Padova, 5 dicembre 2023 – Migliaia di persone ai funerali di Giulia Cecchettin a Padova, la 22enne uccisa a coltellate dall’ex fidanzato Filippo Turetta, reo confesso. Era gremita di giovani la basilica di Santa Giustina, mentre all’esterno oltre 10mila persone sono arrivati da tutta Italia per dare l’ultimo saluto alla ragazza di Vigonovo.
Silenzio e applausi hanno scandito i momenti più intensi della funzione: l’omelia del vescovo Claudio Cipolla – che ha chiesto ai giovani “dovete amare di più e meglio rispetto al passato” – e la lunga lettera di addio del papà Gino Cecchettin: “Addio Giulia, amore mio”. Alle 14 a Saonara, una seconda cerimonia, più intima e privata, per i familiari e gli amici stretti. La rettrice dell’Università di Padova, Daniela Mapelli: “Daremo alla famiglia la laurea di Giulia".
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"Il discorso del papà di Giulia è di alto valore morale e civile, colpisce il cuore di tutti noi, riguarda le coscienze dell'intera società. Raccolgo la proposta del governatore Zaia perché sia inviato alle scuole e i docenti ne possano discutere con i loro studenti. E al papà di Giulia, oltre al mio personale cordoglio, rinnovo il mio impegno perché nelle scuole sia innalzato il livello di attenzione sulle violenze di genere, a partire dai corsi sull'educazione alle relazioni che abbiamo messo in campo", così il ministro dell'Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara.
Giulia Cecchettin è stata sepolta a Saonara, nel paese che l'aveva vista prima bambina e poi adolescente. Qui nel piccolo cimitero, un camposanto di campagna con le tombe tra l'erba e i fiori, è stata sepolta accanto alla mamma Monica, morta un anno fa dopo sette anni di malattia. Sulle lapidi due piccoli angeli, e lei Giulia, "sarà l'angelo custode" ora di Elena, come ricorda la sorella.
“Nascerai in un mondo difficile, ma spero con tutto il cuore di darti gli strumenti per poter scegliere. Tutti ci siamo trovati in momenti bui, o in compagnie sbagliate, ed è in quel momento che devi decidere che strada prendere”. È un pensiero rivolto alla figlia in arrivo da Federica Pellegrini, che torna su alcuni dei concetti espressi sui social dopo il drammatico caso di Giulia Cecchettin. “Amati, abbi sempre tanto rispetto di te stessa, e agisci di conseguenza”, afferma ancora l'ex campionessa in una lettera scritta per Vanity Fair. Pellegrini sottolinea che è fondamentale riconoscere il vero amore – “che oggi invece si confonde tantissimo con la gelosia” – e racconta anche il sessismo subito negli ultimi mesi da parte di chi le chiedeva, dopo il ritiro, quando avrebbe fatto un figlio: “Si tende a incasellare la donna sempre e solo nel ruolo di madre”.
“Mai avrei immaginato di doverti dire addio così presto, ci manchi terribilmente e vorremmo tornare indietro per vederti sorridere a scuola”. Sono le parole scelte dall’ex maestra di Giulia per la cerimonia privata che si è svolta nel primo pomeriggio a Saonara.
“Siamo qui per dirti che sei stata importante – ha continuato l’insegnante – e non ti dimenticheremo mai: ci mancherà il tuo sorriso, la tua più grande eredità sarà l'amore. Non smetteremo mai di parlare di te salutaci la tua grande mamma, vivrai per sempre nel nostro cuore”.
“Ciao amore, la mamma aveva scelto questa chiesa per il tuo battessimo, Saonara è stata per lei un porto sicuro e tu eri un piccolo batuffolo". Inizia così il messaggio che la zia materna di Giulia Cecchettin rivolge alla nipote di 22 anni nel giorno del suo funerale nella piccola chiesa in provincia di Padova. A lei che “amava festeggiare i compleanni con le candeline” o “abbracciare gli alberi”. E ancora: “Avremmo voluto continuare ad abbracciati e ora voglio immaginarti tra le braccia di mamma”, ha detto la zia della ragazza uccisa.
