GIUSSANO (Monza e Brianza)
Le persecuzioni continue, l’impossibilità di allontanarsi da lui, l’acido scagliato in faccia e ieri una coltellata alla schiena. Un anno segnato da un crescendo di violenza per Said Cherrah, ventiseienne di Broni, che per l’ennesima volta ha violato un ordine restrittivo del giudice per avvicinare e aggredire la sua ex compagna, una ventiquattrenne di Erba.
L’ultimo appuntamento ieri alle 13.30 nel parcheggio di un supermercato a Giussano, in Brianza, quando lei ha accettato un appuntamento ed è stata accoltellata alla schiena. È stata trasportata all’ospedale di Monza, ricoverata nel reparto di Chirurgia d’urgenza, con una prognosi di 21 giorni.
Un anno fa, il 21 novembre, era stata vittima di un’aggressione altrettanto violenta, quando Cherrah l’aveva avvicinata a Erba, mentre andava al lavoro, e le aveva gettato in faccia e negli occhi acido muriatico. Anche quella volta era stata soccorsa dai passanti, portata in ospedale: "Mentre ero sull’ambulanza – aveva raccontato a settembre, davanti ai giudici – lo sentivo gridare che mi avrebbe ammazzata".
Cherrah è a processo a Como davanti a Tribunale Collegiale, che dovrà giudicare tutti i reati commessi fino a un anno fa, stalking e "deformazione dell’aspetto della persona mediante lesioni permanenti al viso". Indagato per atti persecutori l’estate dello scorso anno, e raggiunto da una misura cautelare che il 21 agosto 2023 lo aveva condotto in carcere, era poi finito ai domiciliari a Broni per un mese. Quella stessa misura, era stata poi trasformata in obbligo di dimora con divieto di avvicinamento e di comunicazione con la ex compagna e i suoi familiari. Ma a fine novembre era avvenuta l’ennesima e più grave aggressione.
Un altro arresto, poi ancora i domiciliari a cui era tuttora sottoposto. "La volta scorsa è stata fortunatissima – ha commentato il legale della ragazza, l’avvocato comasco Daniela Danieli – una signora le aveva buttato un secchio di acqua evitando che l’acido facesse danni eccessivi, e oggi ha un problema a un occhio, ma non danni permanenti alla vista. Qualche settimana fa gli hanno concesso gli arresti domiciliari senza alcun dispositivo, non capisco".
Due distinti fascioli che erano stati riuniti in un unico processo con giudizio immediato: atti persecutori e poi deformazione del viso, oltre alle violazioni al divieto di avvicinamento e di comunicazione con la persona offesa.
La ventiquattrenne è parte civile nel processo, nonostante abbia man mano ritirato le querele fatte contro Cherrah. "Ero attratta da lui – aveva detto durante la sua testimonianza –. Qualsiasi cosa mi facesse, tornavo da lui, in preda a una dipendenza affettiva da cui non riuscivo a liberarmi. Nonostante tutto, io non lo odio, e spero che possa affrontare un nuovo percorso senza violenza, dolore e minacce".
Il processo per le aggressioni commesse finora, si concluderà a inizio gennaio, quando è attesa la sentenza, ma ora per Cherrah si apre un nuovo e più pesante capitolo giudiziario, mentre per la ragazza l’ennesimo tentativo di lasciarsi alle spalle la violenza di una persona a cui ha voluto bene.