I primi esami effettuati all’ospedale di Careggi non escludono che a causare la fibrillazione ventricolare possa essere stata un’iniziale forma di cardiomiopatia aritmogena, la patologia cardiaca che si era portata via il capitano viola Davide Astori nel 2018. Ma ancora non ci sono diagnosi, gli accertamenti proseguono a trecentosessanta gradi.
Il cuore tradisce anche i giovani sportivi, nonostante gli accurati controlli cui vengono sottoposti. Quali sono le patologie più difficili da individuare? Si può tornare a giocare dopo episodi di questo tipo? Ne abbiamo parlato con il professor Domenico Corrado, direttore del’Unità operativa delle Cardiomiopatie genetiche e cardiologia dello sport e del master nazionale di Cardiologia dello sport all’Università di Padova, uno dei massimi esperti a livello mondiale.
Può sfuggire qualcosa ai controlli?
"In Italia dal 1982 esiste una legge che rende obbligatorio lo screening sistematico su chiunque eserciti attività agonistica. Giovani adulti, ma anche master over 35. Una legge unica al mondo. Solo Israele ne ha una simile anche se non viene applicata con la stessa sistematicità di massa. Le maglie sono strettissime. Ciò non significa che qualcosa possa sfuggire...".
Quali patologie possono causare l’arresto cardiaco improvviso?
"Oltre i 35 anni la causa in assoluto più frequente è la malattia delle arterie coronariche. Per i più giovani lo spettro è molto più ampio dalle patologie strutturali come le cardiomiopatie, congenite, ereditarie o acquisite. Così come le canalopatie determinate da un gene che determina l’instabilità elettrica del cuore: sindromi del Qt lungo, del Qt corto, Brugada, tachicardia ventricolare polimorfa catecolaminergica".
Quali sono le più insidiose da individuare, quelle che più facilmente aggirano gli esami?
"Alcune genetiche o congenite. Come l’anomalia congenita di origine delle coronarie che non dà alterazione all’elettrocardiogramma. O hai sintomi o sfugge".
Le miocarditi possono essere rischiose. Come avviene il recupero completo?
"L’infiammazione cardiaca tende a guarire. La risonanza magnetica permette la caratterizzazione dei tessuti del muscolo cardiaco e di seguire l’evoluzione del processo infiammatorio".
La guarigione è definitiva?
"Generalmente lo è. Ma richiede anche mesi. Importanti sono le conseguenze della miocardite, perché una cicatrice troppo estesa può alterare la funzione cardiaca e compromettere la ripresa dell’attività sportiva agonistica".
Dopo un arresto cardiaco è possibile tornare a giocare in Italia? All’estero succede.
"No. L’impianto del defibrillatore è incompatibile con l’attività agonistica in Italia. Le norme qui sono più stringenti per risvolti di natura medico legale. È abbastanza sicuro. Ma non al 100%".
Ilaria Ulivelli