L’Aquila, 12 agosto 2024 – È morto dopo essere precipitato per almeno 300 metri mentre percorreva un sentiero di Pizzo Cefalone, sul Gran Sasso d’Abruzzo.
Da capire se l’escursionista pescarese di 56 anni abbia avuto un malore o se piuttosto gli sia stato fatale un momento di distrazione, queste sono le ipotesi formulate al momento dagli uomini del Soccorso alpino.
A dare l’allarme sono stati gli altri due escursionisti.
Secondo quanto è stato ricostruito fino a questo momento, i due amici erano avanti di qualche metro. Quindi non avrebbero assistito direttamente alla tragedia. Hanno sentito un rumore e si sono voltati allarmati.
Il 56enne sarebbe scivolato e, dopo aver tentato disperatamente di trovare un appiglio, è precipitato. Sembra questa, al momento, la ricostruzione di quanto accaduto oggi sulla montagna abruzzese. I traumi riportati nella caduta non hanno lasciato scampo all’escursionista. Il medico anestesista rianimatore presente a bordo dell’Elisoccorso regionale, coadiuvato nelle operazioni a terra dal Tecnico di Elisoccorso del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo (Cnsas), una volta giunto sul posto non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo, la salma è stata recuperata nel pomeriggio. Gli amici del 56enne sono stati recuperati e riaccompagnati a Campo Imperatore; non hanno riportato lesioni, ma sono sotto choc. La Procura della repubblica dell’Aquila, competente territorialmente, ha disposto la ricognizione cadaverica; si attende l’eventuale decisione se ricorrere o meno all’autopsia.
Il sentiero, spiega al telefono il presidente del Soccorso alpino abruzzese, Daniele Perilli, “è molto esposto e stretto”. Quindi un errore non lascia scampo, impossibile evitare una caduta in verticale.