Un applauso e palloncini bianchi a forma di cuore hanno salutato l'uscita del feretro di Giulia dalla chiesa dove si è tenuta la parte privata della cerimonia funebre. Gino Cecchettin, stretto ai figli – Eena, in lacrime, e Davide – ha atteso che il feretro entrasse nel mezzo funebre e a piedi si è diretto verso il cimitero dove Giulia sarà sepolta vicino alla madre scomparsa un anno fa.
La bara di Giulia Cecchettin ha lasciato la chiesa di San Martino a Saonara (Padova) tra applausi e palloncini bianchi con la scritta azzurra 'Ciao Giulia' che sono stati fatti volare via quando la bara ha lasciato il sagrato della chiesa. In processione i familiari e gli amici stanno accompagnando il feretro verso il cimitero, dove è sepolta la madre Monica.
Si è aperto con un minuto di silenzio in memoria di Giulia il consiglio regionale del Veneto di oggi. “In questo momento a Saonara si sta svolgendo il rito religioso privato per l'addio a Giulia Cecchettin nella chiesa in cui fu battezza e dove oggi spicca una foto di Giulia e accanto a lei il disegno delle bambine e bambini della scuola materna: sta a noi amplificare la voce del buono
che cresce”, ha detto il vicepresidente del consiglio regionale, Nicola Finco.
Nelle stesse ore in cui il consigliere della maggioranza Stefano Valdegamberi (Lista Zaia), Finco ha spiegato in aula che il parroco di Saonara “ha chiesto a tutti nella sua riflessione di dire
grazie a Giulia e così, prima di iniziare i nostri lavori, credo sia giusto dire anche noi “Grazie”.
“Ne sono state ammazzate tante di ragazze e di donne e nessuno ne parla mentre le televisioni stanno facendo diventare questo caso una telenovela nazionale”. Continua a gettare benzina sul fuoco il consigliere regionale veneto Stefano Valdegamberi (Lista Zaia), lo stesso che nelle scorse settimane aveva attaccato la sorella di Giulia, Elena Cecchettin, accusandola di satanismo. “È tutto strano in questa vicenda – continua – e soprattutto come viene strumentalizzata mediaticamente e politicamente. Vogliono che gli uomini chiedano scusa per il solo fatto di essere uomini. La settimana scorsa un mio amico si è suicidato perché vessato dai ricatti della fidanzata. Nessuno ne ha parlato. Ci sono 200 uomini all'anno, separati, che per miseria, umiliazioni e che per disperazione si tolgono la vita ma nessuno ne parla”.
“C’è un senso di enorme commozione in tutto l'ateneo nel dare l'ultimo saluto a Giulia Cecchettin, nostra studentessa vittima di un efferato femminicidio”. Lo afferma in una nota Daniela Mapelli, rettrice dell'Università di Padova. “In questa giornata così triste, permettetemi di ringraziare il padre di Giulia, Gino, che ha aperto uno squarcio di luce nella Basilica di Santa Giustina con il suo discorso. Parole che andrebbero riascoltate, e riascoltate con molta attenzione, intrise di quella pietà che non cede al rancore, parole che chiamano in causa tutte e tutti noi. Saremo felici di dare alla famiglia, appena verrà concordata una data, la laurea che Giulia stava per ottenere”.
“Ora ti vedo in mezzo alle stelle, sei il mio angelo”. Lo ha detto Elena Cecchettin durante la cerimonia privata per la sorella Giulia a Saonara. “Ti vedo che fai a metà gelato con la mamma. Continuerai a essere il mio angelo custode perché in fin dei conti lo sei sempre stata”, ha aggiunto la sorella al funerale privato nella chiesa di San Martino.
