Giovedì 21 Novembre 2024
ILARIA VALLERINI
Cronaca

La rabbia dei giovani: “Congelano le emozioni. E poi esplodono”

Parla la psicologa e psicoterapeuta, Simona Cotroneo, esperta nella prevenzione del disagio giovanile. Ecco come riconoscere questa emozione, quali sono i segnali più diffusi e come arginarla

Disagio giovanile (foto generica)

Disagio giovanile (foto generica)

Roma, 17 novembre 2023 – Cos’è la rabbia? Come riconoscerla e cosa fare? Secondo i dati raccolti dal Telefono Azzurro, i casi d’emergenza legati al disagio giovanile sono quasi raddoppiati nell'ultimo periodo: +87% rispetto al 2020 e +99 rispetto al 2018. I più fragili sono gli adolescenti, ma il disagio e la sofferenza psichica sono in crescita anche tra i più piccoli. Cosa fare di fronte a questa emergenza? Lo abbiamo chiesto alla psicologa, psicoterapeuta responsabile del Progetto FairPlay-Gruppo Paim, Simona Cotroneo, specialista nella prevenzione del disagio giovanile.

Dottoressa, cos’è questa emozione sempre più diffusa tra i giovani? 

“Solitamente quando c’è un’emozione il nostro corpo si prepara ad un’azione. L’espressione delle emozioni è mediata dal fattore culturale e dal contesto. Tutti noi impariamo fin da piccoli a gestire le emozioni e il modo migliore per esprimerle. I giovani invece si trovano nella situazione in cui non sono in contatto con quello che sentono e tendono a congelare le emozioni. Accumulano, accumulano, e poi esplodono”.

Perché?

"E’ dovuto alla mancanza di un pensiero alla base. L’emozione viene ‘agita’ in modo impulsivo sfociando in un’esplosione di rabbia incontrollata. L’emozione agita si converte in aggressività, in certi casi poi, si porta fino al suo estremo: la violenza contro qualcuno o autodiretta, come gli episodi sempre più frequenti di autolesionismo”. 

Quali sono i segnali d’allarme più frequenti? 

"I ragazzi tendono a chiudersi, non parlano, hanno degli ‘scatti’ improvvisi. Questi sono i campanelli d’allarme più diffusi di un disagio emotivo e psicologico da non sottovalutare”. 

Cosa fare in questi casi? 

"Comunicare e chiedere aiuto è il primo passo. La famiglia dovrebbe aiutare il ragazzo ad esprimersi e a tirare fuori il disagio”. 

Come nasce la rabbia giovanile?

"I giovani non tollerano più la frustrazione come il rifiuto o il fallimento. Il ‘no’ può diventare un mattone nello stomaco che li getta nella disperazione. Non sopportando quelle situazioni provano qualsiasi escamotage per lenire il dolore. Alcuni si rifugiano nel mondo virtuale dove possono nascondersi o sfogarsi (vedi episodi di cyberbullismo). A questo vanno a sommarsi la sensazione di poco valore di sè e la paura dell’abbandono che sono vissuti tipici delle nuove generazioni. Tollerare la solitudine e riuscire a star bene da soli sono componenti utili alla costruzione dell’autonomia affettiva e relazionale”. 

Come prevenire il ‘congelamento’ delle emozioni? 

"E’ importante educare i giovani. Le emozioni sono nostre compagne di vita e per questo vanno conosciute per saperle gestire e non cadere nel solo impulso”. 

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