Milano – I risultati definitivi si avranno solo tra qualche giorno, ma un primo, sconvolgente, elemento emerge dall’autopsia sul corpo di Giulia Tramontano, uccisa al settimo mese di gravidanza, dal compagno Alessandro Impagnatiello. Dagli esami dei medici legali è emerso infatti che la donna è stata massacrata con 37 coltellate. Con analisi ulteriori però – sottolineano gli esperti – ne potrebbero essere individuate anche altre, fino a quasi una quarantina in totale.
Di queste, due sono state letali nella regione del collo, una ha reciso la carotide. Non ci sono segni di difesa. Le coltellate – spiegano i medici legali – sono state inferte quasi tutte nella parte alta del corpo, una anche al volto, nella zona del sopracciglio. Almeno due sono state inferte alla schiena e una ha perforato un polmone. Non risultano segni di coltellate al ventre. Risulta infine – sottolineano gli specialisti – una seria difficoltà a datare l'omicidio per la presenza sul corpo di ustioni che hanno alterato i tessuti.
Tutte le altre risposte, tra cui gli esiti degli esami tossicologici, quelli sul feto e, ad esempio, se il corpo sia stato bruciato quando Giulia era già morta (è uno dei quesiti), potranno arrivare solo col deposito delle relazioni finali affidate ad un pool di medici legali e specialisti.
Dall’autopsia effettuata oggi emerge quindi un quadro del delitto molto differente da quello raccontato da Impagnatiello nella sua versione ai magistrati. Il barman infatti aveva detto di aver ucciso la compagna con due coltellate alla gola. Dopo l’omicidio e il tentativo di bruciare il cadavere, l’assassino aveva avvolto il corpo della donna in un cellophane legato strettamente in vita e poi in un sacco di plastica, prima di abbandonarlo nel piccolo terreno tra i box vicino all’abitazione di Senago in cui viveva con Giulia.
I magistrati avevano da subito detto che il corpo della donna era in “pessime condizioni” ed era per questo che si attendevano delle importanti risposte dall’esame autoptico effettuato da un team di 2 medici legali, tra cui il professore Andrea Gentilomo, affiancati da un entomologo forense, un medico specializzato in tossicologia e uno specializzato in autopsie neonatali
Erano presenti all’Istituto di Medicina Legale di Milano anche l'avvocato della famiglia Tramontano Giovanni Cacciapuoti, insieme al padre e a un altro familiare della ragazza, oltre ai carabinieri della sezione investigazioni scientifiche.
Terminati gli esami sul corpo della donna la Procura ha concesso il nulla osta alla sepoltura: il corpo sarà quindi restituito alla famiglia che potrà procedere al funerale e alla sepoltura della giovane. “Per avere la disponibilità della salma – ha spiegato l’avvocato Cacciapuoti – serve qualche giorno, anche per poter organizzare il rito funebre a Giulia e al piccolo Thiago. La metà della prossima settimana speriamo di avere il corpo per poter provvedere ai funerali”.