Giulia resterà “nei nostri cuori, oggi tantissime persone hanno voluto abbracciarti”, ha detto il governatore Luca Zaia dopo il funerale. “Il Veneto non ti dimenticherà e la tua vicenda sarà il punto di partenza per una nuova cultura di rispetto a partire dai giovani, come ha chiesto il tuo papà oggi in chiesa”, ha aggiunto il presidente della Regione.
“A scuola bisogna far leggere come momento di riflessione l'intervento che ha fatto il papà di Giulia. Sarebbe un bella cosa”. È questo il commento del presidente del Veneto, Luca Zaia, sulla lettera di addio letta da Gino Cecchettin durante i funerali nel Duomo di Padova.
“I terminal e gli operatori dei porti di Venezia e di Chioggia si sono fermati oggi alle 11 per ricordare Giulia Cecchettin. Dopo aver osservato il silenzio, i mezzi operativi all'interno dei terminal hanno suonato le sirene delle imbarcazioni per un minuto. Anche al porto 'facciamo rumore' per dare voce a Giulia e a tutte le vittime di femminicidio e per sostenere un cambiamento culturale che deve migliorare la vita della nostra società”. Lo sottolinea il presidente Di Blasio.
C'è anche una foto di Giulia che abbraccia la mamma – Monica Camerotto, morta un anno fa a soli 51 anni – su uno schermo presente nella chiesa di San Martino a Saonara (Padova), dove si sta celebrando un funerale più intimo per la giovane studentessa uccisa dall'ex fidanzato. È una chiesa gremita di ragazzi, seduti anche sui gradini dell'altare, quella che abbraccia papà Gino e i fratelli della 22enne, Elena e Davide. A celebrare è don Francesco Monetti, che ringrazia i presenti e anche chi affolla il sagrato, dopo la ''partecipazione straordinaria di Padova”. E ha aggiunto: “Giulia ha parlato col suo silenzio, ha smosso, ha scosso”.
“Giulia col suo silenzio ha parlato e scosso tante persone”. Il parroco di Saonara, don Francesco, ha aperto così il momento dell'ultimo raccoglimento per Giulia Cecchettin nella chiesa di San Martino. Alla fine della preghiera, a cui partecipano i familiari, il parroco ha spiegato che cinque persone avranno la possibilità di portare una testimonianza sulla ragazza.
Sono già un centinaio le persone radunate davanti alla chiesa di San Martino a Saonara per rendere omaggio al feretro di Giulia Cecchettin che in questo paese, a pochi chilometri da Vigonovo, ha frequentato le scuole. Un ultima preghiera intima con amici e parenti prima che la bara venga portata nel cimitero dove riposa Monica, la madre di Giulia morta un anno fa.
Un secondo “funerale privato” viene celebrato a Saonara (Padova) in memoria di Giulia Cecchettin. Alle 14, una cerimonia “più intima” per i familiari stretti della 22enne uccisa. Nella chiesa di San Martino, possono accedere solo i parenti e gli amici stretti, ma fuori è stato allestito un maxi schermo per permettere ai concittadini – già numerosi – di assistere alla funzione religiosa. Una partecipazione sollecitata anche dall'amministrazione comunale che ha anticipato la fine delle lezioni delle scuole per consentire ai ragazzi di partecipare al funerale. La bara di Giulia, coperta da rose bianche e con accanto la sua foto sorridente, è già ai piedi dell'altare, in prima fila c'è papà Gino e i due figli.
“Il Veneto si è stretto attorno a Giulia e non per l'ultima volta». Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale del Veneto, Roberto Ciambetti, nell'uscire dalla Basilica di Santa Giustina al termine della cerimonia funebre per Giulia Cecchettin. “Davanti alla vicenda di questa ragazza e davanti alle parole di Gino Cecchettin, che ci ha dato una straordinaria lezione di dignità, ma anche di amore sincero e di etica della responsabilità – ha aggiunto – dobbiamo soprattutto noi maschi chiederci: 'Se non ora, quando’?. Se non iniziamo ora ad essere motori di quel cambiamento auspicato dal babbo di Giulia, quando? Quello che il signor Gino Cecchettin ci ha chiesto come rappresentanti dalle istituzioni e del mondo della politica di abbandonare divisioni e contrapposizioni davanti al male della violenza sulle donne è quello che auspicano tutti i cittadini e le cittadine di ogni età, di ogni appartenenza politica o credo religioso: non possiamo attendere oltre”.
