Giovedì 15 Agosto 2024
FEDERICO MAGNI
Cronaca

Gli orfani ucraini a Bergamo. Bloccato il rimpatrio dei bimbi, i giudici: "Troppo pericoloso". Ma è braccio di ferro con Kiev

Il governo Zelensky aveva fissato per domani la partenza dei 57 piccoli. Stop dal Tribunale dei minori. Depositate le richieste di protezione internazionale. Gli educatori: i ragazzini vogliono restare in Italia.

Gli orfani ucraini a Bergamo. Bloccato il rimpatrio dei bimbi, i giudici: "Troppo pericoloso". Ma è braccio di ferro con Kiev

Il governo Zelensky aveva fissato per domani la partenza dei 57 piccoli. Stop dal Tribunale dei minori. Depositate le richieste di protezione internazionale. Gli educatori: i ragazzini vogliono restare in Italia.

ROTA D’IMAGNA (Bergamo)

Strappo con l’Ucraina sugli orfani contesi. Il Tribunale dei minori di Brescia ha bloccato il rimpatrio di 57 orfani ucraini accolti due anni e mezzo fa in Valle Imagn nella Bergamasca. Il governo di Kiev aveva chiesto il loro rientro dal 16 agosto. E da giorni c’era il timore di vedere entrare nel piazzale della ’Stella Mattutina’ i pullman che avrebbero dovuto portare via i quasi sessanta minorenni orfani che la Valle Imagna, i Comuni di Bedulita e Pontida, le famiglie e gli educatori, avevano accolto con tanti sacrifici nel marzo del 2022.

La loro partenza era fissata per domani, almeno così aveva deciso l’Ucraina, con lo stesso Tribunale dei minori di Brescia che aveva già accolto la richiesta di autorizzazione al rimpatrio. Salvo poi confermare ieri, con effetto immediato, l’affido ai Servizi sociali italiani dei minori ucraini ospiti "perché li mantengano collocati negli attuali luoghi di accoglienza", senza limiti temporali. Era intervenuta in mattinata anche la Questura di Bergamo che aveva congelato la decisione per due settimane. "Questi ragazzi vivono con le valigie pronte, ma vorrebbero restare", confermano dal centro. Sono giorni di smarrimento, carichi di tensione, poca voglia di parlare dopo gli appelli lanciati da settimane fra chi si è dato da fare per l’accoglienza dei ragazzini fuggiti dalla guerra. "Verranno rimandati in un Paese invaso e ancora in guerra", era la preoccupazione ripetuta anche dalle autorità. "Per quale motivo c’è tutta questa fretta? Non si può aspettare un momento migliore?". Dubbi esposti anche dall’Unhcr, l’Agenzia Onu per i rifugiati, che ha espresso "preoccupazione per i possibili bisogni e rischi di protezione internazionale del gruppo che verrà rimandato in un Paese invaso e in guerra".

L’ultimo tentativo per scongiurare il rimpatrio sono state proprio le richieste di protezione internazionale depositate in Questura. Le 16 della scorsa settimana sono diventate presto 34. Un’ultima carta che sembra aver funzionato, almeno per ora. "Chiediamo al console ucraino di mediare per una soluzione che riguardi tutto il gruppo e auspichiamo che venga ascoltata l’opinione dei ragazzi – chiedeva Diego Mosca, insegnante molto vicino al gruppo al centro del caso e che si è speso parecchio per scongiurare il rimpatrio – . Siamo sempre stati disponibili ad andare avanti con l’accoglienza e così anche le amministrazioni che nonostante i problemi di liquidità hanno rinnovato la disponibilità. Non riusciamo a comprendere tutta questa pressione".

Nessuna famiglia italiana è coinvolta nei percorsi di adozione dei ragazzi e non esistono interessi personali dietro alla resistenza della popolazione. "Sono state ore d’ansia. Anche perché – ricorda il sindaco di Pontida Davide Cantù – gli orfani ospitati nel nostro territorio sono tutti minori di 12 anni, per cui non sono fra coloro che hanno fatto richiesta di protezione". Il Tribunale dei minori di Brescia ha chiarito la vicenda: "Numerosi dei predetti minori, temendo per la propria incolumità in relazione al rientro in zone prossime al teatro delle operazioni belliche in fase di recrudescenza, hanno presentato alla competente commissione territoriale domanda di protezione internazionale ed è stato segnalato che anche diversi altri minori intendono presentare analoga istanza". Dunque, si precisa, "alla luce di tale fatto nuovo" è necessario "sospendere temporaneamente il rientro in Ucraina dei predetti minori onde consentire alla commissione di svolgere la propria istruttoria". Il tribunale evidenzia che "il rientro debba essere sospeso rispetto a tutti i minori in quanto gli stessi, sin dal loro arrivo in Italia, costituiscono un gruppo sostanzialmente unitario".