Mercoledì 13 Novembre 2024

Escursionista precipita e muore sul Gran Sasso: le ipotesi del Soccorso alpino

L’uomo, di Pescara, aveva 56 anni. La tragedia è avvenuta su un sentiero del Pizzo Cefalone, molto stretto ed esposto

L’Aquila, 12 agosto 2024 – È morto dopo essere precipitato per almeno 300 metri mentre percorreva un sentiero di Pizzo Cefalone, sul Gran Sasso d’Abruzzo.

Gran Sasso: un escursionista pescarese di 56 anni è morto dopo essere precipitato per 300 metri lungo un sentiero di Pizzo Cefalone, a 2.500 metri di quota (foto Cnsas Abruzzo)
Gran Sasso: un escursionista pescarese di 56 anni è morto dopo essere precipitato per 300 metri lungo un sentiero di Pizzo Cefalone, a 2.500 metri di quota (Cnsas Abruzzo)

Da capire se l’escursionista pescarese di 56 anni abbia avuto un malore o se piuttosto gli sia stato fatale un momento di distrazione, queste sono le ipotesi formulate al momento dagli uomini del Soccorso alpino.

A dare l’allarme sono stati gli altri due escursionisti.

Secondo quanto è stato ricostruito fino a questo momento, i due amici erano avanti di qualche metro. Quindi non avrebbero assistito direttamente alla tragedia. Hanno sentito un rumore e si sono voltati allarmati.

Il 56enne sarebbe scivolato e, dopo aver tentato disperatamente di trovare un appiglio, è precipitato. Sembra questa, al momento, la ricostruzione di quanto accaduto oggi sulla montagna abruzzese. I traumi riportati nella caduta non hanno lasciato scampo all’escursionista. Il medico anestesista rianimatore presente a bordo dell’Elisoccorso regionale, coadiuvato nelle operazioni a terra dal Tecnico di Elisoccorso del Soccorso Alpino e Speleologico Abruzzo (Cnsas), una volta giunto sul posto non ha potuto far altro che constatare il decesso dell’uomo, la salma è stata recuperata nel pomeriggio. Gli amici del 56enne sono stati recuperati e riaccompagnati a Campo Imperatore; non hanno riportato lesioni, ma sono sotto choc. La Procura della repubblica dell’Aquila, competente territorialmente, ha disposto la ricognizione cadaverica; si attende l’eventuale decisione se ricorrere o meno all’autopsia.

Il sentiero, spiega al telefono il presidente del Soccorso alpino abruzzese, Daniele Perilli, “è molto esposto e stretto”. Quindi un errore non lascia scampo, impossibile evitare una caduta in verticale.