Lecco, 11 febbraio 2025 – Le nuvole sono troppo basse e la visibilità è scarsa. Impossibile decollare con l'elicottero. Non si può procedere nemmeno via terra: la neve, caduta anche in nottata, è troppo bagnata e pesante e basta un nulla per innescare una valanga. I corpi di Cristian e Paolo per ora non possono essere recuperati.
![La perlustrazione con il drone](https://www.quotidiano.net/image-service/view/acePublic/alias/contentid/YjFhNGEzOTItN2M0Mi00/0/la-perlustrazione-con-il-drone.webp?f=3%3A2&q=1&w=1280)
Cristian e Paolo
I corpi di Cristian Mauri e Paolo Belazzi, i due amici e colleghi brianzoli di 48 anni, rimangono lì, a metà del canalone Caimi, sulle pendici della Grignetta dove sono precipitati e morti sabato. La salma di uno di loro è stata localizzata con precisione: è stata vista durante un sorvolo ravvicinato dopo che è stato intercettato il segnale della placchetta inserita nella sua tuta da neve proprio per permettere di localizzare i dispersi sotto la vece. L'altro corpo invece non si vede, è completamente coperta dal manto bianco, ma si presume sia lì vicino, perché è stato captato anche il segnale di una seconda placchetta.
I droni
In attesa di una finestra di bel tempo, i soccorritori del Soccorso alpino di Lecco però non si arrendono: continuano a presidiare la zona e a cercare possibili modi per raggiungerli e riportarli a valle. Per individuare un eventuale percorso sicuro effettuano continui sorvoli e ricognizioni con un drone da ricerca e soccorso per valutare la situazione, ispezionare il terreno, sondare la consistenza e la tenuta della neve. Le immagini e le coordinate registrate durante il volo vengono elaborate e poi analizzate per studiare il terreno. Per ora però è troppo rischioso infilarsi in quel ripido e stretto canalone che di traverso percorre tutto il fianco della montagna.
I soccorritori del Soccorso alpino
“In basso la neve è poca, ma in quota ne è arrivata tanta – spiega Luca Vitali, il presidente del Soccorso alpino e speleologico lombardo -. C'è stato anche molto vento, che ha creato delle zone di accumulo, che potrebbero poi innescare dei distacchi”. “Purtroppo le condizioni meteo non ci permettono ancora di utilizzare l'elicottero – aggiunge Marco Anemoli, responsabile della XIX Delegazione Lariana del Soccorso alpino -. Continuiamo a monitorare la situazione, grazie anche all'utilizzo di un nostro drone, per capire come procedere. In questo momento non ci sono le condizioni per intervenire nemmeno a piedi”.