Giovedì 26 Dicembre 2024
REDAZIONE CRONACA

Il giudice di Catania: migrante dall’Egitto non può essere trattenuto. Scavalcato il dl Paesi sicuri

La lista del governo “non esime il giudice all'obbligo di una verifica”, in Egitto “ci sono gravi violazioni dei diritti umani”. E il tribunale di Roma chiama in causa la Corte Ue. Salvini all’attacco: “Per colpa di giudici comunisti il Paese insicuro è l’Italia”. Altri naufraghi a bordo della nave Libra: destinazione Albania

Un migrante in arrivo al porto di Catania (foto di archivio Ansa, aprile 2023)

Un migrante in arrivo al porto di Catania (foto di archivio Ansa, aprile 2023)

Catania, 4 novembre 2024 – Il Tribunale di Catania non ha convalidato il trattenimento di un migrante arrivato in Italia dall’Egitto. “È la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri, ha commentato, Rosa Emanuela Lo Faro, avvocata dell’uomo che a Pozzallo ha chiesto lo status di rifugiato. 

Nell’ordinanza della corte etnea si precisa come la lista di paesi sicuri stilata dal governo italiano – che include l’Egitto –  “non esima il giudice all'obbligo di una verifica della compatibilità” di tale “designazione con il diritto dell'Unione europea”. E in Egitto  – viene sottolineato  –  “ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico”. Contemporaneamente il giudice e presidente della sezione immigrazione del tribunale di Roma, ha sospeso il diniego della commissione territoriale alla richiesta di asilo di uno dei dodici migranti che erano stati trasferiti in Albania, chiedendo un intervento chiarificatore della Corte di giustizia Ue sul decreto Paesi sicuri. 

Dunque, neanche l’emanazione di una legge ad hoc pare garantire l’applicazione della politica frontaliera del governo. S’infuria Matteo Salvini: “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l'Italia – scrive il vicepremier in una nota – . Ma noi non ci arrendiamo!”.

Il decreto Paesi sicuri messo in discussione 

Qualche giorno fa la sezione immigrazione del tribunale di Bologna ha ritenuto "sussistenti" i presupposti per un “rinvio pregiudiziale” del dl Paesi sicuri alla Corte di Giustizia dell'Unione Europea.  Ai togati Ue il giudice di Bologna chiede quale sia il parametro "sulla cui base debbono essere individuare le condizioni di sicurezza che sottendono alla designazione di un paese terzo come paese di origine sicuro" e se “sussista sempre l'obbligo per il giudice nazionale di non applicare" le disposizioni nazionali. 

La legge italiana e la giurisprudenza europea 

Alla base del quesito la nota contraddizione tra la direttiva europea 32/2013 in materia di protezione internazionale e la legge italiana. Contraddizione già fatta emergere dal tribunale di Roma qualche settimana fa quando non ha convalidato il trattenimento dei migranti trasferiti in Albania, citando una sentenza della Corte Ue ( causa C‑406/22, 4 ottobre 2024). In quel momento la lista Paesi sicuri esisteva sotto forma di regolamento e non di decreto legge, ma la questione cambia di poco. 

Nella sentenza del 4 ottobre la Corte di giustizia europea – fonte di diritto superiore alla legge nazionale – interpretando la suddetta direttiva, esclude che un Paese di origine dei richiedenti asilo possa essere ritenuto sicuro se parti del suo territorio o categorie di persone sono a rischio per vari motivi. Ed è il caso dell’Egitto, secondo il giudice di Catania. 

Le motivazioni del tribunale di Catania

Proprio per evitare un altro ‘caso-Roma’  il governo ha recentemente approvato il decreto con una nuova lista di Paesi sicuri, elevando la lista da regolamento a legge dello Stato, e aggiornando l’elenco dei Paesi stessi (ma l’Egitto è confermato). L’auspicio era che nessun giudice l’avrebbe più messa in discussione.

L’ha fatto oggi invece il tribunale di Catania, citando proprio la sentenza europea del 4 ottobre.  “I rischi di insicurezza che riguardino, in maniera stabile e ordinaria, intere e indeterminate categorie di persone portano de plano il decidente a negare che Egitto possa ritenersi paese sicuro alla luce del diritto dell'Ue e ciò per quanto si legge nelle argomentazioni della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea del 4 ottobre 2024, laddove in motivazione richiede che il paese per dirsi sicuro sia caratterizzato da una situazione 'generale e costante' di sicurezza”.  Non resta che "disapplicare ai fini della decisione il decreto-legge del 23 ottobre 2024, posto che, come è noto, le sentenze interpretative della Corte di giustizia europea vincolano il giudice nazionale...”. 

Il tribunale di Roma ricorre alla Corte Ue

Come il tribunale di Bologna anche quello di Roma interroga la Corte di giustizia Ue. Il giudice e presidente della sezione immigrazione, Luciana Sangiovanni, ha emesso oggi un decreto di sospensione del diniego della commissione territoriale sulla richiesta di asilo di uno dei dodici migranti che erano stati trasferiti in Albania. Con questo provvedimento il magistrato rinvia a Strasburgo il nuovo decreto sui 'Paesi sicuri’, sollecitando una risposta urgente. “Non sfuggirà alla Corte la grave crisi istituzionale provocata in Italia dalle prime decisioni dei tribunali di non convalidare provvedimenti di trattenimento nelle procedure di frontiera”, si legge nel provvedimento di sospensiva. Inoltre diversi tribunali hanno rilevato “gli aspetti critici di tale 'esperimentò (il riferimento è alle nuove procedure di frontiera italiane, non solo in Albania - ndr) e ne hanno minato l'operatività”. Le sentenze “sono state fortemente criticate dal governo tanto da suggerire l'adozione del decreto legge 158/2024, il cui contenuto innovativo è però anch'esso oggetto di quesiti pregiudiziali”. 

Naufragio al largo di Lampedusa, migranti verso l’Albania 

Intanto un gruppo di migranti è stato caricato dalla nave Libra della Marina Militare a sud di Lampedusa. Quelli che avranno i requisiti per sesso, età e provenienza saranno trasferiti in Albania. Al largo dell’isola c’è stato oggi un nuovo naufragio. Una cinquantina di migranti sono finiti in mare dopo che il barchino sul quale viaggiavano si è ribaltato. La capitaneria di porto, che era andata sul posto per soccorrere il mezzo in navigazione, ha salvato tutte le persone, compresa una neonata recuperata in stato di incoscienza. La piccola, soccorsa dal personale medico di bordo, è stata rianimata e le sue condizioni sono stabili. L'Agenzia Frontex, operante nell'ambito della Joint operation Italy 2024, ha pure eseguito un pattugliamento aereo che non ha rilevato nessuna persona in mare. Gli stessi superstiti hanno confermato che non ci sarebbero dispersi. L'incidente sarebbe stato provocato dai movimenti improvvisi che i migranti avrebbero fatto per richiamare l'attenzione dei soccorritori.