Venezia, 22 novembre 2023 – “Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato sette giorni perché cercavo di farla finita. Ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita”. Sono le parole del 22enne Filippo Turetta – arrestato per omicidio e sequestro di persona – messe a verbale dalla polizia tedesca. Quando è stato arrestato, il ragazzo era ferito a mani e caviglie. I vestiti ancora sporchi di sangue.
FOCUS / Cosa rischia Filippo Turetta
Oggi è stata autorizzata l’estradizione: forse già venerdì 24 arriverà in Italia.Il legale che segue la famiglia Turetta ha detto che “una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo". Non appena arriverà il nulla osta della prefettura, i funerali di Giulia verranno celebrati a Saonara (Padova) e lì sepolta, vicino alla tomba della madre, scomparsa un anno fa a 51 anni. La polizia tedesca fa sapere che la Fiat Grande Punto di Filippo verrà nuovamente esaminata.
Intanto, tra i molti che ricordano Giulia, anche la scuola di Comics di Reggio Emilia, che la raagazza aveva iniziato a frequentare. La direttrice: “Faremo un’iniziativa in suo onore”. In un audio svelato da “Chi l’ha visto?” le parole di Giulia alle amiche: “Vorrei fortemente sparire dalla vita di Filippo, ma non so come farlo"
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"Vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo". Lo affermava Giulia Cecchettin, in un audio alle amiche, svelato da 'Chi l'ha visto' che lo manderà in onda integralmente stasera e che è stato parzialmente anticipato dal Tg1, parlando così del rapporto con Filippo Turetta, dopo la fine della relazione con l'ex fidanzato. "Mi sento in una situazione in cui vorrei che sparisse, vorrei non avere più contatti con lui. Però allo stesso tempo lui mi viene a dire che è super depresso, che ha smesso di mangiare, passa le giornate a guardare il soffitto, pensa solo ad ammazzarsi, vorrebbe morire", diceva Giulia. "Non me le viene a dire per forza come ricatto però suonano molto come ricatto. Allo stesso tempo mi viene a dire che l'unica luce che vede nelle sue giornate sono le uscite con me o i momenti in cui io gli scrivo", continuava la ragazza. "Io vorrei non vederlo più, comincio a non sopportarlo più", proseguiva Giulia nell'audio dicendo: "Vorrei fortemente sparire dalla sua vita, ma non so come farlo. Mi sento in colpa, ho troppa paura che possa farsi male in qualche modo".
Jessica Ferreri, direttrice di R2 Scuola Internazionale di Comics di Reggio Emilia, dove da un mese stava studiando disegno la ragazza uccisa dal fidanzato, annuncia: “Abbiamo in programma un’iniziativa legata al disegno per ricordare la ragazza uccisa e per onorare il suo nome”. E racconta: “Nel colloquio di ammissione Giulia mi aveva spiegato che stava per finire Ingegneria però il suo grande desiderio era quello di diventare illustratrice. Aveva un’urgenza di disegnare e di esprimersi, era qualcosa che lei sentiva moltissimo”.
Filippo Turetta potrebbe arrivare in Italia venerdì. L'operazione è in capo al Servizio per la cooperazione internazionale di polizia (Scip), che si sta coordinando con l'omologo organismo tedesco per organizzare la consegna del giovane. Gli uomini dello Scip - che è un servizio interforze - andranno in Germania per prendere in consegna il giovane che sarà trasferito con un volo diretto a Fiumicino. Una volta a Roma gli verrà notificata l'ordinanza di custodia cautelare in carcere, sempre nella Capitale. Potrà quindi essere trasferito a Venezia per l'interrogatorio di garanzia del gip.
Sono raddoppiate le telefonate al numero 1522, la help line violenza e stalking. Dalle 200 telefonate quotidiane, a cui rispondono 24 ore su 24 operatici specializzate, si è passati alle 400 con picchi che negli ultimi due giorni, considerando le richieste d'aiuto via chat e App, hanno raggiunto 450 e 500. E questo da quando è stata trovato il povero corpo di Giulia Cecchettin. A dimostrazione che sono tante le giovani donne italiane che stanno vivendo una situazione di pericolo: hanno lasciato il fidanzato e a scuola o a casa sono assediate dalla presenza dell'ex. E sono anche tantissimi i genitori che vivono nel terrore che il triste epilogo possa riguardare anche la propria figlia e non sanno come comportarsi.