“Il male – ha concluso Ciambetti – può e deve essere sconfitto e ascoltando il signor Gino, guardando Elena e Davide, si capisce la forza dell'amore e quanto conti oggi amare per disarmare il male che attraversa la cultura della violenza, della prevaricazione dissennata, dell'ignoranza”.
Sono state superate abbondantemente le 10mila presenze ai funerali di Giulia Cecchettin che sono stati officiati nel Duomo cittadino. Lo riferisce la diocesi veneta. Moltissime le persone, tantissimi i giovani, radunatesi soprattutto all'esterno della cattedrale e che hanno salutato la ragazza tributandole applausi, una commossa ovazione, facendo 'rumore' agitando le chiavi, nel segno della volontà di non accettare più nel silenzio gli abusi e le violenze.
Occhi lucidi della folla, rose bianche e palloncini a Saonara, paese dove Giulia aveva vissuto da bambina nel quale poco fa è arrivato il feretro della ragazza dopo i funerali svoltisi nella basilica di Santa Giustina a Padova. Qui nella chiesa parrocchiale di San Martino ci sarà un altro momento di raccoglimento e di preghiera riservato solo ai parenti e agli amici più stretti di Giulia, che poi sarà tumulata accanto alla tomba della madre, Monica Camerotto, deceduta un anno fa.
Il feretro bianco di Giulia Cecchettin è uscito dalla basilica di Santa Giustina accompagnato dai familiari, con un fiocco rosso contro la violenza di genere appuntato sul cappotto, dai sacerdoti e dalle autorità. Fuori, l'applauso degli oltre 8 mila presenti, che hanno affollato il sagrato e Prato dalla Valle per portarle l'ultimo saluto, seguendo il funerale dai due maxischermi. Grande la commozione delle persone che non hanno trattenuto lacrime dopo il discorso finale del padre Gino Cecchettin. Campanelli agitati, urla per "fare rumore" e un lungo applauso con cori "Giulia, Giulia" hanno concluso la funzione.
"Alle istituzioni politiche chiedo di mettere da parte le differenze ideologiche per affrontare unitariamente il flagello della violenza di genere. Abbiamo bisogno di leggi e programmi educativi mirati a prevenire la violenza, a proteggere le vittime e a garantire che i colpevoli siano chiamati a rispondere delle loro azioni. Le forze dell'ordine devono essere dotate delle risorse necessarie per combattere attivamente questa piaga e degli strumenti per riconoscere il pericolo". Così Gino Cecchettin, il padre di Giulia, nel suo messaggio letto al termine del funerale.
"Il femmincidio è spesso il risultato di una cultura che svaluta la vita donne, vittime di coloro che avrebbero dovuto amarle; invece sono state vessate, costrette a lunghi periodi di abusi, fino a perdere la loro libertà, prima di perdere anche la vita. Come può accadere tutto questo. Com'è può essere successo a Giulia ?». È la riflessione di Gino Cecchettin, durante il messaggio ai funerali della figlia. "Ci sono tante responsabilità - ha aggiunto - ma quella educativa coinvolge tutti. Mi rivolgo per primi agli uomini: per primi dobbiamo dimostrare di essere agenti di cambiamento, contro la violenza di genere".
"Che la memoria di Giulia ci ispiri a lavorare insieme contro la violenza, che la sua morte sia la spinta per cambiare». Questo l'auspicio di Gino Cecchettin durante il suo messaggio. "Mia figlia
Giulia era proprio come l'avete conosciuta, una giovane donna straordinaria, allegra e vivace, mai sazia di imparare. Ha abbracciato la responsabilità della gestione familiare dopo la prematura perdita della sua amata mamma", ha aggiunto.
