
Giovanni Oggioni, ex responsabile dello sportello unico edilizia del Comune di Milano
Milano – Emergono nuovi retroscena dalle carte dell’inchiesta sull’urbanistica a Palazzo Marino che ha portato all’arresto di Giovanni Oggioni, l'architetto ed ex vice presidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano da mercoledì agli arresti domiciliari per corruzione e altri reati.
Non solo la figlia Elena lavorava nella società di sviluppo immobiliare Abitare In spa, ma l’ex dirigente comunale si era attivato per fare assumere il genero, il marito avvocato dell'altra figlia, in Assimpredil. In cambio, aveva dato seguito alla richiesta di trattare e approvare un progetto edilizio nella stessa commissione comunale.
È un particolare che emerge dagli atti dell'indagine coordinata dal pm Marina Petruzzella assieme ai colleghi Paolo Filippini e Mauro Clerici. Dimostrerebbe come Oggioni si fosse costruito una rete di fedelissimi per portare avanti un "sistema" ritenuto illecito e di cui ieri lui stesso, interrogato dal gip Mattia Fiorentini, ha invece negato l'esistenza.
L'intervento, poi non andato in porto, per far assumere il genero, un avvocato non indagato dello studio Inzaghi-Belvedere (i suoi professionisti si sono occupati del progetto BoscoNavigli), si evince in particolare da una chat tra Oggioni ed Andrea Lavorato, vicedirettore e responsabile dell'area urbanistica dell'associazione di costruttori (indagati lui e l'ente) guidata da Regina De Albertis.
Dalla chat del giugno 2023 con il suocero, il genero quasi trentenne parla della necessità di cambiare lavoro per avere uno stipendio più alto. Dopo di che Lavorato, su input di Oggioni, si sarebbe adoperato per contattare il giovane legale. Al contempo gli chiede di seguire la trattazione del progetto edilizio di via Fiuggi n.38, che verrà approvato il 6 luglio successivo in Commissione per il paesaggio. L'assunzione non andrà poi a buon fine in quanto il genero non era più interessato.