Giovedì 21 Novembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Guardie mediche come medici di base: potranno assistere fino a mille pazienti. Svolta nell’emendamento al Dl Inps

Fimmg: “Provvedimento emergenziale, porterà assistenza 1,5 milioni di cittadini”. Cittadinanzattiva: “Una buona notizia”

Medico di famiglia, foto generica

Medico di famiglia, foto generica

Roma, 28 giugno 2023 – Mini-svolta contro la carenza dei medici di base. Un emendamento al Dl Inps (prima firmataria l’Onorevole Maria Schifone di Fratelli d’Italia) è stato approvato oggi in Senato: prevede che fino al 2026 i medici delle guardie mediche, ovvero quelli con ruolo unico di assistenza primaria, con incarico a quota oraria di 24 ore settimanali, possano avere in carico fino a mille assistiti. Una norma approvata lo scorso anno consentiva un massimo di 850 pazienti. Un modo per rafforzare le fila dei medici di famiglia e andare a tamponare laddove i cittadini ne siano privi. Ora si attende la pubblicazione del decreto in Gazzetta Ufficiale.

Il Dl 51/2023 “proroga fino al 31 dicembre 2026 la facoltà (attualmente prevista fino al 31 dicembre 2023) delle singole regioni o province autonome di elevare, portandolo fino a 1.000 il numero massimo di assistiti in carico presso i medici di medicina generale aventi anche - nell'ambito del ruolo unico dell'assistenza primaria - un incarico ad attività oraria di 24 ore settimanali”, si legge nel testo del provvedimento. Il Dl 73/2022 accordava fino a 850 assistiti per ogni guardia medica e solo in via “transitoria”. Il provvedimento approvato oggi sembra andare invece nelle direzione di una riorganizzazione strutturale. 

Secondo Tommasa Maio, segretario nazionale Fimmg (Federazione Italiana dei Medici di Medicina Generale) Continuità Assistenziale, la misura “porterà assistenza a 1.500.000 cittadini in più e salvaguarda l'efficacia della guardia medica”.

Si tratta di “un provvedimento emergenziale”, spiega la Maio, che si inserisce “nel quadro di gravi carenze di professionisti che affligge molte aree del Paese” e che si rivelerà “importantissimo per contenere i danni della mancata programmazione. Soprattutto se paragonato all'inerzia delle Regioni che da un lato lamentano carenze di medici e dall'altro continuano a causare ritardi nella pubblicazione dei bandi per la formazione delle nuove leve della medicina generale”.

Un ritardo, rileva ancora la Maio, che “impedisce al Ministero di provvedere all'avviso nazionale e, quindi, fissare la data del concorso che porterebbe a potenziare un'assistenza sul territorio sempre più capillare ed efficace già subito dopo il superamento del concorso”.

Soddisfatto dell’emendamento anche il Segretario Generale di Cittadinanzattiva Anna Lisa Mandorino, che da tempo è impegnata nel monitorare e denunciare la desertificazione dell'offerta assistenziale pubblica e le difficoltà che devono quotidianamente affrontare medici e pazienti. “Quella di oggi ci sembra una buona notizia - dice Mandorino - perché consentirà di evitare che milioni di cittadini restino senza medico di famiglia e aiuterà a garantire il funzionamento della continuità assistenziale. Chiaramente, c'è ancora molto da fare, perché il problema delle carenze è un tema nazionale. Una questione che riguarda drammaticamente il Nord Italia ma che è sempre più sentito anche in molte aree del Sud”.