"Dobbiamo trasformare la tragedia in una spinta per il cambiamento. La vita di Giulia è stata sottratta in maniera crudele, ma la sua morte può e deve essere il punto di svolta per mettere fine alla terribile piaga della violenza sulle donne". Così Gino Cecchettin, il padre di Giulia, nel suo messaggio letto al termine del funerale. Lungo applauso delle migliaia di persone in piazza.
Anche Vincenzo Gualzetti, la cui figlia Chiara è stata uccisa tre anni fa, ha voluto partecipare ai funerali di Giulia Cecchettin che si stanno celebrando nella basilica di Padova. Gualzetti, al momento dello scambio della pace, si è avvicinato al papà di Giulia e lo ha stretto in un lungo abbraccio.
"Vorrei aggiungere quest'oggi che il valore e il rispetto della vita vanno riaffermati in ogni ambito, in ogni circostanza, in ogni dimensione. Va ribadito con forza in questo momento in cui sono in corso i funerali di Giulia Cecchettin". Lo ha detto il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, parlando al Quirinale in occasione della cerimonia di celebrazione del centenario dell'istituzione della "Stella al Merito del Lavoro".
Abbraccio tra il ministro della giustizia Carlo Nordio e Gino Cecchettin alle esequie di Giulia al momento dello scambio del segno di pace. Abbracci anche con il presidente della Regione Veneto Luca Zaia e altri sindaci.
"Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità". Lo ha detto, rivolto ai giovani, Claudio Cipolla nell'omelia. "L'amore non è un generico sentimento buonista, quindi. Non si sottrae alla verità, non sfugge la fatica di conoscere ed educare se stessi. È empatia che genera solidarietà, accordo di anime e corpi nutrito di idealità comuni, compassione che nell'ascolto dell'altro trova la via per spezzare l'autoreferenzialità e il narcisismo", ha aggiunto il vescovo
Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, è rimasta sempre stretta a padre, Gino, sottobraccio, durante la prima parte della messa dei funerali. La si è potuta vedere con il capo appoggiato alla spalla del papà, gli occhi socchiusi. A fianco di Gino Cecchettin l'altro figlio, Davide, 17enne, il volto tirato, lo sguardo fisso sull'altare.
Il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, rivolge un pensiero anche a Filippo Turetta, reo confesso dell'omicidio in carcere. "Chiediamo la pace del cuore anche per Filippo e la sua famiglia", ha detto il vescovo nell'omelia. "Il nostro cuore cerca tenerezza, comprensione, affetto, amore. La pace del cuore è pace con se stessi, con il proprio corpo, con la propria psiche, con i propri sentimenti soprattutto quelli che riguardano il senso delle azioni che compiamo e il senso della vita".
"Occorre cambiare la cultura che porta a compiere atti di abuso e sopraffazione". Lo ha detto monsignor Claudio Cipolla nell'omelia. "Insegnaci, Signore, la pace tra generi, tra maschio e femmina, tra uomo e donna. Vogliamo imparare l'amore e vivere nel rispetto reciproco, cercando anzi il bene dell'altro nel dono di noi stessi. Non possiamo più consentire atti di sopraffazione e di abuso; per questo abbiamo bisogno di concorrere per riuscire a trasformare quella cultura che li rende possibili", è l'appello del vescovo. Poi si è rivolto ai giovani: "Forse voi giovani potete osare di più rispetto al passato: avete a disposizione le università e gli studi, avete possibilità di incontri e confronti a livello internazionale, avete più opportunità e benessere rispetto a 50 anni fa. Nella libertà potete amare meglio e di più: questa è la vostra vocazione e questa può e deve diventare la vostra felicità".
