Giovedì 21 Novembre 2024
GIULIA PROSPERETTI
Cronaca

Pochi dottori di famiglia. Guardie mediche in aiuto: avranno fino a mille pazienti

La riforma garantirà l’assistenza sanitaria a 1,5 milioni in più di cittadini. Soddisfatti i sindacati di categoria: “Misura emergenziale ma sostenibile”

Orazio Schillaci, 56 anni, ministro della Salute

Orazio Schillaci, 56 anni, ministro della Salute

Roma, 29 giugno 2023 – Si alza il limite di assistiti entro il quale i medici di medicina generale possono mantenere il doppio incarico. Approvato in via definitiva ieri in Senato, l’emendamento al Dl ‘Enti Pubblici’ che vede come prima firmataria la deputata di FdI Marta Schifone, prevede fino al 2026 la possibilità per le circa settemila guardie mediche (medici del ruolo unico di assistenza primaria con incarico a quota oraria di 24 ore settimanali) che svolgono anche il ruolo di medico di famiglia di avere fino a mille pazienti. Una misura fortemente voluta dalla Federazione italiana medici di medicina generale (Fimmg) per far fronte della carenza di medici di famiglia con una misura "emergenziale" ma "sostenibile". Secondo la Federazione questo provvedimento garantirà, infatti, l’assistenza di base a 1.500.000 cittadini in più salvaguardando, al contempo, l’efficacia della guardia medica.

"Circa un terzo degli attuali medici di guardia medica sono anche medici di famiglia. I limiti di compatibilità fra le due attività, fissati decenni fa con degli scenari completamente diversi quando non vi era carenza di medici ma una pletora, prevedevano – spiega Tommasa Maio, segretario nazionale Fimmg Continuità Assistenziale – un tetto di 650 assistiti per i medici di famiglia che svolgevano l’incarico pieno di continuità assistenziale di 24 ore settimanali. E l’emendamento che permetteva di tenere fino a 850 pazienti sarebbe scaduto fra pochi mesi". In assenza dell’approvazione del nuovo provvedimento che innalza il limite a mille assistiti, con l’aumentare dei pazienti "la Asl avrebbe chiesto al medico di famiglia di lasciare la guardia medica o di ridurre, da due a uno, i turni settimanali in guardia medica. Il medico a quel punto avrebbe anche potuto decidere di lasciare i pazienti e mantenere la pienezza dell’incarico di continuità assistenziale. Con questo emendamento si scongiura che i medici siano costretti a scegliere tra l’attività del medico di famiglia e l’offerta di assistenza di guardia medica". Una doppia attività che, secondo Maio, è "facilmente gestibile".