Filippo Turetta ha infierito con 75 coltellate sul corpo di Giulia Cecchettin. La premeditazione dell’omicidio, invece, è provata da un file sul suo computer, cancellato e recuperato dagli esperti informatici, in cui si era appuntato come legare con il nastro adesivo mani, caviglie, ginocchia della vittima e anche come tapparle la bocca. Sono le carte dell’avviso di conclusione indagini della procura di Venezia, che ha deciso di contestare all’ex fidanzato di Giulia anche lo stalking. Turetta aveva persino installato un’app-spia sul cellulare della ragazza che gli consentiva di tracciarne gli spostamenti. Agli atti anche i messaggi e le dichiarazioni delle amiche di Giulia che hanno provato l’atteggiamento ossessivo di lui. Le indagini del procuratore capo Bruno Chierchi e del sostituto Andrea Petroni dicono che l’aggravante della crudeltà è provata dall’accanimento delle 75 coltellate: la ragazza fu accoltellata anche all’interno dell’auto da Turetta, quando già si stava dissanguando, dopo che l’ex l’aveva già colpita con un fendente letale, mentre lei stava tentando di fuggire nella zona industriale di Fossò. Per l’uccisione di Giulia, Turetta avrebbe usato almeno due coltelli, quello trovato spezzato nel parcheggio vicino a casa della ragazza e quello repertato nella sua auto. Ma, emerge che ne avesse "un terzo, poi scomparso". Ora l’ex rischia l’ergastolo. La difesa potrà chiedere per lui una perizia psichiatrica.
Alessandro D’Amato