Lunedì 23 Dicembre 2024
GIOVANNI PANETTIERE
Cronaca

Giubileo, ecco cos'è

Storia e significato della parola Giubileo, l'anno santo in cui si può ottenere la cancellazione dei peccati gravi. Ecco come avere l'indulgenza plenaria

Giubileo, via all'anno santo (Ansa)

Roma, 7 dicembre 2015 - AFFONDA le radici nella tradizione ebraica e nella pietà popolare del Medioevo. Stiamo parlando del Giubileo, l’anno santo che si celebra normalmente ogni quarto di secolo durante il quale la Chiesa concede ai fedeli il perdono completo dei peccati gravi. Quello che si apre oggi nella Basilica di San Pietro è il ventinovesimo della storia. Etimologicamente il termine giubileo deriva dall’ebraico yobel, parola che indicava il corno di capro il cui suono dava il via a un anno particolare per il popolo d'Israele: come indicato nel capitolo XXV del Levitico, in quel periodo veniva lasciata riposare la terra, si rimettevano i debiti e gli schiavi tornavano liberi. Tutto ciò si ripeteva ogni cinquant'anni. La riedizione cattolica di questa ricorrenza ebraica ha assunto un significato più spirituale che sociale.

Il primo giubileo della Chiesa risale a papa Bonifacio VIII che, su pressione del popolo di Roma, nel 1300 diede ai fedeli, in cambio di più pellegrinaggi a San Pietro, l'indulgenza plenaria, cioè la piena remissione dei peccati gravi. In altri termini, si tratta della cancellazione della pena temporale (‘disordine morale’) conseguente al peccato e da scontarsi in Purgatorio. Altra è la pena eterna. Derivante anche questa dalla colpa grave, per la dottrina cattolica coincide con la rottura della comunione con Dio che di per sé determina la condanna dell'uomo agli inferi. La pena eterna si cancella ottenuta l'assoluzione dal confessore.

Prima di Bonifacio VIII già il predecessore Celestino V istituì nel 1294 la cosiddetta Perdonanza con la quale concedeva, fatti salvi il pentimento e la confessione, la remissione piena dei peccati a tutti quei pellegrini che si fossero recati alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, a L'Aquila. Una sorta di anno santo ante litteram, insomma. Nei secoli l'indulgenza plenaria è stata poi fra i motivi scatenanti lo scisma di Lutero che denunciò 'il mercato' del perdono imbastito dalla Chiesa.

Oggi per ottenere la cancellazione dei peccati gravi, durante l'anno santo il fedele deve confessarsi, partecipare alla messa, recarsi in pellegrinaggio in una delle basiliche giubilari - oltre alle quattro romane, per la prima volta nella storia Francesco ha disposto l'apertura della porta santa in ogni cattedrale del mondo -, astenersi, almeno per un giorno, da fumo o alcool, e infine devolvere ai poveri una somma di denaro proporzionata alle proprie disponibilità economiche. Come dire, la misericordia della Chiesa ha le sue condizioni, quella di Dio chi lo sa.