Vigonovo (Padova), 17 novembre 2023 – Tre fiocchi rossi, per ricordare la festa di laurea che non c’è stata. Per ricordare il dolore di una famiglia. E’ stremata Elena Cecchettin, la sorella di Giulia, la ragazza di 22 anni che è scomparsa da sabato, dopo essere andata a cena con l’ex fidanzato, il coetaneo Filippo Turetta. Annoda i fiocchi rossi al cancello di casa e rientra: "Vorrei solo che fosse qui". E anche all’università di Padova, mentre i compagni di corso di Giulia celebrano il traguardo o con un po’ di imbarazzo, c’è incredulità: "Speriamo siano ancora vivi. Quando torneranno – racconta una ragazza – festeggeremo insieme a loro".
Nel frattempo continuano le ricerche. Secondo alcune segnalazioni, la Fiat Grande Punto nera di Filippo Turetta, sarebbe stata registrata dal sistema di rilevamento automatico delle targhe al confine con l’Austria. Un passaggio che viene ritenuto credibile, visto che in serata la nostra ambasciata a Vienna ha invitato una lettera ai sei consolati, invitandoli a prestare la massima attenzione: "Turetta conosce bene queste zone". Il ragazzo è un appassionato di montagna ed è stato diverse volte in vacanza nella zona. Ma dell’utilitaria non c’è traccia. Nella zona delle Dolomiti di Sesto, in alta Val Pusteria, dove è stata segnalata la Grande Punto le ricerche condotte da vigili del fuoco, soccorso alpino e Guardia di finanza non hanno portato a nulla e nel primo pomeriggio di ieri sono state sospese.
Ma ieri l’attenzione degli inquirenti si è concentrata anche sulle macchie di sangue trovate qualche giorno fa in un parcheggio di Fossò. Alla sorella di Giulia è stato prelevato un campione di Dna, che sarà confrontato con le tracce ematiche ritrovate nel paesino a pochi chilometri di Vigonovo. I risultati potrebbero arrivare nei prossimi giorni e un’eventuale corrispondenza potrebbe imprimere una svolta alle indagini. Alcune telecamere di uno stabilimento vicino potrebbero aver ripreso quello che è successo nel parcheggio, ma ancora nessuno conosce i contenuti dei nastri.
E poi c’è un brandello di tessuto, sembra un reggiseno, trovato dai sommozzatori sul greto del fiume Muson, a Stigliano, nel Veneziano. Anche questo reperto è stato inviato ai laboratori della scientifica per essere analizzato.
La famiglia Cecchettin però non perde la speranza. "Sono convinti che Giulia sia trattenuta contro al sua volontà – spiega Stefano Tigano, il loro avvocato – perché mai si sarebbe allontanata da casa di sua iniziativa, senza dire nulla. Non può essere scappata da sola, per una fuga di qualsiasi tipo". Anche se per il momento non ci sono elementi investigativi a sostegno di questa ipotesi. Gino, il padre di Giulia, ieri mattina ha invitato nuovamente Filippo a tornare indietro: "Se ci riporti Giulia, sono pronto ad abbracciarti".
Un’amica della ragazza scomparsa sta aiutando il team che assiste la famiglia Cecchettin a ricostruire il rapporto di Giulia con Filippo e costruire un profilo psicologico del ragazzo. Secondo quanto trapela, sarebbero emersi diversi elementi critici. Anche se il padre di Turetta ci tiene a ribadire che suo figlio non è un mostro: "Anzi era orgoglioso che Giulia si laureasse. Se fosse stato pericoloso non avrebbe continuato a frequentare lei e la sua famiglia anche dopo che la relazione si era interrotta". Oggi saranno sei giorni dalla scomparsa dei due giovani. E quello che resta sono tre fiocchi rossi annodati a un cancello grigio.
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