il deputato dell’alleanza Verdi e Sinistra Marco Grimaldi, che commenta: "Alla fine riusciranno a fare solo il loro Pnrr: un Piano Nazionale di Repressione e Reazione". Un’attivista di Ultima Generazione considera invece "molto incoraggiante vedere che la protesta inizia a sortire i suoi effetti: la disobbedienza civile sta funzionando, si sentono minacciati", proprio mentre Matteo Salvini è corso a rivendicare la primogenitura della Lega: "Una proposta di legge che la Lega aveva depositato a novembre", mette in chiaro sui social. In effetti al Senato è stata depositata una proposta, primo firmatario Claudio Borghi, che prevede di modificare il codice penale, dando anche agli agenti la possibilità di operare arresti in flagranza. Anche Fratelli d’Italia si è mosso e ha predisposto un provvedimento, che, tra l’altro, prevede la possibilità di applicare una sorta di Daspo urbano a questo tipo di condotta. Tutte proposte a questo punto superate da quella del governo, la più severa di tutte.