Sono oltre 8 mila le persone che stanno seguendo i funerali di Giulia Cecchettin nella piazza antistante la basilica di Santa Giustina, ma altre ne stanno arrivando da Prato della Valle la seconda piazza più grande d'Europa.
"La conclusione di questa storia lascia in noi amarezza, tristezza, a tratti anche rabbia - ha proseguito il vescovo nell'omelia - ma quanto abbiamo vissuto ha reso evidente anche il desiderio di trasformare il dolore in impegno per l'edificazione di una società e un mondo migliori, che abbiano al centro il rispetto della persona (donna o uomo che sia) e la salvaguardia dei diritti fondamentali di ciascuno, specie quello alla libera e responsabile definizione del proprio progetto di vita", ha detto Cipolla sottolineando che "questo impegno è indispensabile non solo per garantire qualità di vita al singolo individuo ma anche per realizzare quei contesti sociali e quelle reti in cui le persone siano valorizzate in quanto soggetti in grado di dare un contributo originale e creativo".
''Non avremmo voluto vedere quello che i nostri occhi hanno visto né avremmo voluto ascoltare quello che abbiamo appreso nella tarda mattinata di sabato 18 novembre. Per sette lunghi giorni avevamo atteso, desiderato e sperato di vedere e sentire cose diverse. Ed invece ora siamo qui, in molti, con gli occhi, anche quelli del cuore, pieni di lacrime e con gli orecchi bisognosi di essere dischiusi ad un ascolto nuovo''. È quanto afferma Claudio Cipolla, vescovo di Padova, nel corso dell'omelia. ''Abbiamo bisogno di parole e gesti di sapienza che ci aiutino a non restare intrappolati dall'immane tragedia che si è consumata, per ritrovare anche solo un piccolo spiraglio di luce''.
"L'addio a Giulia sia un corale abbracciarci e stringerci a lei innanzitutto, alla sua famiglia e a tutti i suoi ideali". Lo ha detto monsignor Claudio Cipolla, vescovo di Padova, aprendo la cerimonia funebre di Giulia Cecchettin. Dopo aver rivolto un saluto alle "autorità civili e militari presenti", il vescovo ha dato "un caloroso benvenuto a tutti i giovani che ci stanno seguendo".
Migliaia di persone seguono la funzione dal maxischermo posizionato nella piazza davanti alla basilica di Santa Giustina. Tanti i ragazzi assistono in silenzio, c'è chi indossa il nastro rosso contro la violenza sulle donne - come i familiari della studentessa uccisa - e tra gli adulti c'è chi stringe forte un rosario. Una ragazza solleva un cartello: ''Un raggio di sole rapito alla vita''.
Il feretro di Giulia Cecchettin è arrivato a Santa Giustina e viene portato all'interno della basilica. La bara è bianca coperta da una corona di rose gialle. È entrata nella chiesa salutata sa un applauso delle molte persone accorse per dare l'ultimo saluto. Ad attenderla papà Gino, la sorella Elena e il fratello Davide.
Assieme al ministro Nordio sono presenti numerosi parlamentari tra cui Antonio de Poli, Laura Boldrini, Alessandro Zan, Andrea Martella. Per le autorità locali ci sono le massime cariche della Regione Veneto, molti sindaci con il presidente regionale Anci, Mario Conte, la rettrice dell'università Daniela Mapelli. La chiesa si è riempita nei posti a sedere, e anche il sagrato ha visto l'arrivo di persone che vogliono assistere alla funzione dall'esterno.
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, a quanto si apprende dalle agenzie di stampa, sarà presente ai funerali di Giulia Cecchettin. Il presidente del Veneto, Luca Zaia è entrato nella basilica di Santa Giustina e, tra le altre autorità, ci sono il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, il sindaco di Padova Sergio Giordani, il parlamentare Udc Antonio De Poli, il segretario del Pd Veneto Andrea Martella.