Flash mob lanciato oggi dai collettivi studenteschi dell'Università Statale di Milano: un "minuto di rumore" per ricordare Giulia Cecchetti.
L'autopsia sul corpo di Giulia Cecchettin sarà eseguita venerdì 1dicembre alle 9 all'Istituto di anatomia patologica della clinica universitaria di Padova. Lo si apprende da fonti vicine all'inchiesta. All'esame parteciperà, tra gli altri, anche l'anatomopatologo Antonello Cirnelli, nominato oggi come perito della famiglia Cecchettin. Gli altri professionisti incaricati dell'esame, da parte della Procura di Venezia, e dell'indagato Filippo Turetta, saranno indicati nei prossimi giorni.
"Cara Elena, ti sono vicina e voglio sostenerti nella lotta per dire 'non una in più, basta femminicidi'. Spero di essere presente al funerale di tua sorella Giulia, so che è con Antonia e con tutte le donne morte per mano di un uomo, di chi non le amava". Inizia così la lettera che Assunta Bianco, sorella di Antonia ammazzata dall'ex compagno il 13 febbraio 2012 a San Giuliano Milanese, ha scritto alla sorella di Giulia Cecchettin. "I femminicidi riguardano tutti, nessuna differenza di età o nazionalità, quello di mia sorella - che aveva denunciato più volte il suo stalker -, è stato un omicidio annunciato. Un calvario giudiziario in cui ho lottato per avere giustizia per mia sorella e per i suoi tre figli, per l'ultimo (figlio dell'uomo arrestato, ndr) ho dovuto anche combattere perché rimanesse con me".
L’auto era a ‘secco’ a luci spente sulla corsia di emergenza dell’autostrada. Era rimasto senza benzina, ma in tasca aveva soldi in contatti e una carta prepagata. Cosa è successo: voleva farsi arrestare perché stanco o si sentiva braccato? Al momento dell'arresto, dopo la fuga di una settimana, Filippo Turetta aveva addosso un coltello, un guanto, il telefono cellulare, una scheda bancomat prepagata e 200 euro in contanti. È quanto viene riportato nel verbale della polizia tedesca redatto al momento dell'arresto per l'accusa di avere ucciso l'ex fidanzata.
Aveva ancora i vestiti sporchi di sangue quando è stato arrestato Filippo Turetta. È uno dei particolari che emerge a poche ore dall’ok alla consegna all'Italia deciso dai giudici in Germania. Inoltre, da quanto si apprende, il 22enne aveva ferite alle mani e alle caviglie – da accertare il modo in cui se le è provocate: forse una colluttazione con l’ex fidanzata? – quando è stato fermato dagli agenti.
Nell'auto usata per disfarsi della ragazza e per percorrere mille chilometri fino in Germania, gli agenti tedeschi hanno trovato e sequestrato un coltello che ora dovrà essere analizzato per capire se è quello usato contro la studentessa.
Filippo Turetta presentava ferite alle mani e alle caviglie ed evidenti macchie di sangue addosso quando è stato fermato dai poliziotti tedeschi. È quanto si apprende dalla lettura del verbale delle forze dell'ordine. L'origine delle ferite non è chiara: forse è successo mentre lottava con Giulia?
Filippo Turetta ha raccontato ai poliziotti tedeschi che lo hanno arrestato di avere pensato "più volte di farla finita" nel corso della sua fuga, ma di non avere avuto il coraggio di farlo. Ecco, in base a quanto apprende l'Agi, la sua dichiarazione messa a verbale. “Ho ammazzato la mia fidanzata, ho vagato questi sette giorni perché cercavo di farla finita, ho pensato più volte di andarmi a schiantare contro un ostacolo e più volte mi sono buttato un coltello contro la gola ma non ho avuto il coraggio di farla finita”. Il 22enne Turetta si è consegnato con le ‘mani in alto’ in segno di resa ai poliziotti.
“Perché dovremmo escludere di ricorrere a una perizia? Questo non per esonerare il ragazzo da ogni responsabilità, ma questo per capire davvero fino in fondo che cosa c'è stato nella mente”. La pensa così il difensore di Filippo Turetta, Emanuele Compagno. L’avvocato non esclude di chiedere una perizia psichiatrica sul giovane che ha ucciso Giulia Cecchettin. Una presa di posizione che creando reazioni a catena dal 'fronte delle donne'.
I Ris di Parma stanno analizzando gli elementi emersi sul luogo del ritrovamento. L'ultimo sopralluogo è di due giorni fa nella zona friulana di Barcis, in alta montagna, dove il 22enne Turetta lo ha nascosto in fondo a un canalone.
