Altavilla Milicia (Palermo), 27 gennaio 2025 – Giovanni Barreca andrà a processo per la strage in famiglia ad Altavilla Milicia (Palermo) e tornerà in carcere (a ottobre era stato destinato a una Rems). Lo ha deciso oggi il gup di Termini Imerese (Palermo) Gregorio Balsamo. Rinviati a giudizio con la stessa accusa di omicidio volontario anche i ‘fratelli di Dio’, Sabrina Fina e Massimo Carandente.
Nella strage, tra l’8 e il 10 febbraio 2024, vennero torturati e uccisi Antonella Salamone, moglie di Barreca, i figli Kevin di 16 anni e Emmanuel di 5. Giorni di sevizie indicibili, in una sorta di ‘rito’ per scacciare il demonio. Mentre la terza figlia, all’epoca dei fatti minorenne e oggi maggiorenne, è anche lei imputata.
Sulla vicenda pende un ricorso in Cassazione presentato dal difensore di Barreca, Giancarlo Barracato. Che sull’ordinanza di traduzione in carcere – l’esecuzione del provvedimento è attesa per domani – annuncia: “Chiederemo una nuova perizia psichiatrica. Barreca è stato definito incapace di intendere e di volere dai periti del tribunale. Una condizione che non è stata invece riconosciuta dal gup. Per questo era stato destinato a una Rems. L’incapacità dipende da un disturbo delirante cronico che può rappresentare un pericolo, non necessariamente per terzi ma anche per se stesso”.
Sempre oggi è stata fissata anche l’udienza, il processo inizierà il 6 marzo. Il dibattimento dovrà accertare chi ha fatto cosa nei giorni di un massacro che lascia sgomenti. Antonella Salamone venne torturata e bruciata, i figlioletti subirono sevizie mortali. Chi è colpevole di queste atrocità? Barracato ribadisce la linea di sempre, “Barreca era presente ma non ha partecipato ai fatti contestati”. E ripetono la stessa cosa i ‘fratelli di Dio’.
Barreca oggi era in aula, come gli altri imputati. E c'erano anche i familiari della moglie. Che non credono alla sua infermità di mente e ripetono: “Chiediamo giustizia per nostra figlia e per i nostri nipoti”.