Sono state posate all'interno della basilica di Santa Giustina a Padova le corone funebri del Presidente della Repubblica, della presidente del Consiglio dei ministri e dei presidenti di Camera e Senato. Gli omaggi floreali sono stati posti sotto il presbiterio della grande chiesa. Al momento l'afflusso di partecipanti all'interno e all'esterno della basilica, è molto limitato, e la giornata è fredda e grigia.
Lezioni sospese oggi all'Università di Padova in occasione dei funerali di Giulia Cecchettin che proprio all'ateneo del Bo era studentessa laureanda in ingegneria biomedica. In segno di lutto la rettrice Daniela Mapelli ha disposto, fino alle ore 14, la sospensione delle lezioni e per tutto il giorno l'esposizione a mezz'asta delle bandiere. Mapelli parteciperà con una delegazione dell'Ateneo alla cerimonia funebre.
Seguiranno la cerimonia all'interno della basilica di Santa Giustina, che può contenere fino a 1.150 persone, 40 parenti stretti della famiglia Cecchettin, 360 tra amici e conoscenti, i membri dei consigli pastorali di Vigonovo e Saonara (30), i compagni di scuola di Davide, il fratello di Giulia, della 4C dell'Istituto Fermi (20 studenti, 8 professori, il preside, 2 vicepresidi).
Ci sono già diverse persone in Prato della Valle a Padova in coda in attesa ai varchi di accesso alla chiesa di Santa Giustina. La giornata è grigia e fredda, ma a due ore dall'inizio della cerimonia funebre in tanti stanno arrivando nella piazza monumentale sulla quale affaccia la basilica, perché i circa 1.200 posti a disposizione in chiesa saranno presto esauriti. Per tutti gli altri sarà possibile seguire le esequie con due maxischermi all'esterno, uno sul lato destro del sagrato, e l'altro rivolto verso Prato della Valle e l'isola Memmia, la zona centrale della piazza. In un largo perimetro attorno a Santa Giustina le strade sono chiuse fino al termine delle esequie. In Veneto oggi è giornata di lutto regionale.
È iniziato alle 8.30 l'ingresso delle persone accreditate al varco di polizia in vista dei funerali di stamane nella basilica di Santa Giustina. Sono oltre 200 le persone tra polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria, unità speciali antiterrorismo e antisabotaggio che presidiano la zona esterna riservata. All'interno della Basilica vi sarà posto per poco meno di 1.200 persone.
"Ed ora vola Giulia, vai in alto, vai oltre. Oltre il nero della morte, oltre il rosso del sangue, oltre il bianco del gelo. Oltre l' oppressione, oltre la miseria, oltre gli uomini". Lo scrive stamane sui social Nicodemo Gentile, il legale per l'associazione Penelope di Elena, sorella di Giulia Cecchettin. "Sei diventata una farfalla, libera e colorata, come quella di Penelope - aggiunge - . Senza catene raggiungi la tua adorata mamma in quello spazio nuovo, azzurro e confortante, dove finalmente nessuno potrà più toccarti. Buon volo anima pura e se puoi perdonaci".
"Oggi, nel giorno dei funerali di Giulia Cecchettin, chiedo all'intero Veneto un segnale corale, forte e chiaro, contro la violenza di genere - ha scritto questa mattina su Facebook il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia - Una giornata che diventi indelebile, che segni il passo perché fatti come questo possano non ripetersi più. Lo dobbiamo a Giulia, nel cui ricordo - e nel ricordo di tutte le donne uccise senza un perché - continueremo a lavorare stretti gli uni agli altri nel combattere la violenza di genere. Serve un segnale forte, anche dal punto di vista simbolico: indossiamo tutti un nastrino rosso, ed esponiamo fiocchi rossi alle porte e alle finestre. Chiedo anche alle attività economiche di osservare, durante le esequie alle 11, un momento di pausa nelle attività. L'auspicio - conclude Zaia - è che da questa tragedia nasca un movimento che con voce alta, corale, forte, esprima ogni giorno al mondo un messaggio contro la violenza sulle donne".