Il Governo sta lavorando per organizzare il trasferimento di Filippo in Italia, così come annunciato questa mattina il ministro degli Esteri, Antonio Tajani.
Filippo Turetta ha dato il proprio consenso ad essere consegnato alle autorità italiane. È quanto riportato in una nota delle polizia tedesca. Il 22enne, unico indiziato dell'uccisione di Giulia Cecchettin, si trova rinchiuso in una cella del 'Der Rote Ochse' (oggi JVA Halle I), supercarcere che si trova a Halle in Germania. La consegna di Turetta alle autorità italiane avverrà nell'arco dei prossimi giorni, probabilmente nel corso della prossima settimana. Da verificare le modalità di rientro in Italia che potrebbe avvenire anche in aereo con scorta delle forze dell'ordine italiane. Nei confronti di Turetta c'è un mandato d'arresto europeo.
“La consegna del cittadino italiano è stata autorizzata oggi dalla Procura Generale di Naumburg, per cui il suo trasferimento alla custodia delle autorità italiane avverrà entro alcuni giorni”. Lo ha comunicato una magistrata della stessa Procura generale regionale della Sassonia-Anhalt, la procuratrice capo Tatjana Letz, riferendosi a Filipo Turetta.
Un portavoce della Polizia di Halle ha confermato che la Grande Punto nera di Filippo Turetta è sempre sotto la custodia giudiziaria tedesca in un “deposito in Germania” e deve essere “nuovamente” esaminata. “L'auto si trova in custodia di polizia in Germania. Ce l'abbiamo noi e siamo in contatto con gli inquirenti italiani” per stabilire “quando l'automezzo verrà esaminato di nuovo a livello tecnico-criminale”, ha detto un portavoce della polizia della città della Sassonia-Anhalt rispondendo alla domanda su dove si trovi oggi il veicolo.
“Il perdono è un percorso, un cammino che uno fa, non viene spontaneo. Conservare l'odio e il rancore, questo no”. Lo ha detto don Francesco Moretti, parroco di Saonara (Padova), paese originario della famiglia di Giulia Cecchettin e dove verranno celebrati i funerali. Il perdono “non c'è ancora – ha aggiunto – è un passaggio interiore e dobbiamo dare tempo alle persone per trovarlo. È già tanto in questi momenti non nutrire il nostro spirito di odio. Poi verrà, quando sarà il tempo. Vale per tutti, vale per un prete, per chi crede. Si sa benissimo che il perdonare è di Dio, aspettare la sua mano prima di arrivarci". Quanto alla famiglia di Filippo Turetta, don Moretti ha detto di "non conoscerli, ma è una famiglia a cui auguro tanto bene, soprattutto di trovare aiuti e appoggi necessari per questo percorso impegnativo”.
"Una mia collega si ricorda di Giulia. Non mi ha detto se fosse in compagnia di Filippo, ma è certa di averla vista quella sera". Le parole sono della commessa di un negozio di scarpe del centro commerciale Nave de Vero di Marghera (Venezia), dove Giulia Cecchettin ha trascorso le sue ultime ore di vita in compagnia dell'ex fidanzato, Filippo Turetta, la sera dell'11 novembre. Giulia doveva acquistare delle calzature per l'imminente giorno della laurea il giovedì successivo ed era indecisa tra scarpe con un pò di tacco e ballerine.
Filippo Turetta ha dato il proprio consenso a venire consegnato alle autorità italiane. Lo riferisce una nota della Polizia tedesca recapitata stamani all'avvocato italiano del giovane, Emanuele Compagno.
Con il rapido sì della giustizia tedesca della consegna all'Italia di Filippo Turetta, arrestato su mandato di arresto europeo per l'omicidio di Giulia Cecchettin, la macchina pubblica per riportarlo in Italia accelera: da quanto si apprende, il ministero della Giustizia chiederà a stretto giro a quello dell'Interno di mettere a disposizione del personale per ''scortarlo in Italia'' con un volo di linea.
Un coltello da cucina con una lama di 12 centimetri, probabilmente l'arma del delitto, un paio di guanti e un telefono cellulare, sono stati rinvenuti dalla polizia tedesca nella borsa di
Filippo Turetta, all'interno della Punto nera fermata lungo l'autostrada vicino a Lipsia. Lo riferiscono i quotidiani locali e nazionali. Nella vettura sarebbero state individuate anche tracce di sangue, presenti anche sulle scarpe e sui vestiti del 22enne. Sarebbero stati trovati infine circa 300 euro in contanti; altri accertamenti sono in corso sull'eventuale acquisto di una scheda Sim straniera per poter utilizzare il telefonino senza venire tracciato.
