Giovedì 21 Novembre 2024
LUCA BOLOGNINI, INVIATO
Cronaca

Giulia Cecchettin gettata da un dirupo alto 50 metri. Il corpo trovato da un cane della Protezione civile

La zona impervia è molto frequentata dai lupi, ma il cadavere della ragazza non è stato attaccato. Addosso ancora gli abiti di quando era sparita

Barcis (Pordenone), 18 novembre 2023 – I sogni e la vita di Giulia Cecchettin riposeranno per sempre sulle rocce calcaree di un canalone. La ragazza di Vigonovo, di cui si erano perse le tracce da sabato 11 novembre, dopo essere andata a cena con Filippo Turetta, il suo ex fidanzato, è stata uccisa da svariate coltellate alla testa e al collo. Poi il suo corpo senza vita è stato gettato dal ragazzo che diceva di amarla da una scarpata, là dove le betulle cedono il passo ai pini.

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La scoperta

È stato un cane della protezione civile del Friuli-Venezia Giulia a fiutare la presenza di un corpo nel canalone che corre tra Piancavallo e il lago di Bàrcis, in provincia di Pordenone. Il volontario che lo teneva al guinzaglio, quando l’animale si è messo ad abbaiare, ha subito allertato carabinieri e vigili del fuoco. Sono bastati pochi minuti per capire che purtroppo il cadavere era quello di Giulia Cecchettin. Addosso, la ragazza di 22 anni che si sarebbe dovuta laureare pochi giorni fa, aveva ancora la gonna marrone e il maglione azzurro con cui era uscita l’11 novembre per andare a cena con Filippo.

La dinamica 

Il puzzle di cosa sia successo nella notte tra sabato e domenica scorsa ormai è quasi completo. Filippo Turetta, dopo aver preso a calci e pestato l’ex fidanzata in un parcheggio di Fossò (nel Veneziano) fino a farle perdere i sensi, la carica, completamente coperta di sangue, molto probabilmente a questo punto a causa delle coltellate (sulle braccia e le mani sono stati rilevate numerose ferite da difesa), sulla sua Fiat Grande Punto nera. In poco più di un’ora e mezza arriva a Piancavallo e imbocca la strada del Pian delle More. Una piccola altura che d’estate è frequentata da qualche turista, ma che per il resto dell’anno anche i locali evitano. Poco prima di una serie di tornanti, a un’altitudine di circa mille metri sul livello del mare, Filippo si ferma su una curva. È il punto perfetto: lì la strada corre lungo la scarpata, il bosco è cinquanta metri più sotto. Esce dall’auto, solleva Giulia e la getta oltre il piccolo guardrail. Poi prende la strada che porta a Bàrcis e si dirige verso il Cadore, dove domenica il rilevamento automatico delle targhe segnalerà la presenza della sua auto. In mattinata si era anche diffusa la notizia del ritrovamento della Fiat Grande Punto nera di Filippo vicino al lago, ma poi si è scoperto che apparteneva a un’altra persona.

Il luogo dove è stato ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin
Il luogo dove è stato ritrovato il corpo di Giulia Cecchettin

La scoperta

Un’altra immagine dell’auto, scattata a Piancavallo, si è invece rivelata decisiva per ritrovare il corpo della ragazza. La strada che collega la piccola frazione al lago di Bàrcis, infatti, viene regolarmente chiusa dal 15 novembre al 15 aprile, perché ritenuta troppo pericolosa per essere percorsa d’inverno. Lo scatto, recuperato giovedì mattina da una videocamera che era rimasta ferma per quattro giorni, ma che aveva continuato a registrare, ha convinto gli inquirenti a tenere aperte l’area e ad allargare le ricerche. Senza quella foto, per mesi nessuno avrebbe cercato Giulia lì dove era stata gettata da Filippo. La zona, tra le altre cose, è molto battuta da diversi branchi di lupi, ma per fortuna il corpo non è stato attaccato.

I rilievi

Il cadavere, ieri pomeriggio, non è stato immediatamente recuperato per consentire al reparto scientifico dei carabinieri di effettuare una serie di rilievi nel luogo della caduta. Quei rilievi che hanno permesso di stabilire con certezza che Giulia è stata uccisa a coltellate. La salma della ragazza è stata poi trasportata all’obitorio già in serata.

Le ultime tracce

E così resta solo da ricostruire cosa abbia fatto esattamente Filippo dopo aver ucciso Giulia e essersi freddamente sbarazzato del suo corpo. Quel che è certo è che il giovane studente di ingegneria si è diretto verso il Cadore e poi verso l’Austria. Una strada, percorsa a notte fonda, che costeggia il lago di Bàrcis. Uno specchio d’acqua nero come la sua anima.

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