Roma, 30 gennaio 2019 - Da appuntamento irrinunciabile a evento sempre più raro. Il cosiddetto ‘viaggio d’istruzione’, quest’anno, vedrà la partecipazione di una minoranza degli alunni di medie e superiori. A tracciare questo quadro desolante che vedrà partire appena il 43% dei ragazzi (percentuale che nei Licei sale al 51%) è l’ultimo rapporto dell’Osservatorio sulle gite scolastiche di Skuola.net.
Secondo i dati alla base della cancellazione delle partenze che, nel 2019, raggiungeranno il loro picco massimo, vi è, nel 50% dei casi (che diventa il 55% al Sud ), una decisione presa dalla scuola. L’esatta metà dei 12 mila studenti presi a campione resterà a casa a causa della politica adottata dal proprio istituto. E tra le motivazioni addotte dalle scuole per mandare a monte il viaggio di fine anno, una su quattro, riguarda l’impossibilità di trovare docenti disposti ad accompagnare gli alunni. Un rifiuto motivato, principalmente, dai crescenti rischi ai quali, come testimoniano le cronache, sono esposti gli alunni durante le gite, fucine di esperienze culturali ma anche di comportamenti non così lodevoli.
Con percentuali nettamente inferiori emergono le altre cause utilizzate dagli istituti per cancellare i viaggi. Vi sono ad esempio le questioni disciplinari (decisive nel 9% dei casi), problemi economici (7%) oppure l’assenza di adesioni sufficienti (7%). Se quasi un ragazzo su dieci non andrà in gita volontariamente le ragioni appartengono, infatti, a due ordini di motivi. Di questo 7% una grossa percentuale (pari al 28%), salterà il viaggio per motivi economici in quanto la famiglia non può permettersi di pagare la trasferta, mentre il 22% non parteciperà perché non ha voglia di partire con i compagni. Tra coloro che, volontariamente o meno, salteranno la gita il 19% farà una breve vacanza con i genitori e il 16% con gli amici. Per coloro che partono – a parte le classiche capitali europee come Barcellona (9%, in netta risalita rispetto all’anno scorso), Londra, Berlino (8%) e Roma (9%) – la scelta delle mete da parte degli insegnanti sembra essere stata influenzata dalla necessità di tenere sotto controllo i ragazzi. Oltre uno studente su tre si muoverà, infatti, alla volta di una destinazione di nicchia, lontana dal caos delle città più grandi. Il 44% varcherà i confini nazionali mentre la maggior parte (il 56% con un picco dell’80% alle scuole medie) resterà in Italia. Meta preferita del Belpaese è Firenze (11%), seguita da Napoli (9%) a pari merito con la Capitale. Tracciando alcune linee generali la gita media sarà culturale, breve (da 2 a 5 giorni) e low-cost con una spesa massima contenuta tra i 200 e i 400 euro (43%).