Verranno con ogni probabilità celebrati a Saonara (Padova), la cittadina di origine, i funerali di Giulia Cecchettin. La volontà è stata già espressa all'amministrazione comunale dalla famiglia Cecchettin, e la disponibilità istituzionale è stata già espressa dalla sindaca Michela Lazzaro. I tempi delle esequie saranno dettati dall'andamento delle indagini, e dipenderanno dal nulla osta della Procura alla riconsegna del corpo, dopo lo svolgimento dell'autopsia. L'amministrazione ha verificato la disponibilità della chiesa parrocchiale - quella di Vigonovo è attualmente sottoposta a lavori di ristrutturazione - e l'eventuale predisposizione di maxischermi sul sagrato, in vista di un prevedibile grande afflusso di persone. La celebrazione verrà presieduta dal vescovo di Padova, mons. Claudio Cipolla. Per la tumulazione, la volontà è di seppellire la giovane nel cimitero dove già riposta la madre, morta un anno fa.
Il presidente del Tribunale tedesco di Naumburg ha dato il via libera alla consegna all'Italia di Filippo Turetta, accusato di aver ucciso l'ex fidanzata Giulia Cecchettin. In un comunicato diffuso stamattina, il magistrato afferma che, sulla base della documentazione allegata al mandato di arresto europeo contro Turetta, "non ci sono ostacoli" alla consegna dell'indagato alle autorità italiane, e sottolinea che lo stesso Turetta l'ha accetata.
Fiori e omaggi per Giulia Cecchettin vengono spostati stamani dal marciapiede della casa di famiglia fino al municipio di Vigonovo (Venezia), dove ieri è stata appesa la gigantografia dedicata alla giovane uccisa. La decisione è stata presa dal Comune in accordo con la famiglia Cecchettin, anche per permettere il transito in sicurezza dei pedoni sul marciapiede, che in questi giorni è stato letteralmente inondato di fiori, messaggi, candele e altri ricordi.
Quando Filippo Turetta è stato fermato ''secondo noi era in stato confusionale", si legge nell'intervista di oggi del Corriere della Sera ai genitori del 22enne. "Ha vagato senza una meta, non è tornato perché probabilmente aveva paura. Segno che non aveva un piano''. I genitori di Filippo hanno aggiunto che ''non ci hanno fatto ancora parlare con lui. Ci hanno detto che è molto provato. Se non lo riporteranno in Italia nei prossimi giorni, ci organizzeremo per andare noi in Germania. Resta nostro figlio. Cosa dobbiamo fare? Pagherà per quello che ha fatto. Noi siamo pur sempre i suoi genitori''.
"Parlano di possesso, maschilismo, incapacità di accettare che lei fosse più brava di lui. Non è assolutamente niente di tutto questo. Io sono convinto che qualcosa nel suo cervello non abbia più funzionato'', dice il papà di Filippo Turetta nell'intervista di oggi al Corriere della Sera. ''Proviamo un immenso dolore per la povera Giulia. Siamo vicini alla sua famiglia, siamo devastati per quello che è accaduto. Pensiamo in continuazione a lei. Ci fa male vederci additare come genitori inadeguati, come una famiglia simbolo del patriarcato''.
''Mi sembra impossibile. Ma poi dicono dello scotch, del coltello, non so cosa pensare: forse voleva sequestrarla per non farle dare la tesi e poi la situazione è degenerata. Secondo noi, gli è scoppiata qualche vena in testa. Non c'è davvero una spiegazione''. Lo si legge in un'intervista al Corriere della Sera ai genitori di Filippo Turetta, papà Nicola e mamma Elisabetta che non si danno pace.
"Una perizia psichiatrica può essere utile per verificare cosa sia successo". Lo ha detto alla trasmissione Porta a Porta l'avvocato Emanuele Compagno, legale di Filippo
Turetta. "E' molto presto per pensarci, però è ovvio che se ce ne sarà bisogno lo faremo - aggiunge -. Questo tipo di aspetto va indagato perché nessuno finora aveva avuto alcun sospetto su Filippo, un ragazzo descritto come dedito allo studio, allo sport, un ragazzo d'oro che aiutava gli altri".