Sabato 9 Novembre 2024

Gli avvocati di Elkann: molto rumore per nulla. Ma i pm insistono:: "Indagare fino al 2003"

Il tribunale del riesame a Torino discute il ricorso di Elkann e Ferrero contro le perquisizioni nell'inchiesta sull'eredità di Gianni Agnelli. Accusa e difesa si scontrano sulle motivazioni e la portata delle acquisizioni. I pm sospettano una macchinazione pre-2017 legata alla residenza in Svizzera di Marella Caracciolo.

Gli avvocati di Elkann: molto rumore per nulla. Ma i pm insistono:: "Indagare fino al 2003"

Gli avvocati di Elkann: molto rumore per nulla. Ma i pm insistono:: "Indagare fino al 2003"

Il primo duello tra accusa e difesa nell’inchiesta sull’eredità di Gianni Agnelli si gioca davanti al tribunale del riesame. In un’aula al terzo piano del Palazzo di giustizia di Torino è stato discusso per oltre due ore il ricorso presentato dagli avvocati di John Elkann (foto) e di Gianluca Ferrero, presidente della Juventus, ma in questa vicenda chiamato in causa come commercialista di fiducia della famiglia, contro le perquisizioni ordinate dalla procura. La tesi è riassunta da uno dei legali, Paolo Siniscalchi: "Le motivazioni sono così generiche da avere legittimato delle acquisizioni che nulla hanno a che vedere con l’oggetto dell’indagine". In altre parole, la quantità di materiale preso in consegna o comunque ‘congelato’ dalla guardia di finanza (documenti, computer, email, opere d’arte) è eccessiva rispetto alla modestia del reato contestato: l’infedeltà nella dichiarazione dei redditi di Marella Caracciolo, la vedova di Gianni Agnelli, relativi al 2018 e al 2019 (anno in cui morì 92enne).

I pm la vedono in modo diverso e sono anzi convinti che la macchinazione sia partita prima del 2017, con Marella che stava a Torino ma figurava residente in Svizzera per non versare al fisco italiano quanto dovuto. Ecco perché diventa necessario ricostruire il patrimonio e andare indietro nel tempo: forse fino al 2011, quando nominò come eredi i nipoti John, Ginevra e Lapo Elkann, o forse addirittura fino al 2003, alla morte di Gianni Agnelli.