Altavilla Milicia (Palermo), 3 novembre 2024 - Giovanni Barreca è ancora in carcere a Barcellona Pozzo di Gotto (Palermo). L’uomo era stato arrestato a febbraio con la figlia 17enne e una coppia per la strage in famiglia di Altavilla Milicia, la tortura e l’omicidio della moglie e degli altri due figlioletti di 5 e 16 anni. Ma una perizia psichiatrica lo ha ritenuto “incapace di intendere e di volere” e quindi non imputabile. Così il 28 ottobre il giudice per le indagini preliminari ne ha ordinato “l’immediata liberazione. “Mi hanno assicurato che stanno continuando a cercare il luogo di cura giusto, finora hanno avuto risposte negative”, fa sapere il suo avvocato difensore, Giancarlo Barracato. La meta provvisoria sarà una Comunità terapeutica assistita.
La destinazione finale, secondo l’ordinanza del gip, dovrà essere una Rems. Ma, come ha spiegato a Quotidiano.net Enrico Zanalda, presidente della Società italiana di psichiatria forense, nelle residenze per l’esecuzione di misure di sicurezza non c’è posto, i letti a disposizione sono appena seicento, contro i 1.500 degli ospedali giudiziari.
Ma cosa dice in sostanza la perizia psichiatrica? E come arriva a stabilire che Barreca era incapace di intendere e di volere nei giorni del massacro? Ecco i punti chiave e un dettaglio sconvolgente.
La storia per punti
Quel dettaglio sconvolgente
Scrivono i periti che “quando il Barreca abbandonò la casa, piuttosto che cercare la fuga, si mosse in maniera apparentemente confusa e poco organizzata, raggiunse degli esercizi commerciali e a suo dire, in uno stato di esaltazione religiosa perdurante, utilizzava il proprio cellulare per sentire dei canti evangelici ad alto volume, tanto da ricevere l’attenzione di altri, fino a richiedere conclusivamente aiuto telefonico a un conoscente e a familiare”.
Incapacità d’intendere al momento del massacro
Secondo gli psichiatri, “gli agiti delittuosi si pongono in diretta conseguenza dell’ideazione patologica e della predetta convinzione delirante che fosse necessario combattere il demonio e purificare la sua famiglia dalla sua nefasta influenza”. “In definitiva - prosegue la perizia - il disturbo accertato ha compromesso le capacità di critica e i meccanismi di difesa della coscienza su soggetto che non risultava essere in grado di controllare adeguatamente i propri meccanismi volitivi e di comprendere adeguatamente il contesto”. La conclusione è netta: Giovanni Barreca secondo i periti al momento dei fatti presentava “infermità mentale tale da escludere del tutto la capacità di intendere e di volere”.
La pericolosità sociale di Giovanni Barreca
“Condizione di pericolosità sociale in senso psichiatrico di grado elevato”, non hanno dubbi gli psichiatri. “Per il cui controllo risulta idoneo il ricovero in Residenza per l’esecuzione delle misure di sicurezza”. Perché “la condizione psicopatologica è di sicuro rilievo clinico ed espone alla possibilità di recidiva, stante anche la mancanza di cure psicofarmacologiche atte a mitigare i sintomi, rifiutate dal periziando”.
Secondo l’avvocato Barracato, la pericolosità sociale di Barreca si innesca solo incontrando qualcuno capace di condizionarlo. Quello che, è anche l’analisi della perizia, avrebbe fatto la coppia di ’fratelli di Dio’. Di loro, il muratore dice: “Cosa dicevano io facevo. Hanno fatto miracoli e prodigi... Ci hanno preso la mente a tutti e 5”.
“Sudditanza psicologica”
Il meccanismo di dipendenza secondo la perizia è centrale. Scrivono ancora gli psichiatri: “È ipotizzabile che l’interazione con gli stessi abbia finito per rafforzare e rinnovare meccanismi di dipendenza, con pieno controllo della coscienza dell’indagato mediante meccanismi di sudditanza psicologica”. La coppia Carandente-Fina (marito e moglie si professano innocenti, ndr) nella ricostruzione degli psichiatri sarebbero stati riconosciuti da Barreca e dalla moglie poi massacrata “fratelli in Dio, anch’essi motivati dallo stesso spirito radicale e profondo nel vivere la religiosità”.