Martedì 19 Novembre 2024
ROSALBA CARBUTTI
Cronaca

Giovani e sesso, generazione web bocciata in amore

Le ricerche scientifiche rivelano l’ignoranza in materia sessuale dei teenager: navigano sui siti porno ma non conoscono i metodi di contraccezione. Boom della pillola del giorno dopo e dei 5 giorni dopo

Giovani in una foto di repertorio

Giovani in una foto di repertorio

Roma, 12 febbraio 2018 - Pare impossibile, vista la sovrabbondanza di informazioni su web e social network, oltre al boom della pornografia online, eppure i giovani di sesso ne sanno poco. E quando si parla di contraccezione la nebbia è anche più fitta. Hanno dubbi su come proteggersi nei rapporti sessuali anche se magari hanno avuto la loro ‘prima volta’ a quindici anni, spesso hanno rapporti non protetti e tendono ad abusare della contraccezione di emergenza.  Per Chiara Simonelli, presidente della Federazione europea di sessuologia, e professoressa di Psicologia e psicopatolologia dello sviluppo sessuale all’Università Sapienza di Roma, «i ragazzi e le ragazze spesso debuttano nella vita sessuale vera e propria senza avere le conoscenze basilari. I maschi soprattutto: scimmiottanno ‘l’uomo che non deve chiedere mai’, mentre avrebbero bisogno di tanta educazione sessuale». Se andiamo, poi a confrontare le adolescenti di oggi in merito a temi legati alla sessualità alle loro madri, risulta che la conoscenza è molto superficiale. Lo conferma una ricerca della casa farmaceutica Bayer su 9mila donne di nove Paesi che ha messo le due generazioni a confronto: le figlie e le mamme del boom economico che oggi hanno tra i 50 e i 65 anni.

Se le mamme sono in crisi nella scelta del metodo contraccettivo, le figlie – nonostante il boom informativo – hanno parecchie difficoltà. Se il 51% delle baby boomers riteneva di non possedere le informazioni necessarie per intraprendere una scelta consapevole, anche il 35% delle ragazze di oggi si trova nella stessa situazione. Ma non solo. Da un altro studio Gfk Health online per Bayer, rivolto questa volta a oltre 3mila giovani uomini e donne tra i 13 e i 25 anni di 15 Paesi, emerge che il tema della contraccezione spesso è affrontato con troppa leggerezza, tant’è che oltre la metà degli intervistati (57,1%) ha ammesso di aver avuto rapporti non protetti. Il 25,1% perché ritiene una gravidanza improbabile, altri hanno volutamente scelto di affidarsi alla fortuna e oltre il 40% di non aver avuto nessun metodo contraccettivo disponibile al momento. 

In Italia, secondo gli ultimi dati disponibili dell’Istat, la maggioranza degli adulti fino a 54 anni utilizza metodi contraccettivi, ma i numeri più bassi sono proprio tra le donne dai 18 ai 24 anni (53,9%), anche se alcune hanno dichiarato di astenersi dai rapporti sessuali. Stando, invece, a Hbsc (che ha analizzato i comportamenti dei ragazzi in età scolare) quasi il 24% dei quindicenni italiani ha già avuto un rapporto sessuale, mentre è in atto un vero e proprio boom della contraccezione d’emergenza. Secondo la Relazione 2016 del ministero della Salute sull’attuazione della legge 194, i numeri sono decuplicati.  I dati Aifa (Agenzia italiana del farmaco) fotografano un’impennata delle vendite dell’Ulipristal acetato (ellaOne), cioè la pillola dei 5 giorni dopo, dal 2012 a oggi impressionante. Il picco? Nel 2015, quando per le donne maggiorenni è stata tolto l’obbligo di prescrizione medica per la pillola dei 5 giorni dopo. 

Alessandra Graziottin, direttore del Centro di ginecologia e sessuologia medica dell’Ospedale San Raffaele Resnati di Milano, avverte: «C’è il rischio di banalizzare l’uso della contraccezione d’emergenza. Amici farmacisti mi raccontano che ci sono ragazze che ricorrono alla pillola del giorno dopo anche tre volte in un mese, mentre questo tipo di contraccezione dovrebbe avere un uso solo occasionale».  Ma questa non è altro che una conseguenza del nuovo modo di concepire il sesso.  «Le donne si sono emancipate – spiega Simonelli – ma il ‘fate l’amore, ma non la guerra’ è stato tradito. C’è un boom della pornografia, dove il sesso è ammiccante, stereotipato. Non è un caso che, spesso, le ragazzine puntino molto su un aspetto fisico sessualizzato che estremizza le caratteristiche tipiche dell’identità femminile». 

Ricerche condotte negli Stati Uniti, rivelano come già a 13-14 anni gli adolescenti inizino a documentarsi sul sesso tramite siti porno. Da qui ne deriva una visione distorta della sessualità. Senza contare che la fascia d’età tra i 12 e i 14 anni, secondo gli esperti, è proprio quella più a rischio. Non solo in ambito sessuale (malattie sessualmente trasmissibili o gravidanze indesiderate), ma anche per l’abuso di alcol come il fenomeno del binge drinking (chi consuma più di 5 bevande alcoliche in un’unica occasione) o di droghe. «C’è una crescita esponenziale – continua Graziottin – della disinvoltura nei comportamenti sessuali. Un’esasperazione. Ci sono ragazzine che hanno la prima esperenza sessuale prima del menarca e, facendo l’amore così presto, la promiscuità è molto più facile». E «se un ragazzo ha tre rapporti sessuali ‘aiutato’ dall’alcol – spiega Graziottin – rischia di instaurare una sorta di dipendenza psicologica che gli renderà difficile avere rapporti senza vino, birra o cocktail». Dati europei e italiani rilevano, ad esempio, che tra i ragazzi che soffrono di eiaculazione precoce, il 41% fa ricorso all’alcol per controllarsi e ridurre l’ansia da prestazione, l’8% alla cannabis. In questo modo si usano le sostanze come ansiolitici e si crea una dipendenza che può avere devastanti ripercussioni, spiegano gli esperti. 

Ma attenzione: sebbene l’Oms analizzi che sulle 208mila gravidanze annue nel mondo, il 41% sia rappresentata dalle gravidanze non programmate (16 milioni adolescenziali), il numero degli aborti è calato. In Italia – secondo la relazione del ministero della Salute sulla legge 194 – le interruzioni volontarie di gravidanza nel 2016 sono state 87.639, con un calo del 3 per cento rispetto al 2015 (-52,2% rispetto agli anni Ottanta) e del 2,1% tra le giovani sotto i 20 anni.  Tra le motivazioni, si legge nella relazione, in parte c’è proprio la connessione con l’aumento delle vendite della pillola dei 5 giorni dopo (senza ricetta per le maggiorenni, ndr).  Di queste interruzioni di gravidanza, meno del 10% riguardano la fascia d’età 15-19 anni (6.275), con un picco tra le ventenni. Dati comunque molto bassi rispetto agli altri Paesi europei, sebbene i tassi di abortività non siano in calo per le 15-16enni.  «Ciò potrebbe essere legato alla tendenza all’aumento nelle giovanissime del numero dei partner, che si ridimensiona con l’età, e all’inizio sempre più precoce dei rapporti sessuali», rileva la Relazione del ministero.