Martedì 16 Luglio 2024
CHIARA DI CLEMENTE
Cronaca

Giulia Cecchettin, la contro-reazione: dai social ai politici. Quando i distinguo sfociano nell’odio

La tragedia della 22enne veneta non suscita solo commozione e solidarietà Insulti e cattiverie contro la ribellione espressa dalla sorella

Roma, 22 novembre 2023 – Le venti e più coltellate di Filippo Turetta hanno scosso l’Italia, unita nella pena per Giulia Cecchettin e ora mobilitata perché questo dolore si trasformi in un grido furioso di protesta e in un’azione di politica condivisa: basta. Sgomenta, però, che quest’ondata civile di ribellione alla 105ª donna uccisa da inizio anno e a un sistema di potere patriarcale che da sempre, e sempre, impera nel nostro Paese, si sia infranta quasi subito nei rivoli dei “distinguo“, delle prese di distanze, delle critiche e persino degli insulti dinnanzi alle parole espresse dalla sorella maggiore della vittima, Elena. "Non fate un minuto di silenzio per Giulia, ma bruciate tutto; per far sì che il caso di Giulia sia finalmente l’ultimo, ora serve una sorta di rivoluzione culturale", ha detto Elena Cecchettin, 24 anni.

Manifestazioni in tutta Italia per Giulia Cecchettin
Manifestazioni in tutta Italia per Giulia Cecchettin

Lo ha detto e lo ha scritto: sui social, sui giornali, ai microfoni dei programmi tv: l’assassino della sorella, Turetta, non è un mostro che esce dai canoni normali della nostra società "ma un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro. La cultura dello stupro è quell’insieme di azioni che sono volte a limitare la libertà della donna. Come controllare un telefono, essere possessivi, fare catcalling ". E ancora: "Il femminicidio non è un delitto passionale, è un delitto di potere, è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge. Bisogna prevedere un’educazione sessuale e affettiva, in modo da prevenire queste cose".

Voce alta, coraggiosa e sicura, all’indomani della morte della sorella: concetti importanti e politici, che toccano il nucleo più profondo della questione. "Dietro Elena ci siamo tutte", è l’opinione di Michela Marzano: Elena non ha recitato il copione della sorella muta e dolente ed è già un riferimento morale e culturale per l’Italia civile che si indigna, ma vuole anche ragionare, capire e agire per cambiare lo stato delle cose. È subito diventata un bersaglio. E allora ecco l’orda social di odio: "Omicidio di Stato, patriarcato, figli dello stupro: cagate", ha scritto su X il sedicente “Esercito di Cruciani“, fan del conduttore radiofonico della Zanzara (Radio 24); "Come fa a elaborare proclami filosofici a beneficio della società e dell’opinione pubblica? Io sarei paralizzato dal dolore", ha scritto l’avvocato Carlo Taormina, già parlamentare. E via: dall’"ora parli ma cosa hai fatto prima per proteggere tua sorella?" dell’utente vattelappesca alle accuse di satanismo del consigliere regionale leghista (perché sì, una ragazza così arrabbiata e lucida non può non essere una strega).

In molti si chiedono come mai sia stato proprio il femminicidio di Giulia a scatenare l’onda gigante di indignazione: lo scrittore Paolo Giordano trova le motivazioni nell’ambiente piccolo borghese in cui la tragedia si è compiuta e "nell’impossibilità di porre una distanza sociale rispetto a quel contesto", ma anche nel modo in cui la vicenda si è sviluppata mediaticamente: "scomparsa, suspense, congetture, ritrovamento del cadavere, fuga dell’assassino...". Non è da escludere però che questi fattori siano stati solo l’innesco perché esplodesse finalmente evidente un sentimento popolare che sta attraversando il nostro Paese, lo sta cambiando, erodendo il tradizionale, immutabile e inattaccabile primato patriarcale.

A dimostrare l’esistenza e la pre-esistenza, e la forza crescente, di questo sentimento non c’è solo – per dire – il successo incredibile di un film femminista come quello di Paola Cortellesi (e poco tempo fa di un altro film femminista, Barbie ) ma pure il partecipato cordoglio che ha accompagnato la scomparsa di Michela Murgia, o i primi posti nelle classifiche dei libri e i più importanti premi letterari conquistati da opere come La Resistenza delle donne di Benedetta Tobagi, o Come d’aria di Ada D’Adamo. C’è solo da sperare che l’onda che si è alzata faccia pulizia anche delle parole di odio espresse contro Elena. Perché Elena è l’Antigone dell’Italia di oggi che si ribella alla tirannia del patriarcato. E come Antigone è mossa dall’amore, quell’amore – amore vero – che Sofocle sancisce "invincibile".

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